Per gli anziani, quelli che hanno più di 65 anni e sono oggi più di 783 mila, la Toscana spende in un anno 222 milioni di euro. Sono 284 euro a testa: di più per quelli che sono ospiti delle Residenze sanitarie assistenziali (138 milioni), di meno per quelli che vi trascorrono solo sei mattine e pomeriggi alla settimana (5 milioni e 379 mila euro) oppure sono assistiti a casa. Seicentomila euro sono stati stanziati quest’anno appunto per migliorare, attraverso progetti innovativi, l’assistenza domiciliare o semi residenziale mirata in particolar modo alle patologie neurodegenerative. Sul territorio regionale ci sono 411 strutture che ospitano 15 mila anziani: 9.200 sono i non autosufficienti (la Regione paga la quota sanitaria, che varia a seconda dell’assistenza da 1076 a 1240 euro al mese), gli altri sono autosufficienti. Ottocento sono semiresidenziali. Altri 15 mila sono assistiti invece a casa grazie anche all’opera dei volontari delle associazioni di pubblica assistenza. Ma nel futuro di strutture ne serviranno ancora di più. Nel 2005 gli anziani con più di 65 anni saranno 800 mila e 110 mila quelli bisognosi di assistenza o non autosufficienti. Contributo di solidarietà. Serviranno servizi aggiuntivi che oggi non esistono o che ci sono ma sono insufficienti. La Toscana non aumenta le tasse regionali da 8 anni ed è una delle poche Regioni che non ha reintrodotto ticket sui farmaci. L’attuale spesa corrente e i livelli di servizi esistenti vanno mantenuti in piedi senza inasprimenti fiscali. Ma per quei servizi in più potrebbe essere introdotto un contributo di solidarietà, un po’ come è nella provincia di Bolzano, il quale prevede la partecipazione di tutti i cittadini. Oggi l’assistenza degli anziani bisognosi o non autosufficienti ricade invece sulle spalle, oltre che dei bilanci pubblici, delle sole famiglie coinvolte. La retta sociale (che pagano gli autosufficienti come chi che non lo è) varia da 1200 a 1500 euro al mese. In situazioni di difficoltà i Comuni possono coprirne una parte o anche l’intera retta. La spesa per gli anziani. Dei 222 milioni di euro che la Toscana spende in un anno per gli anziani, oltre 165 milioni sono erogati dalla Regione. 144 milioni costituiscono il fondo sanitario, un po’ meno di 21 milioni arrivano dal fondo sociale e sono ripartiti ai Comuni e alle zone socio-sanitarie, un altro milione di euro è destinato ad un progetto sperimentale per l’assistenza di quanti sono stati colpiti da Alzheimer. A questi si aggiungono 54 milioni e 510 mila euro di risorse comunali ed altri 2 milioni e mezzo di ulteriori risorse pubbliche. I tagli del governo. Un anziano ricorre più spesso di un giovane alle cure ospedaliere e consuma risorse 13 volte più di un adolescente, 3 volte in più ai consumi medi di tutte le classi di età. Il governo ha però modificato i criteri di ripartizione del Fondo sanitario nazionale riducendo del 20 per cento il peso della quota anziani con più di 65 anni presente nella popolazione regionale, con l’intenzione di proseguire fino ad annullarlo del tutto. La Toscana, che ha una popolazione più anziana rispetto ad altre regioni, è stata penalizzata. Solo nel 2003 ha significato su tutto il fondo sanitario, che non riguarda naturalmente solo gli anziani, una perdita di 203 milioni di euro. Investimenti nel sociale. Complessivamente da qui al 2005 la Regione investirà sul sociale, al di là della gestione ordinaria, 124 milioni di euro. Di questi 105 serviranno a realizzare interventi per disabili ed anziani: la costruzione di case di riposo, centri per l’Alzheimer e centri diurni, la ristrutturazione o la realizzazione di luoghi di ritrovo e centri di aggregazione all’interno dei paesi. Nasce il “custode sociale”. E’ una sperimentazione in corso a Pisa. La Regione, in collaborazione con le associazioni di volontariato, Pubblica assistenza, Misericordia e Croce Rossa, ha formato 100 giovani volontari che assistono 282 anziani. Si preoccupano di far loro la spesa, andar alla posta o accompagnarli dal medico, di piccoli lavori di manutenzione ma anche solo di star con loro. Un filo diretto quotidiano.
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