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Il sindaco di Rio Marina scrive a Napolitano sui problemi della sanità elbana

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : giovedì, 08 settembre 2011

Basta con l’errore di ritenere l’Elba una periferia come le altre, accomunandola ad aree di cui rispettiamo le esigenze ma che vivono di fatto una soluzione diversa. Questo dire e non dire per non pestare i piedi a nessuno è imbarazzante perché trascura che la nostra insularità deve essere affrontata con percorsi e strade proprie di fronte a quella che è una discriminazione ed il disconoscimento delle stesse garanzie costituzionali. Per questo ho deciso di scrivere al Presidente della Repubblica, garante della Costituzione, la lettera che riporto di seguito. All’Ill.mo Presidente della Repubblica Sen. Giorgio Napolitano OGGETTO: situazione sanitaria dell’Isola d’Elba - Tutela del diritto alla salute ed alla vita. Ill.mo Presidente, Sottopongo alla sua cortese e sensibile attenzione la problematica relativa al diritto alla salute dei cittadini dell’Isola d’Elba, diritto negato dalla riorganizzazione recentemente prospettata dalla competente ASL che, nel penalizzare anche le emergenze, si traduce nell’aperto disconoscimento del diritto alla vita. Tutto ciò apre indiscutibilmente il problema delle garanzie costituzionali dei diritti primari che rappresentano l’ultimo baluardo di uno Stato che non può non ricercare nella solidarietà sociale un rinnovato motivo di coesione e nell’intervento finalizzato alla rimozione degli ostacoli alla piena esplicazione della persona ed al soddisfacimento dei suoi bisogni (art. 3 Cost.) la rinnovata legittimazione della propria rappresentanza popolare. Ma veniamo ai fatti che Le illustro di seguito sommariamente, con riserva di ogni eventuale integrazione. Nell’ambito della riorganizzazione del Sistema Sanitario della Toscana e nel perseguimento di un obiettivo generale di razionalizzazione dell’organizzazione e della relativa spesa, è risultata prevalente l’opzione per un’organizzazione su base dipartimentale con inaccettabili ripercussioni sul livello di servizi delle zone periferiche, tanto più gravi se riferite ad un territorio insulare come il nostro che - per una condizione strutturale di svantaggio - ne risulta oggi pienamente discriminato e colpito nella sicurezza e nelle stesse garanzie di sopravvivenza dei suoi abitanti. Dietro la scelta dei dipartimenti si nasconde infatti il venir meno delle condizioni organizzative ed operative minime per dare una risposta almeno alle citate emergenze, neppure per la sola fase di stabilizzazione senza la quale non hanno senso misure come il servizio di trasferimento via elicottero. Il reparto di Medicina (insieme a quello di ortopedia) diviene una sezione di Piombino, scandalosamente sia per gli irremovibili problemi di collegamento (tempi e condizioni meteo), sia perché viene a mancare l’autonomia organizzativa e operativa proprio laddove confluiscono le urgenze di carattere medico. Come Lei agevolmente comprenderà, in questi casi il diritto alla salute è già diritto alla vita, specie nell’assenza di una terapia intensiva cardiologica e di una rianimazione, condizioni in cui la mancanza di tempestività e di strumenti è già un’omissione programmata, con ogni altra conseguenza fin’anche penale. Ma cosa potrà succedere difronte a casi di infarto complicato ed aritmie minacciose in cui i secondi sono la vita ed ogni iniziativa se non tempestiva rischia di essere inutile? Le conseguenze dell’incertezza di organici e strumentazioni (con possibili ripercussioni circa la stessa fattibilità di piccoli interventi salvavita, come la semplice applicazione di un pacemaker transitorio) finiscono per togliere in molti casi la speranza. Non può non esserci consapevolezza che tutto ciò precostituisce condizioni di rischio per la vita dei pazienti, rischio accettato in tutte le sue conseguenze fin anche a casi di malasanità purtroppo non estranei alla nostra realtà. Se tali scelte irresponsabili saranno portate fino in fondo, come potranno gli attuali responsabili dire domani di non aver previsto questi deficit di assistenza contribuendo in un certo qual modo a causare danni al bene più prezioso e declinare responsabilità? La cancellazione delle unità organizzative minime è dunque il colpo di grazia alle garanzie di salvaguardia di molte vite. Occorre pertanto che le Istituzioni e gli Enti competenti comprendano la gravità delle conseguenze di tali scelte e prendano atto che serve un impegno politico ed istituzionale che, fuori dai giochi delle parti, elimini questa grave discriminazione avviando - se necessario - un percorso di confronto con il Sistema Sanitario Nazionale ( che già agisce in alcuni casi con risorse proprie ed integrative rispetto a prestazioni sanitarie di cui è riconosciuta l’essenzialità e la mancanza di sostenibilità su base territoriale regionale) o comunque un’iniziativa legislativa specifica che restituisca alla politica il suo senso più vero di risposta ai problemi della cittadinanza. Con la presente, dunque, le affido la speranza di un intervento per risolvere la problematica esposta e con ciò ristabilire il rispetto delle garanzie costituzionali che non possono essere affidate a logiche e competenze meramente amministrative e contabili, pena la perdita di credibilità e lo stessa missione delle Nostre Istituzioni. Con Ossequio ed Autentica Stima. Avv. Paola Mancuso Sindaco di Rio Marina Comune dell’Isola d’Elba


Paola Mancuso

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