Torna indietro

"Photomacchie" di Alex Beneforti alla Gran Guardia

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : sabato, 10 settembre 2011

Interpretare forme e composizioni astratte è un esercizio comune che almeno una volta nella vita abbiamo fatto tutti; L'utilizzo poi delle “macchie” per valutare la personalità di un individuo è un'idea che risale a Leonardo da Vinci e Botticelli. L'interpretazione di macchie di inchiostro era parte integrante di un gioco del tardo diciannovesimo secolo, ma quello di Hermann Rorschach (psicologo svizzero morto nel 1922) fu il primo approccio sistematico di questo genere. Prendendo spunto da una lunga serie di commenti su una mia foto postata su facebook in cui diverse persone avevano visto una notevole quantità di cose diverse, compresa la somiglianza ad una delle figure di Rorschach, ho iniziato un lavoro di ricerca applicato ai miei soggetti preferiti (le persone e gli elementi della natura) che, con un semplice gioco di riflessione (doppia o quadrupla), diventavano forme e macchie dal contenuto simbolico e surreale al tempo stesso. Le mie Photomacchie sono composte da proiezioni di luci e di forme sulla pelle che si contorce, da pietre illuminate dal sole, da acque argentate ed agitate che accarezzano la terra, da elementi architettonici che spaziano da un semplice caprile ad una chiesa medioevale e su ancora fino alle nuvole. La visione è anche un invito ad una liberazione emozionale per scoprire cosa voi vedete nelle Photomacchie; non esistono risposte giuste o sbagliate, ma dall'interpretazione delle risposte date a ciascuna tavola è possibile “partire” per un lungo viaggio che attraversa le personalità, i nodi e le dinamiche interpersonali. L’invito è quello di lasciare scritta una sola parola per ogni foto nell’apposito notes a fianco delle immagini.


Locandina photomacchie

Locandina photomacchie