Nonostante lo scatto d’ira del Sindaco Ageno, è evidente ormai che la vicenda della ristrutturazione del capannone ex-Pacaelmo non puo’ essere ridotta ad una semplice questione di parentele. E nelle discussioni tra la gente se ne ha la riprova. Ci si chiede, infatti, come l’Amministrazione comunale vorrà chiarire i molti aspetti oscuri della vicenda. In molti fanno notare che il fabbricato, per le sue caratteristiche strutturali, a tutto pareva idoneo tranne che ad ospitare il tipo di attività alla quale pare destinato. L’immobile, ci viene riferito, è costituito da una struttura metallica, mentre la parte in muratura (a blocchetti) rappresenterebbe soltanto la c.d. “tombatura” delle pareti. Non siamo all’altezza di valutare l’esattezza di ciò, ma se così fosse, verrebbe da riflettere sul fatto che la tipologia di interventi previsti dal progettista nelle D.I.A. riguardi “Opere interne che (…) non rechino pregiudizio alla statica dell’immobile”. Tant’è che per creare il solaio a 3,5 metri, si sono rese necessarie opere di realizzazione della struttura portante (pilastri e rinforzo delle fondamenta). Il solaio di fatto crea una nuova superficie, quasi un secondo piano, che si dichiara “sarà chiuso ed inutilizzabile”- ed allora, a cosa serve?. Da alcuni giorni, inoltre, pare siano in corso opere di modifica alla recinzione, di intonacatura e di tinteggiatura. E salgono le preoccupazioni sulla possibilità che una parte della copertura del tetto sia in “Eternit” (cosa della quale non abbiamo alcuna conferma) il pericoloso materiale in fibra di amianto. In conclusione, molti semplici cittadini - ma anche molti tecnici - si stanno chiedendo se alle Antiche Saline si stiano rispettando Leggi e regolamenti e se da parte del Comune si sia proceduto agli accertamenti del caso. Accertamenti che molti “normali” portoferraiesi hanno spesso subito.
pacaelmo