Quando Giovanni Cimabue Ageno non sarà più il gestore dell’allegra combriccola della Biscotteria, ci uniremo al pianto dell’esercito di consulenti inconsulabili, dei gratificati comunali che cadranno forse in disgratifica, e non perché smetteremo di mungere dalle ageniali calde e confortevoli pocce come costoro han fatto (non si capisce in virtù di cosa), ma perocché ci mancherà tanto questo magno (anzi magnolio) sindaco, capace ogni giorno di stupirci. Ammiri il volgo e mediti la chiusa della sua ultima “lettera alla nazione alberghiera”: “Non cadete anche voi nell'errore di trasformarvi in attori del 'teatrino della politica' , che rappresenta il limite reale alla crescita istituzionale del nostro territorio dal punto di vista amministrativo; l'Elba ha bisogno di crescere ancora, ed ha bisogno dell'apporto di tutti , nessuno escluso, a tutti i livelli. E' il momento di farlo, possibilmente remando tutti nella stessa direzione". “Remare nella stessa direzione” “Il teatrino della politica” ci pare di averle già sentite. Si era presentato in punta di piedi educato e timido come un topino di magazzino, ma lo scettro di Cosimopoli l’ha forgiato, ora non si accontenta più di ciambellaneggiare dando riconoscimenti e premi o intitolando vie ad augusti chiccazzè, ora mostra il piglio del duca, fustiga gli inimici schibacchini, rifiuta sdegnoso di rivolger verbo a chi “rema contro” appunto, impera (seppur amabilmente) che la corporazione degli osti cessi il suo litigare e si schieri compatta nel campo giusto, il suo ovviamente. Pensiamo che tra un po’ egli giungerà al termine della sua kafkiana mutazione, inizierà a perdere l’uso del congiuntivo, continuerà con l’ostentare anche ai funerali un bel sorriso finto da un’orecchia all’altra, e finalmente tra i tanti consulenti si aggiungerà anche un consulente visagista comunale, che con rimmel, maskara e fondo tinta ben lo acconcerà per le pubbliche uscite nel teatrino della politica. Etcetera Etcetera Etcetera.