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Controcopertina: Dibattito sulla sanità elbana, le polemiche col presidente Rossi

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : giovedì, 15 settembre 2011

Sanità, Segnini: “Ultima chiamata per Rossi” “I sindaci elbani tornano a chiedere con una voce sola un incontro al presidente della Regione Enrico Rossi. Quanto ci è stato risposto non ci basta: vogliamo un confronto, aperto e fattivo, nel rispetto delle istituzioni che rappresentiamo e dei nostri cittadini che pretendono garanzie certe su un bene imprescindibile quale il diritto alla salute e non evasive rassicurazioni che non trovano fondamento nella realtà dei fatti”. Il sindaco di Campo nell’Elba Vanno Segnini, torna a rivolgersi al Governatore Rossi e lo fa convocando per sabato 17 settembre alle ore 11 a Portoferraio una nuova riunione straordinaria della Conferenza dei Sindaci sulla Sanità, “chiamata ad assumere decisioni straordinarie e iniziative non più prorogabili al fine di tutelare con forza i diritti degli elbani”. “Il fronte comune dei sindaci che ha parlato in queste settimane con unità d’intenti e visione – continua Segnini – non può e non deve essere disperso. Dobbiamo agire insieme e far valere le nostre posizioni. Al presidente della Regione diciamo: ci ascolti e dimostri sensibilità e rispetto per i cittadini elbani. E’ l’ultima chiamata utile per dare prova di rappresentare gli interessi di tutti e non del solo Continente”. Comune di Campo nell’Elba Le preoccupazioni "sanitarie del PD elbano Il coordinamento elbano del Partito Democratico, riunitosi il giorno 14/09 esprime profonda preoccupazione per le sorti della sanità elbana, che è sempre stata oggetto di attenzione nei documenti programmatici. Respinge con forza i progetti di ridimensionamento delle strutture sociali e sanitarie dell'isola d'Elba; in particolare delle Unità Operative di medicina, ortopedia, anestesiologia e in generale di tutta l'organizzazione dei servizi sociali e sanitari. Denuncia la drammatica situazione dei distretti, con quello di Portoferraio mai realizzato e quelli degli altri Comuni addirittura in fase di chiusura. Chiede alla dirigenza regionale del partito un immediato incontro. Sollecita i rappresentanti del Partito Democratico in Consiglio Regionale a farsi promotori di iniziative che portino in tempi rapidi ad un confronto tra il Presidente Rossi, l'assessore Scaramuccia e i Sindaci del territorio come dagli stessi già formalmente e da tempo richiesto. Ritiene inadeguata, inopportuna e non corrispondente alla realtà e ai bisogni dell'Isola la risposta fornita attraverso facebook dal Presidente Rossi. Chiede infine alla Regione di fornire precisi indirizzi all'azienda per l'attuazione di scelte che garantiscano alle realtà insulari il potenziamento e la valorizzazione dei servizi sociali e sanitari così come prescritto nel Piano Sanitario Regionale. Coordinamento Elbano del Partito Democratico CNA: Elba: con tagli e accorpamenti è a rischio la certezza delle cure Ci troviamo di fronte ormai ad una discussione accesa fra Istituzioni, comitati e cittadini su un tema di fondamentale importanza e gravità quale è la sanità. Fermo restando il sacrosanto diritto alla cura della salute che tutti i cittadini hanno, sancita dalla Costituzione Italiana, e rimanendo convinti che sulla qualità del servizio sanitario non dovrebbe pesare in alcun modo la voce “bilancio”: se non spendiamo i nostri soldi, e sottolineo i nostri soldi, per garantire il servizio sociale più importante, credo che di fatto si sia perso qualunque punto di riferimento civile e istituzionale. La voce “bilancio” deve invece essere presa in seria considerazione per quanto riguarda la trasparenza e l’utilità rispetto a dove e per cosa i nostri soldi vengono spesi. Prendendo atto che la gestione della sanità ha intrapreso un aspetto manageriale, si è individuato nell’accorpamento la soluzione riguardo il contenimento della spesa, ignorando altri aspetti, nel nostro caso assolutamente non secondari come l’insularità. La condizione di “isola” e la eventuale conferma del processo in atto di accorpamento e taglio dei servizi sanitari, comporta per i cittadini elbani una non certezza della cura, un disagio logistico in alcuni casi insostenibile, un aggravio dei costi personali, e una sensazione di abbandono. Rimanendo convinti che invece di spargere colpe, sia necessario un dialogo fermo e costruttivo tra istituzioni, come Associazione di categoria proviamo a rovesciare il problema. Perché si è visto l’ospedale dell’Elba solo come un costo sproporzionato rispetto ai canoni prestazionali, e non lo si è esaminato come una risorsa? Perché non si pensa ad un centro ospedaliero di eccellenza che potrebbe ospitare reparti specializzati per particolari patologie, dove cure specialistiche programmate sarebbero particolarmente indicate visto che le qualità ambientali e la tranquillità della vita quotidiana dell’Elba sono un valore aggiunto (vedi Volterra, che esistere soprattutto perchè eccellenza nella riabilitazione). Perché non costruire intorno ad un servizio sanitario un vero e proprio “sistema organizzato”? Il progetto di riqualificazione territoriale che l’Elba sta faticosamente portando avanti non può ignorare una problematica così importante. Come cittadini ed anche come imprenditori siamo inoltre fortemente preoccupati dall’eventuale chiusura di un reparto come quello d’ortopedia di fondamentale importanza anche in molti casi d’infortunio sul lavoro. La CNA chiede alle istituzioni, tutte, di mettersi a sedere senza preconcetti e posizioni arroccate, di prendere in considerazione tutte le possibili soluzioni tese alla salvaguardia di un diritto di tutti, e allo sviluppo di un territorio. Maurizio Serini Presidente CNA Isola d’Elba Non disprezziamo il nostro ospedale, DIFENDIAMOLO! Tutti quanti sanno che il nostro paese sta affrontando un periodo di crisi, una crisi che si cerca di superare con precise manovre di risparmio e, soprattutto, di taglio. Ad oggi sono stati presi diversi provvedimenti, come la soppressione delle province, l’aumento delle tasse (3% in più) per i redditi superiori a 3 milioni, la soppressione dei comuni che contano un numero di residenti inferiore a mille abitanti; il maggiore soggetto del mirino è però la sanità. Per quale motivo risparmiare sulla sanità della società, mentre per il mondo dello sport vengono impiegati prezzi “folli”? Perché limitare il servizio sanitario nei confronti di una persona affetta da una patologia più o meno grave, mentre il calciatore che guadagna di meno in serie A intasca mezzo milione di euro o anche di più? (oltretutto i calciatori si permettono anche di andare in sciopero). Questo per dire che il mirino potrebbe essere puntato senza problemi verso altri campi, tipo ancora lo stipendio e le indennità dei seicentotrenta parlamentari e delle loro famiglie, dove magari si potrebbe arrivare a risparmiare anche di più, senza giocare sulla vita delle persone. La sanità è un servizio che lo Stato deve garantire ai cittadini, come stabilito dalla nostra Costituzione. risparmiare non vuol dire garantire servizio. Tagliare non vuol dire garantire servizio. Risparmiare e tagliare significano limitare, ridurre il servizio, e non si riduce il servizio sanitario di una persona, perché significa ridurre il diritto alla salute. E questo è illegittimo oltre che ingiusto. L’ospedale di Portoferraio fa parte dell’ASL 6, insieme agli ospedali di Livorno, Cecina e Piombino. Chiaramente, sia dal punto di vista della densità demografica sia dell’estensione territoriale, l’ospedale di Livorno è tra i quattro il più grande. Quando si è deciso di tagliare sulla sanità, gli ospedali più soggetti a risparmio sono stati quello di Cecina, quello di Piombino e, soprattutto, quello di Portoferraio. Ovviamente, più lontano si trova l’ospedale da quello di Livorno, maggiori sono i provvedimenti presi. Ad oggi infatti, il risparmio sulla spesa del personale è stata di oltre 1 milione di euro, e questa carenza di medici ha comportato notevoli scabrosità nei reparti di Radiologia e Medicina Generale, per non parlare del reparto di Ortopedia, che da reparto è diventata sezione del Reparto di Piombino. Dunque un paziente con frattura al ginocchio o al gomito la quale diagnosi richiede un’operazione immediata, sarà costretto a sopportare un’ora di nave ed essere ricoverato a Piombino, con il medesimo straziante dolore. Già si prospetta che quello di Portoferraio non diverrà altro che un grande Pronto Soccorso, dove i pazienti più gravi saranno stabilizzati e portati a Piombino o a Livorno. S’immagini un paziente con un’emorragia celebrale: viene prima stabilizzato al Pronto Soccorso, poi caricato sull’ambulanza, imbarcato sulla nave (mare permettendo) o sull’elicottero (vento permettendo) e portato a Piombino, e poi di nuovo minimo un’ora di viaggio per raggiungere finalmente l’ospedale. E se la stabilizzazione non durasse tanto a lungo? E se ci fosse una mareggiata per cui le navi fossero costrette a non partire? E se ci fosse troppo vento per cui l’elicottero fosse costretto a non partire? Il paziente muore. E che dire del reparto di ginecologia? Le donne incinte dell’ottavo mese saranno ricoverate a Piombino o a Livorno? Con le gravissime implicazioni costituzionali per pazienti di serie a e pazienti di serie anche zeta. Nel frattempo, giusto perché piove sempre sul bagnato, la situazione è stata aggravata da una campagna mediatica che ha consentito a tutti di sparare a zero contro l’ospedale di Portoferraio ed i medici che lo tengono in vita. Una campagna mediatica forse politicamente pilotata, perché se una cosa si disprezza si sente meno dolore quando te la portano via. E figlio di questa campagna denigratoria è anche l’altro articolo pubblicato il 25 luglio su tenews dove il chitarrista di un gruppo musicale famoso si è permesso di vomitare parole di contenuto gravemente diffamatorio nei confronti (anche lui) dei medici dell’ospedale di Portoferraio. Ora basta però. Ora la misura è colma. Ora è il momento di comprendere che tutto questo fa parte di un ben preciso disegno più o meno politico, che si articola attraverso una sorta di messaggi subliminali che induce i cittadini a vedere in un’ottica ostile e di disprezzo la struttura ospedaliera di portoferraio. Un disegno ben orchestrato grazie al quale l’ospedale di Portoferraio viene talmente sminuito e disprezzato agli occhi dei cittadini che una volta che ce lo levano è solo un pensiero di meno! Ed è questa la cosa più grave. Gli elbani devono riappropriarsi di ciò che è loro: per prima cosa la dignità della propria insularità e la consapevolezza di essere diversi ma non certo peggiori dalla gente “del continente” La consapevolezza di aver diritto come la gente del continente agli stessi servizi. La consapevolezza di dover rafforzare e tutelare e difendere tutto ciò che nella nostra isola già abbiamo e prima di tutto l’ospedale. Il punto è che, è vero, il nostro paese si trova in una situazione di grave crisi, ma tagliare i reparti e il personale a un ospedale che si trova su un’isola non equivale a tagliare reparti e personale ad un ospedale che si trova in continente, come quello di Piombino o di Cecina o di qualsiasi posto. L’insularità è un grave limite che noi cittadini da sempre cerchiamo di sdrammatizzare, costruendo scuole, tribunali, e portando avanti strutture come quella ospedaliera, che di importanza supera sicuramente quella scolastica e quella giudiziaria, poiché si tratta della salute, e quindi della vita, delle persone. Dobbiamo scandalizzarci del trattamento che viene riservato al nostro ospedale ed ai medici che ci lavorano, dobbiamo scandalizzarci quando risorse destinate alla sanità vengono dirottate ad enti diversi dall’ospedale di Portoferraio, dobbiamo scandalizzarci di essere trattati come cittadini di serie b, dobbiamo scandalizzarci ed imprecare contro un sistema che non tutela i suoi membri più deboli. Dobbiamo continuare a scandalizzarci per non perdere la consapevolezza dei nostri diritti. Solo in questo modo potremo continuare a credere ed a lottare per un futuro migliore anche per la nostra isola. Marialetizia Muti Caro Presidente Enrico Rossi ho provato a risponderle su facebook Ho provato a risponderle su Facebook, ma la sua bacheca non accetta messaggi troppo lunghi, quindi le scrivo dai nostri giornali on line. Immagino sig. Presidente Rossi che lei abbia valutato bene la situazione Elbana: prima delle sue elezioni, sono venuto ad ascoltarla a Portoferraio, nella sala della Provincia. Avevo capito male o lei aveva detto di tenerci in modo particolare al nostro territorio, la nostra isola, dove forse, per i toscani, noi isolani siamo dei fortunati perchè viviamo all'Elba, posto da tanti agognato per le proprie vacanze, dove si vive tranquilli, dove non c'è smog, dove i ritmi in inverno sono quelli che sono....... Mi sembra che qualcuno non veda l'ora di farcela pagare invece la nostra fortuna. Purtroppo devo dirle che quella che da molti viene vista come l'Isola felice è fatta di persone che hanno sempre più problemi a vivere in certe situazioni. I trasporti a mare, chissà come andranno a finire ora che la compagnia Toremar è di fatto privatizzata: consideri che una famiglia per muoversi, anche solo per andare a Piombino perchè l'ortopedia è li adesso, deve spendere circa 50 euro di biglietto!( passeggeri più auto)(e il diritto alla continuità territoriale?!?!?!) per non parlare di prendere una coincidenza treno/nave !! I trasporti via terra all'Elba, sono ridicoli, i nostri figli che si spostano dai vari paesi per andare alla scuola superiore a Portoferraio hanno una qualità di servizi pessima, per non parlare poi della quantità delle corse : ridicola ! Mio padre si è rotto un femore lo scorso anno , lo hanno operato dopo otto giorni, il protocollo parla di operare entro 24, max 48 ore (non c'era alcuna complicazione esterna) Per fortuna è andata bene l'operazione , io abito a Porto Azzurro, ed in piena stagione estiva, ho fatto su e giù in quei 15 giorni di ospedale minimo una volta al giorno, se fosse stato a Piombino non so come avrei fatto, lo chiedo a lei.(Non mi risponda che a Piombino non sarebbe successo...) Le scuole, che dire, sono in condizioni penose, avere dei figli che frequentano gli istituti ci fa fare un salto nel passato di 40/ 50 anni e sicuramente le cose dal punto di vista didattico / organizzativo andavano meglio. Il lavoro della stagione si è accorciato sempre più, e quei famosi "con tre mesi di lavoro voi Elbani ci fate tutto l'anno" ce li sognamo......La situazione economica credo sia la stessa che abbiamo nella nostra bella Italia. Penso che il quadro elbano (e non abbiamo toccato:spazzatura, strade, acqua, ecc) potremmo continuare a dipingerlo ancora con tinte purtroppo non particolarmente belle. Lei potrebbe avere la possibilità di aiutare questa comunità, o forse anche lei pensa che abbiamo già troppo?? Enrico Gambelunghe


ospedale insegna striscia

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