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A Sciambere dei Comitati dei Comitati dei Comitati dei Comitati... (ad libitum)

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : giovedì, 22 settembre 2011

Ho bisogno di scrivere per capirci qualcosa, le parole danno ordine al Kaos nella mia mente che gli ultimi comunicati sulla nascita incontrollata di Comitati all'Elba hanno prodotto. Iniziando con una battuta direi che se continua così, oltre ai cinghiali e ai mufloni (alle cozze, ai piccioni, ai gabbiani e alle zanzare) si dovranno ERADICARE anche i 30000 comitati che stanno imperversando come funghi e la stagione è quella, forse non è un caso. Tornando al semiserio direi che tutto quello che è successo negli ultimi giorni è RIDICOLO per non dire grottesco. Ma tutto serve...... Mi voglio ricordare allora che l'idea di un Comitato Permanente, costituito in maniera seria e organizzato nel rispetto di più punti di vista possibile, è nata da più di un anno dopo l'esperienza Terna. Posso risalire un po’ più indietro negli anni e ricordarmi che la Giunta di Centro Destra di Portoferraio con alla guida il dott. Giancarlo Ageno cadde per la grande pressione quasi quotidiana che diversi comitati facevano rispetto a tematiche animaliste (canile) di Regolamento Urbanistico, di inquinamento elettromagnetico e paesaggistico (ambientale) ed altro. Volendo possiamo ricordarci di SOS ELBA che funzionò finché funzionale a qualcosa, poi sparì, messo nel cassetto. O delle clamorose proteste contro l'istituzione del Parco. Se andiamo a vederci la storia della nostra Isola in qualche modo le lotte e le rivendicazioni delle "Genti" elbane ci sono sempre state perché... siamo un Isola. Ho ripercorso superficialmente la storia recente dei Comitati per dire che questi finora sono serviti per emergenze singole, ma ora che i problemi sono innumerevoli e drammatici e che coinvolgono quasi tutti i settori vitali del Sistema Elba, economici, sociali, sanitari, scolastici, ambientali, la necessità di una azione più organizzata e univoca è necessaria. Non occorre rivendicare "l'ho ideato io, no io, no lui, prima io che lui "...è un corso naturale, al giorno d'oggi e con un futuro incerto, cui tutti siamo chiamati. Aggiungo per questo che, pur rispettando l'operato e il punto di vista di chi afferma che i comitati nascono e muoiono una volta raggiunto lo scopo perseguito, o di chi vuole aggregare tutto nel comitato pro comune unico, è necessità per i Cittadini Elbani che OGGI si dia corso ad una nuova via gestita interamente dai Cittadini stessi, senza "accompagnamenti" particolari. Siamo grandi, abbiamo imparato a pedalare, le cadute sono sempre meno frequenti. Ma possiamo pedalare insieme... A Orsini vorrei far rilevare che gli Elbani sono al momento divisi se andare verso il Comune Unico o No, e che quindi la sua proposta escluderebbe molta parte dei Cittadini. Casomai aderisca il suo comitato a quello che verrà formalizzato dai Cittadini Elbani. Spero essermi chiarito per lo meno con me stesso, visto che gli scienziati dei Comitati e della Politica non ci sono riusciti e chiedo scusa a qualcuno che possa essersi sentito offeso per qualche mio intervento precedente... la passione per questo luogo e tutto ciò che contiene in alcune circostanze mi fanno diventare un vero Elbano ruspante. Giovedì 22 c/o l'aeroporto di Campo ci sarà un primo incontro da Gianni per capire dove, come, con chi e stiamo andando verso quest'avventura che altro non può se non UNIRE. Male che vada chiamo Pier Pino Putraglioni per andare alla prossima riunione Giancarlo Diversi Caro Giancarlo Da giorni e giorni avevo in testa di scrivere qualcosa sulla proliferazione comitatesca, poi è arrivato il colpo di jagatan del feroce Pier Pino Putraglioni (alias Alex Beneforti), una esilarante presa di culo nella quale si esprimevano le stesse identiche critiche che avrei formulato io, risultando però molto più palloso. Dato quindi per acquisito che sono un putraglionista convinto, fuggendo alla tentazione di fondare il nuovo comitato Elba PVC (acronimo non di Poli Vinil Cloruro ma di Per Vederci Chiaro) faccio una piccola riflessione a margine: Atteso che mi occupo di comunicazione e di politica più o meno da tutta la vita, e che cerco di leggere tutto ciò che si pubblica sull’isoletta verde e blu (e fuori di essa concernente i suoi destini), SE COMINCIO A NON CAPIRCI PIU’ UN CAZZO IO, COME POSSO PRETENDERE CHE SI ORIENTI IN QUESTO MARE MAGNUM DI ESTERNAZIONI, FONDAZIONI, RIFONDAZIONI DI COMITATI, SOTTOCOMITATI, SUPERCOMITATI E COMITATI DEI COMITATI , UN CITTADINO “COMUNE” CHE SOLITAMENTE USA IL SUO TEMPO PER LAVORARE IN LUOGO CHE NELLA STESURA E/O LETTURA DI SPESSO AUTOREFERENZIALI PIPPETTONI? Ora, è vero che “un giornalista deve essere bravo a spiegare pure quello che non ha capito” ma qui l’impresa si fa disperata. Sono, come molti, affascinato dalle potenzialità comunicative della rete (anzi sono stato tra i primi a scommetterci, ormai da oltre una dozzina di anni) e dalla sua rivoluzionaria capacità di essere uno strumento di democrazia, ma la costituente fondamentale di un comitato sono i fisicissimi “comites” gli umani che lo compongono. Quindi non solo rimango ancorato all’idea che il comitato più utile è quello che si scioglie, dopo che quelli che lo hanno formato occupandosi di un singoli e chiari problemi, ritengono risolti i medesimi, ma credo pure che sarebbe utile una sorta di “etica costitutiva” dei nuovi soggetti. Si parta per esempio come ha fatto il Comitato per il Comune Unico da un’assemblea aperta nella quale si incaricano soggetti precisi di portare avanti compiti precisi (specifico: un’assemblea la si può tenere pure in rete), e prima di proclamarsi comitato si controlli almeno che servano più delle dita di un paio di mani per contarsi. L’alternativa a mio modesto ed opinabile parere è solo il folle casino a cui siamo prossimi. Il comitato dei comitati poi è una specie di scivolone semantico, in quanto diventa automaticamente, per la sua pretesa di comporre le diverse “rivendicazioni” di un territorio, attraverso (non può essere diversamente) una mediazione tra di esse, in UN PARTITO, UNA ISTITUZIONE STABILE , si trasforma cioè in una delle naturali controparti dei comitati. Orbene se qualcuno ritiene che all’Elba ci sia bisogno di costituire un nuovo partito, perché le forze in campo non sono per lui abbastanza rappresentative, è non solo legittimo ma pure auspicabile che si muova per dargli vita, ma, come si diceva un tempo “si presenti al campo sportivo” con una serie di idee per la soluzione dei problemi (e non solo con una serie di, pure sacrosante, proteste), con un programa di governo, e possibilmente legittimato dal consenso e dall’incarico affidatogli dai “comites” che condividono le linee del suo pensare. Per questo sono anche convinto che sarebbe meglio che amministratori e cittadini comunque impegnati in soggetti politici si confrontassero con i comitati senza farne organicamente parte. Ciò premesso comunque i migliori auguri a chiunque (in buona fede, per spirito di servizio, e senza personale tornaconto) si impegna per rendere più civile, vivibile e solidale quest’isola.


KAOS

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