Il 15 settembre a Roma, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, si è tenuta, con strana sollecitudine e su richiesta del sindaco del più piccolo Comune della Toscana, Marciana Marina (isola d’Elba), una riunione che aveva l’intento di far recedere il Parco nazionale dell’Arcipelago Toscano e la Regione Toscana dal divieto s di costruire una nuova strada su terreni di privati (non invitati alla riunione romana al contrario di altri privati) che ricadono in zona protetta dal Parco e in Zona di protezione speciale, Sito di interesse comunitario, Sito di interesse regionale protetti dalle Direttive europee Uccelli ed Habitat e dalla Legge Regionale 56/2000, nonché dal Piano del Parco e da qualche legge nazionale. Sulla vicenda esiste una interrogazione parlamentare dei senatori Della Seta e Ferrante e il presidente nazionale di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza, ha scritto una lettera a tutte le istituzioni interessate annunciando l’avvio di una procedura di infrazione presso l’Unione europea se il governo, cedendo alle pressioni del Comune, dovesse violare le sue stesse leggi, i vincoli posti con l’istituzione del Parco Nazionale e le Direttive europee approvate. Ma la vicenda ha sollevato anche la preoccupata attenzione del mondo scientifico ed è emerso una scoperta che dovrebbe mettere fine ad ogni velleità del sindaco di Marciana Marina di realizzare una strada nel Parco (con la scusa della sicurezza e di un inesistente mancanza di accesso all’area, ma in realtà per favorire l’accesso con mezzi motorizzati a seconde case per vacanza). Il fatto che, cambia le carte in tavola ed evidenzia l’unicità di un’area che l’amministrazione vorrebbe banalizzare, è la scoperta, o meglio la ri-scoperta, nella zona della Ripa-La Cala, proprio quella che dovrebbe essere sbancata dalla nuova strada della rarissima felce tirrenica (Dryopteris thyrrena), che sopravvive in poche isole del mediterraneo e inclusa nella “Lista Rossa” della Toscana perché in pericolo di estinzione. . Una presenza confermata dai botanici dell’università di Pisa che la hanno ritrovata nel 2010. Uno di loro sottolinea che «Se si facesse la strada sparirebbe la stazione di Felce tirrenica». Quale sia la rarità e la delicatezza di questa felce lo spiega bene lo studio “Conservazione ex situ di Dryopteris tyrrhena Fraser-Jenk. et Reichst.” Di Sara Magrini e Anna Scoppola, della Banca del Germoplasma e Orto Botanico Università degli Studi della Tuscia, Viterbo, che è stato presentato al 103° Congresso della Società Botanica Italiana, che si è tenuto a Reggio Calabria dal 17 al 19 settembre del 2008. Le due ricercatrici spiegano che «Dryopteris tyrrhena è un endemismo del Mediterraneo occidentale, specie silicicola presente in poche stazioni in Spagna (Sierra Nevada, Mallorca), in Francia (Vallée de la Roja, Cévennes, Corsica) e in Italia dove risulta in forte regressione. In tutto il suo areale risulta a rischio di estinzione: In Spagna è considerata CR B1ab(v)+2ab(v); C2a(i) (3): nella Sierra Nevada (Barranco del Dilar, 1700-2400m s.l.m.) sono presenti 2 popolazioni nella stessa maglia di 1x1 km2 con meno di 500 individui e la popolazione più in quota conta solo 44 individui; nelle Isole Baleari è CR C2a(i,ii), D, presente a Mallorca (Serra de Tramuntana, zona culminale del Puig Major 1400-1440m s.l.m.) con una popolazione composta da 25 individui in un’area di circa 2500 m2: è l’unica stazione in tutto l’areale in habitat calcicolo. In Francia dal 1982 è protetta a livello nazionale a causa soprattutto del numero esiguo di individui che compongono le 2 popolazioni della Francia continentale. In Italia è considerata Vulnerabile: VU in Liguria dove è abbondante nel Parco delle Cinqueterre, VU in Toscana nell’Arcipelago Toscano (segnalata per Isola d’Elba, Montecristo e Capraia), dove invece le verifiche di campo hanno portato finora al ritrovamento di un unica popolazione sull’Isola di Capraia. CR in Sardegna, segnalata in passato sul Montiferru e confermata recentemente sul Monte Spada». Proprio le spore prelevate dalla popolazione di Capraia, «Ridotta ad un unico nucleo in un’area di circa 1 m2», sono state utilizzate dall’ Orto Botanico Università degli Studi della Tuscia ed «Hanno germinato entro 7 giorni con percentuale altissima». Le ricercatrici sottolineano nel loro studio che «Risulta evidente il contrasto fra questi primi risultati e le osservazioni di campo, sarà quindi necessario seguire le successive fasi di sviluppo in vitro fino alla formazione dello sporofito. Tale controllo è importante soprattutto per la popolazione toscana, per verificare se l’estrema riduzione della superficie occupata sull’isola derivi da problemi in qualche fase del ciclo riproduttivo o dalle condizioni ambientali non idonee». Invece oltre alla minuscola popolazione di Capraia è ricomparsa anche una popolazione elbana di felce tirrenica e la segnalazione è in stampa nel prossimo numero degli Atti della Società Toscana di Scienze Naturali con il titolo “Dryopteris tyrrhena. In: Peruzzi L., Viciani D., Bedini G. (eds), Contributi per una flora vascolare di Toscana” (III. Atti Soc. Tosc. Sci. Nat., Mem., ser. B, 118 - V. Gonnelli, A. Carta, A. Zoccola, M. Landi, D. Viciani, G. Ferretti, G. Quilghini, F. Parri , R. Giombini, G. Marsiaj 2011). Si tratta quindi di una segnalazione certa, fatta da più autori, che confermano le segnalazioni storiche di questa pianta nell'Arcipelago che invece la Magrini (l'autrice della ricerca dell’Università della Tuscia) non aveva confermato. Uno dei ricercatori, da noi interpellato ci ha detto: «Posso dire che tra le segnalazioni confermate è presente quella della Caletta presso Ripa Barata (per esattezza la Caletta, non la Cala). Comunque la zona potenziale è anche quella della Cala sui muretti a secco». Cioè esattamente nell’area della Caletta dove lo scriteriato ed inutile progetto del Comune vorrebbe fare una nuova strada. Di fronte a tutto questo, come se non bastasse la presenza nella zona di habitat prioritari e specie vegetali ed animali rarissime segnalati da Parco Nazionale e Legambiente, è chiaro che la presenza di questa rarissima felce mette la parola fine alle pretese dell’Amministrazione comunale di Marciana Marina, a meno che il ministero dell’ambiente e la Presidenza del Consiglio dei Ministri non pensino di distruggere una stazione di una delle piante più rare e delicate del Mondo. La richiesta di procedura di infrazione all’Unione europea annunciata da Legambiente, con una presenza di una specie così rara, avrebbe di fronte un tappeto rosso steso su vaste praterie. Il Comune di Marciana Marina la smetta quindi di difendere gli interessi dei privati a scapito della difesa di una natura eccezionale che dovrebbe tutelare rispettando i vincoli del Parco, della Repubblica Italiane e dell’Unione Europea, recepiti nei suoi stessi strumenti urbanistici, ed accetti finalmente la proposta del Parco per garantire un accesso più agevole alla Cala: il miglioramento della viabilità comunale esistente e una monorotaia a cremagliera per il trasporto di merci e persone. Per maggiori informazioni sulla felce tirrenica: Conservazione ex situ di Dryopteris tyrrhena Fraser-Jenk. et Reichst. http://www.unitus.it/common/esoci/db/es_album/files/38328/2234.pdf
la cala di Marciana Marina
felce capraia la cala 1
felce distribuzione