“E’ ormai abbastanza chiaro che il Presidente della Comunità del Parco ha avviato una campagna denigratoria dell’attuale gestione del Parco per addossare tutto quello che non va!” Il presidente Tozzi così commenta le ultime esternazioni sulla stampa di Barbetti. “Peccato che i pasticci siano stati combinati proprio al tempo in cui era lui commissario!” Facciamo allora un po’ di chiarezza sui famosi soldi persi all’Elba! Si parla di denaro non utilizzato nei tempi dovuti negli anni 2004 - 2005. Poiché tali somme non sono state impiegate quando si doveva sono diventati risparmi disponibili; in seguito i risparmi sono stati congelati per le regole della finanza pubblica. Regole che il Sindaco conosce perfettamente e applica nel suo Comune. “L’esternazione di Barbetti è solo fumo negli occhi perché i denari, come ben sa per essere stato presente in tutte le sedute del Consiglio Direttivo, non sono ancora affatto perduti. Anzi, prosegue Tozzi “si sta lavorando strenuamente per risolvere altri problemi, visto che il Parco con la sede ora è a posto, e ha risparmiato almeno 100.000 € di affitti annui, oneri per lauti contratti di locazione sostenuti a lungo per non aver saputo fare di meglio!” Oggi l’impegno del Parco si è focalizzato su 3 interventi alternativi alla spesa sulla Teseo Tesei, spiega il direttore Zanichelli commentando le delibere dell’Ente. “Il primo riguarda l’acquisto di un immobile dal Comune di Marciana per farvi una struttura a servizio dell’ecoturismo, il secondo è lo sforzo per tutelare effettivamente le Dune di Lacona e realizzare un Centro di Educazione Ambientale acquistando alcuni immobili dei quali anche Barbetti sollecita l’acquisto per risolvere i problemi estivi che vengono da una discoteca. La somma restante servirà infine per sistemare le caserme della forestale al Giglio e a Giannutri per garantire un presidio rafforzato per combattere il bracconaggio.” I lettori hanno diritto di conoscere la verità che, peraltro già da anni comparsa sulla stampa locale, anche su quella che ora sembra dimenticarsi di tutto quel che è accaduto. Il Parco Nazionale aveva avviato trattative per utilizzare porzioni della Caserma Teseo Tesei per realizzarvi la propria sede istituzionale e altre strutture museali dedicate alla Tutela del Mare. Nel 2003 il Ministero dell’Ambiente era divenuto concessionario, a titolo gratuito in quanto Stato, di alcuni immobili e contemporaneamente aveva destinato al Parco Nazionale le risorse per effettuare i necessari interventi di restauro e riqualificazione funzionale. Divergenze prolungate tra gli Enti coinvolti (in primis, Comune di Portoferraio e Barbetti quale Commissario del PNAT) con procedimenti legali incrociati hanno mandato in fumo il progetto. Una parte di denaro, circa 150.000 €, furono pagati dal commissario al progettista senza poi avere nessun seguito, con un possibile danno erariale. Nel 2007 quando si insediò l’attuale Consiglio Direttivo, si ereditò perciò una situazione già bloccata da più di 3 anni e ci si attivò per stroncare l’esosità degli affitti inseguendo tutte le ipotesi alternative (Ospedale vecchio, Grigolo, ecc) per avere una sede dignitosa per il Parco, utilizzando quel denaro. Chi ha un po’ di memoria, ricorderà le manifestazioni e la dichiarazioni sui giornali: “alla Caserma devono andare le scuole e non il Parco!” Per questo riprese un lungo e travagliato periodo di incontri e si decise che fosse prioritario trasferire le scuole negli immobili più spaziosi, quindi proprio quelli opzionati dal Ministero dell’Ambiente per il Parco. Si sottoscrisse un Protocollo operativo il 29.07.2008 tra Parco Nazionale, Ministero dell’Ambiente, Provincia di Livorno e Comune di Portoferraio per suddividere tutto il complesso immobiliare della struttura dell’ex Caserma in modo da accontentare tutti. Si decise che le porzioni più significative dovessero andare alla Provincia e al Comune di Portoferraio per strutture di servizio connesse al polo educativo mentre il Parco avrebbe dovuto usare la palazzina prospiciente il viale per trasferirvi la Sede. Tutto a posto? No, perché spuntò il Demanio, proprietario del bene, che dovendo gestire la trattativa di concessione del patrimonio e applicare i dovuti canoni ai richiedenti segnalò che vi erano altri soggetti da coinvolgere, come Agenzia dell’Entrate, Polizia di Stato, ecc. perché erano in vigore accordi precedenti con questi ulteriori soggetti. La situazione, inutile dirlo, si bloccò nuovamente. Intanto i finanziamenti a tutti i parchi italiani crollarono e il Ministro Brunetta obbligò tutti gli Enti pubblici a dimostrare potenti risparmi sulle spese generali. Per il Parco il primo obiettivo divenne quindi quello di tagliare gli affitti. Con la Caserma Tesei, come ricordato sopra, si era ancora in alto mare: si usarono quindi alcuni risparmi e si ultimò il restauro dell’Enfola. Si chiuse Via Guerrazzi, si fece trasloco e si decurtarono le spese. Il Ministero della Funzione Pubblica premierà questa scelta, come sa bene Barbetti, frenando la riduzione delle spese di personale che avrebbe causato gravi difficoltà ai lavoratori. Infine si vuole chiarire che la preoccupazione che i soldi se li sia accaparrati definitivamente il Ministro Tremonti c’è, ed è questa l’unica verità, ma in questo potrebbe dare una mano la presidenza della Comunità del Parco e i sindaci che vantano solidi rapporti con l’attuale Governo. D’altronde i tagli sono stati fatti ovunque a tutti gli Enti Pubblici. La sicurezza di aver salvato il possibile l’avremo proprio appena il Ministro Tremonti darà una risposta al Ministero dell’Ambiente sull’ammissibilità delle richieste del Parco. “Anziché fare polemiche e di lanciare improbabili campagne d’autunno per occupare il vertice del Parco, Barbetti forte del suo ruolo e delle sue conoscenze potrebbe lui fare qualcosa per l’Elba! Forse, chiude il Presidente, però il l’obiettivo di tutto questo polverone è un altro”.
Viale manzoni