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I parchi allo sbaraglio

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : venerdì, 23 settembre 2011

Le cronache ancorchè incomplete su quel che sta accadendo nei parchi e nelle aree protette vecchi e nuovi sembra davvero attagliarsi alle turbolenze e crisi in atto nel sistema istituzionale locale, regionale e nazionale. Ci sono le difficoltà di regioni come l’Emilia che deve passare dalla vecchia gestione consortile ad una nuova dopo una decisione parlamentare presa senza alcun preavviso e riflessione. Situazione che riguarda anche la Lombardia che sembra però meno esitante sulle possibili conseguenze negative se non si trovano gli equilibri giusti. Ma dove si smarrona davvero è in realtà come quella abruzzese ossia nella regione dei parchi. Le polemiche più vivaci riguardano una area protetta marina sulla costa Teatina in lista d’attesa da tempo immemorabile che sta nascendo come un groviera dove i buchi sono i vari siti separati da territori che si vogliono escludere dall’area protetta. Ho letto un articolo di Stefania Pezzopane a suo tempo assessore regionale ai parchi di quella regione che ricorda che quell’area marina doveva nascere tento tempo fa e non certo in questa maniera ridicola che fa a cazzotti con le politiche nazionali e comunitarie che vogliono gestioni integrate e non spezzatini indigeribili. La Pezzopane ricorda anche che dei tre importanti parchi nazionali un ha il presidente ma non il direttivo dell’ente e l’altro un commissario da un bel po’ di tempo. Ma tutto non sembra preoccupare più di tanto. In Abruzzo in compenso si stanno progettando in base a decisioni prese dalla presidenza del consiglio ( la Prestigiacomo probabilmente non è stata neppure informa)cose grottesche come campi di sci o piste illuminate. Sci a cui si sta pensando anche nel Cilento dove al riguardo è stata istituita una apposita società con il parco. Un omaggio al sindaco pescatore di Pollica? Più fresca ancora la presa di posizione del comune della Maddalena che contesta al parco nazionale le decisioni del piano sul suo territorio. Sul santuario dei cetacei si rincorrono le polemiche ora delle regioni interessate ora di tante associazioni ma a Roma finora nessuno ha battuto un colpo, in compenso in varie aree marine pregiate si cerca tranquillamente il petrolio. L’elenco potremmo allungarlo a piacimento ma avremmo solo una conferma più clamorosa di quanto già emerge da questi pochi esempi e cioè che i parchi sono allo sbaraglio. Sbaraglio politico non legislativo, istituzionale e non normativo perché il ministero le leggi se le sta mettendo sotto i piedi e ignorando da anni; sì, da anni. Se i commissari nei parchi ci mettono su casa la legge non c’entra né punto né poco. Se nei parchi e nelle altre aree protette si cerca di farci di tutto dallo sci fasullo alle discariche e chissà quanti porticcioli non è colpa della legge ma di chi ha il mestolo innanzi tutto a Roma. A quelle di Roma si aggiungono e sommano naturalmente quelle delle regioni e degli enti locali in più d’un caso impegnati a sostenere che i ‘vincoli’ bloccano lo sviluppo che per andare a rotoli non ha avuto certo bisogno dei parchi in Padania come in Sardegna. Anche qui la distanza tra esigenze di tutela ambientale e capacità di gestione del territorio si allarga ormai paurosamente e non si può far finta di niente.


mare verde 360

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