Un mese di agosto molto “tormentato” da tutti i punti di vista, mi ha tenuto lontano dall’Elba e mi ha anche impedito qualche abituale commento su fatti e fattacci che riguardano la nostra isola, nel progredire delle preoccupazioni per quello che avviene a livello nazionale (l’involuzione verso la peggiore politica, il rilancio alla grande di assatanati speculatori e di ogni possibile egoismo locale e di casta, la confusione e l’improvvisazione, i repentini cambiamenti di rotta, ecc.) ed anche per quello che sta avvenendo e potrebbe avvenire a livello locale in chiave peggiorativa. Al qual proposito, rientrato a Roma, raccolgo voci più che preoccupanti, ad esempio, sul futuro del nostro Parco, lungo una via di continuità nei processi di sostanziale colonizzazione, le cui dinamiche, sul piano politico ed economico, ci riportano ai tentativi di invasione “tognana” degli anni 60, al non nascosto –so di toccare un tasto amaro!- e ripetuto di occupazione portato avanti tramite l’Amministrazione Provinciale (un motivo in più per eliminarla), allo spazio concesso ai forestieri nell’ambito commerciale, delle infrastrutture, dei collegamenti, mentre il sacrosanto principio della continuità territoriale veniva sempre più ridotto ad uno straccio da sbandierare di tanto in tanto. Non mi sono mai sbracciato più di tanto intorno al concetto dell’Elba agli elbani (alla fine anche mio Padre veniva da fuori ma si considerava un elbano doc) perché considero una casualità quella di essere nato in un certo posto e che l’elbanità si misuri soltanto in termini di amore e di attaccamento. Lo stesso vale per il concetto, più volte emerso, del “Parco agli Elbani”. Tuttavia è chiaro che un Presidente espresso dal territorio risponde meglio alle necessità dello stesso, valuta i problemi sulla base della conoscenza personale e non per sentito dire, trova- se ne ha la capacità- le necessarie intese con i Comuni e gli altri responsabili nel quadro di un complessivo equilibrio che subordini al compito primario (la salvaguardia ambientale) le intraprese economiche possibili, tenendo oggettivamente conto delle situazioni di avanzato degrado e di compromissione. Orbene, tornando alle voci, sembra non sia da escludersi una nuova ondata colonizzatrice per la scadenza della Presidenza del Parco (novembre) anche questa volta sull’onda della mala politica, degli accordi verticistici (con la Regione), della necessità di piazzare qualche personaggio bollito o ormai sulla graticola per più che probabili prossime trombature dovute all’ormai inevitabile cambiamento del quadro politico. Lo strano silenzio che circonda queste manovre a poche settimane dalla scadenza sembra, ove ci sia bisogno, confermare queste trame romano-fiorentine in via di maturazione. Prepariamoci quindi all’evenienza…. On. Pino Lucchesi Presidente Ce.N.I.S. Centro Nazionale Iniziative Sociali
Lucchesi pino