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Legambiente: Risposta agli amici del giaguaro e del Water Front

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : sabato, 08 ottobre 2011

L’attacco dei sedicenti Amici di San Giovanni a Legambiente lascia allibiti per il tasso di disinformazione e di travisamento della realtà, ma è istruttivo perché chiarisce definitivamente alcune cose: 1) A San Giovanni si vuole fare un vero e proprio Porto Turistico e non l’approdo “leggero” per residenti che era stato promesso anche da esponenti della passata ed attuale maggioranza del Comune di Portoferraio; 2) Per far questo è proposta un’infrastrutturizzazione impattante dell’intera area con la scusa di un “degrado” ambientale (colpa dell’incuria e dell’abbandono pubblico e privato) che si vorrebbe “curare” con iniezioni di cemento ed asfalto. E’ incredibile che i sedicenti “Amici di San Giovanni” accusino Legambiente di stare “stranamente sottacendo tutte le problematiche ambientali legate alla cementificazione ed agli escavi dell’area Porto Cantieri. Non a caso zone umide dell’Waterfront di pari pregio sono Punta della Rena e Fosso di Riondo, che però non sembrano attrarre eguale attenzione di Legambiente Arcipelago”. Siamo alla pura mistificazione della realtà: non solo Legambiente ha richiamato quelle criticità in tutte le sue osservazioni ai precedenti progetti di porto a San Giovanni (Teseco, Sales, Esaom, Marina di San Giovanni) ma ne ha fatto la centralità delle sue osservazioni al progetto di Water Front e proprio Punta della Rena-Fosso di Riondo e la tutela delle Zone umide dell’intera area ex-saline-San Giovanni- Sciopparello-Le Prade sono state al centro del blitz di Goletta Verde che ha portato il Water Front di Portoferraio all’attenzione della stampa nazionale. Ci chiediamo dove fossero i sedicenti Amici di San Giovanni visto che non abbiamo notizia di loro iniziative al riguardo e ci chiediamo perché non le abbiano mai fatte, se quelle problematiche stanno davvero loro così a cuore. Ci chiediamo anche se abbiano mai letto la documentazione relativa ai progetti portuali a San Giovanni e sul Water Front. Non siamo al baretto: un’associazione prima di attaccare un’altra associazione dovrebbe almeno informarsi e sfogliare i giornali. Se gli Amici del Porto Turistico di San Giovanni volessero davvero informarsi, anche se tardivamente, sulle osservazioni e proposte di Legambiente per la tutela dell’intera area possono farlo agevolmente: Legambiente Arcipelago Toscano ha prodotto a suo tempo un contributo per orientare la variante de Regolamento urbanistico a criteri di sostenibilità ambientale (https://sites.google.com/site/arcipelago21/waterfront/rassegnastampa/20110124) Per la tutela della “area umida straordinariamente importante anche dal punto di vista paesaggistico di San Giovanni” Legambiente ha inoltre richiesto alle autorità competenti di inserire le aree de le Saline, le Grotte e le Prade tra quelle area nel sistema europeo Natura 2000 (SIC e ZPS): “Inoltre si chiede che il SIR venga esteso alle vicine Zone umide di San Giovanni, Punta della Rena e Fosso di Riondo con importanti acquiferi superficiali, resti delle saline ed Habitat di foce” e nell’ultime osservazioni “Si richiede che il Comune di Portoferraio sostenga formalmente tale richiesta e che la Variante al Piano strutturale consideri a tutti gli effetti quelle aree già soggette alle tutela del sistema Natura 2000”. (https://sites.google.com/site/arcipelago21/waterfront/rassegnastampa/20110204) Comunque, quanto detto dagli Amici del Porto Turistico di San Giovanni conferma che si vuole realizzare l’ennesimo porto turistico a fini speculativi e non l’approdo per i residenti (promesso in campagna elettorale in alternativa al megaporto), una struttura che richiederebbe un minimo di infrastrutture leggere per ospitare 350 imbarcazioni locali e che, con un semplice riaffioramento ed un piccolo ampliamento dell’attuale diga a massi sciolti, potrebbe ospitare pontili galleggianti per 450 posti barca per la piccola nautica locale. Questa scelta non avrebbe bisogno di nuove infrastrutture a terra, se non l’adeguamento di quelle esistenti, e garantirebbe la tutela dell’ambiente e del paesaggio unici di San Giovanni ed il diritto dei portoferraiesi proprietari di piccole imbarcazioni ad avere un posto barca, difficile da individuare nel Water Front che si propone, alla fine dei conti, la realizzazione di 4 porti turistici che occuperebbero l’intero golfo di Portoferraio da San Giovanni alla Darsena Medicea e che, come ha ben detto Confindustria, non sarebbero in grado di concorrere su un mercato in crisi e sempre più affollato e con le strutture continentali esistenti ed in preparazione. Un approdo davvero “verde” deve essere sostenibile paesaggisticamente, ambientalmente, socialmente ed economicamente e le troppe e sempre più evidenti fregole politico/economiche intorno a San Giovanni fanno pensare che invece si pensi ad un’operazione di puro greenwashing per realizzare un porto turistico, quindi non destinato a risolvere le esigenze dei residenti ma a realizzare l’ennesima struttura portuale a scopo di lucro, in concorrenza con le altre. Cosa del resto ammessa dai sedicenti Amici di San Giovanni che, respingendo l’ipotesi dell’approdo perché non remunerativa, dimostrano di essere gli amici del giaguaro, del Porto Turistico e del “Water Front”. Il ripristino ambientale non si fa stravolgendo e artificializzando l’ambiente, ma ripristinandolo in tutta la sua bellezza e funzionalità ecosistemica che fortunatamente San Giovanni non ha ancora perso


pf panorama s. giovanni

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