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Rampini: Riflessioni sul "comitato Unico" di Gimmi Ori

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : giovedì, 15 settembre 2011

Pur con tutta la stima per Gimmy Ori, che si sta prodigando con continui comunicati su Facebook per porre attenzione ai tanti e spinosi problemi che stanno affliggendo la nostra Isola, ritengo che la sua iniziativa per creare un Comitato allargato chiamato E.C.C.O. che ha per scopo la risoluzione di tutte le nostre criticità, pecchi di poca riflessione, di smania di protagonismo, nonché copra la reale intenzione di fondare un partito locale che a mio parere non ha alcuna ragione di essere, anzi può arrecare più danni che reali benefici. Ho sempre pensato che un comitato debba avere la funzione di battersi su problematiche specifiche, dopodiché raggiunto lo scopo per cui è nato, se riesce a raggiungerlo, inevitabilmente si scioglie perché non ha più ragione di esistere. Gimmy Ori dovrebbe riflettere su un elemento fondamentale che caratterizza un comitato e che può fornirgli la forza necessaria per vincere resistenze e veti cioè l’essere concentrato su un unico obiettivo. Una stessa legge fisica ce lo suggerisce, una punta penetra cento volte meglio rispetto che una superficie più estesa. La reale intenzione di trasformare i diversi comitati in un partito locale è palese perché nasce dalla stessa intenzione del promotore, quella cioè di avere come contenuto della sua lotta svariati argomenti che normalmente rappresentano i contenuti che caratterizzano l’azione dei partiti politici, di qualsiasi orientamento essi siano. L’elemento fondamentale che contraddistingue la politica in senso lato è quello di scegliere come affrontare una questione sociale od economica, la scelta degli strumenti con cui affrontarle non è mai quindi neutra o priva di possibili effetti collaterali di cui è necessario essere sempre consapevoli e responsabili sia a destra, al centro che a sinistra. I cittadini che compongono volontariamente un comitato sono di solito di diversa tendenza politica, un comitato dunque è e deve essere apartitico, questa è una caratteristica che va salvaguardata rigorosamente pena la sua perdita di credibilità; esso propone soluzioni esclusivamente tecniche specifiche che poi la politica dovrà tradurre in provvedimenti conseguenti e di più ampio respiro. Gli interlocutori o le controparti di un comitato sono in primo luogo gli organi istituzionali di governo, locale, regionale e nazionale, poi i partiti e le forze sociali come sindacati o associazioni; per ottenere maggiore ascolto è necessario, quindi, che gli interlocutori o le controparti abbiano anche una dimensione più ampia di quella strettamente locale per avere in caso di necessità anche sostegni a livello nazionale. Un partitino locale che avrà senza dubbio una sua connotazione, non potrà certamente avere un ascolto più grande oltre il territorio dove nasce, a meno che la sua intenzione sia quella di avere come referenti chi fa dello stretto localismo una bandiera da cui mi dissocio nettamente, non perché non sia più che attento alle problematiche nostrane, ma perché ritengo che queste non possano essere risolte se non nel quadro di scelte a livello molto più ampio. La mania di protagonismo si evince dal fatto che prima di proclamare lui e solo lui su un blog ( altri cittadini dove sono?) la nascita di un nuovo “comitatone” avrebbe dovuto consultare gli altri comitati ed ascoltare attentamente i loro pareri in ordine a tale iniziativa. Detto questo non è certamente da escludere di poter concordare momenti di lotta comune anche se continuo a pensare che qualsiasi manifestazione assuma maggior rilevanza e forza se ha per oggetto un unico e solo motivo di protesta.


Elba Mappa 350

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