Da una gestione non più puramente emergenziale (che passi per il definitivo riordino delle competenze in materia e per l'inserimento di questa gestione fra le priorità del Governo), ai fondi, troppo pochi, stanziati per la difesa del suolo; dalla conoscenza e il presidio capillare del territorio (cui si arriva mettendo in rete Autorità di Bacino ed enti locali) fino alla lotta all'abusivismo edilizio e all'impegno globale contro i cambiamenti climatici. E' il decalogo nel quale Legambiente individua i punti deboli dell'approccio italiano al territorio e le mosse da compiere per allentare la morsa delle emergenze ambientali sul nostro Paese. "Un Paese in cui troppo spesso - ha detto Ermete Realacci, presidente di Legambiente - la foga cementificatrice e l'approssimazione delle politiche d'intervento hanno causato al territorio danni irrimediabili, dei quali periodicamente paghiamo il prezzo altissimo". le 10 mosse contro l'emergenza 1. manutenzione ordinaria del territorio prima grande opera pubblica. La gestione del territorio deve diventare una delle priorità del Governo 2.Finanziaria: troppo pochi soldi alla prevenzione. Si dovrebbe ipotizzare una spesa almeno pari a quella (4mld ) che ogni anno siamo costretti a spendere per rimediare ai danni del dissesto 3.mappatura e vincolo delle aree in emergenza. Molti torrenti e fiumi sono schiacciati da un'antropizzazione invasiva che trasforma normali esondazioni in disastri per intere città . Tutte le aree a rischio vanno classificate e analizzate per realizzare piani che limitino le eventualità disastrose, vincolando a questi fini l'uso del territorio 4.decostruzione e rinaturazione delle aree in costante allarme rosso. Ci sono porzioni di quartieri o aree industriali perennemente sotto la minaccia di inondazione. Per tutti quei casi dove altri interventi si mostrino inutili, E’ necessaria una scelta coraggiosa: abbattere le strutture in aree a rischio o concausa del dissesto (ad es. edifici in aree golenali) e rilocalizzarle al sicuro. 5.lotta all'abusivismo edilizio. Abusivismo vuol dire costruzione senza sicurezza e senza pianificazione territoriale: una minaccia per gli abitanti delle costruzioni illegali e anche per il territorio aggredito dal cemento selvaggio. Nessuna tregua dunque né condono per l'illegalità edilizia. 6.piena attuazione della legge 183 per la difesa del suolo. La 183/89 individua come criterio innovativo di gestione del territorio il bacino idrografico e istituisce l'Autorità di bacino 7.trasferimento di tutti i poteri in materia all'Autorità di Bacino: la concentrazione di competenze oggi frammentate e dai contorni indefiniti nelle sole mani dell'Autorità di bacino permetterebbe un governo più razionale del territorio 8.effetto serra. Un impegno effettivo e non solo a parole, a livello nazionale come nello scenario mondiale, per ridurre le emissioni di gas cliamalteranti e spingere l'acceleratore delle energie rinnovabili 9.coinvolgimento delle comunità locali nella gestione del territorio. Solo un presidio capillare del Paese può garantirne la gestione complessiva. 10.abbandonare una gestione puramente emergenziale del territorio