«Non è venuto in mente a nessuno di vietare la caccia a questa specie nelle forme attualmente consentite? E che se il cinghiale produce danni al mondo agricolo forse una caccia fatta dai sele-controllori o la cattura mediante trappole operata dagli operatori della polizia provinciale potrebbe essere più efficace? Certo, verrebbe meno anche una importante fetta dell’economia … (un cinghiale vale da tre a cinquecento euro e in molti con il pezzo della carne arrotondano lo stipendio), ma vuoi mettere con la sicurezza di poter passare liberamente sulla strada tutti i giorni dell’anno?». Vi direte cari lettori che frasi del genere sono state concepite da qualche ambientalista, e invece no sono dei cacciatori ad averle espresse (certo non i nostri) quelli umbri “non-cinghialai” che rappresentano 2/3 di chi va a caccia in quella regione. (vedere per credere la cronaca di Perugia della Nazione del 11/09/2011) La lettura delle cronache foreste può essere istruttiva, apprendiamo per esempio i gestori di due campi da Golf (uno a La Spezia l’altro a Firenze) sono furibondi perché si ritrovano sistematicamente sui loro “green” molte più buche delle 18 canoniche. Sarà colpa di Mario Tozzi che nottetempo si incinghialisce e attenta alle golfistiche strutture in qua e in là per l’Italia? Quella locale di cronaca ci dice invece che sulla questione dell’eradicamento e del giudizio sulle proposte ed azioni del Parco i sindaci sono divisi ed in disaccordo. Una domanda ci sorge spontanea: SU QUALE IMPORTANTE QUESTIONE I SINDACI DELL’ELBA SONO UNITI E D’ACCORDO? Via col mantra: chiudiamo questi otto pollai, chiudiamo questi otto pollai, chiudiamo questi otto pollai, chiudiamo questi otto pollai, chiudiamo questi otto pollai, chiudiamo questi otto pollai, chiudiamo questi otto pollai, chiudiamo questi otto pollai, chiudiamo questi otto pollai, chiudiamo questi otto pollai, chiudiamo questi otto pollai, chiudiamo questi otto pollai, chiudiamo questi otto pollai, chiudiamo questi otto pollai, chiudiamo questi otto pollai, chiudiamo questi otto pollai … ad libitum
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