La scarsità idrica che colpisce ancora una volta l’Elba, con razionamenti e quartieri e frazioni di Marciana Marina e Marciana rimasti anche per intere giornate senza acqua, gli incidenti ripetuti alla condotta di scarico sottomarina di Procchio e la situazione di inquinamento del lungomare portuale di Marciana Marina trovato per l’ennesima volta con le analisi di Goletta Verde, mettono ancora una volta in evidenza uno dei tanti nodi comprensoriali mai risolti dalle amministrazioni elbane, quello del ciclo dell’acqua, dal consumo allo smaltimento. La situazione di Marciana Marina, unico comune della costa toscana privo di un impianto pubblico di depurazione, è certo al limite, ma anche diversi impianti che servono le condotte sottomarine di scarico dei reflui fognari non sono a norma con la direttiva Ue e si continua a “giocare” sul dato della popolazione residente mentre le norme riguardano i periodi di picco, che renderebbero la depurazione “vera” necessaria praticamente dappertutto. Inoltre, se si pensa che le condotte sono state rifatte ed adeguate a raggiungere una distanza ed una profondità dalle coste “sicure” solo dopo anni di denunce e dossier di Legambiente e grazie a finanziamenti del Ministero dell’Ambiente e del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, si capisce quanto i nostri amministratori stiano sottovalutando da sempre la questione e si limitino a rincorrere le emergenze, come a Procchio, o a negarle, come a Marciana Marina. Eppure depurazione, acqua e rifiuti dovrebbero essere al centro delle preoccupazioni di amministratori di Comuni che vivono di turismo e quindi di ambiente pulito, invece la nostra isola, secondo i dati dell’Ato Costa, ha il triste primato di un 40% di reflui non depurati (ma probabilmente sono molti di più quelli insufficientemente depurati) e secondo l’Arrr della più bassa percentuale Toscana di raccolta differenziata. E’ chiaro che sono queste, e non le altre che ogni tanto vengono tirate fantasiosamente fuori, le due “infrastrutture” civili alla cui realizzazione dovrebbero dedicarsi quotidianamente i nostri otto sindaci, magari reclamando l’accesso privilegiato ai fondi per le opere ambientali previsto dalla legge 394/91 sui Parchi che non hanno mai chiesto. Esiste poi un problema di controlli certi e periodici delle condotte idriche che sversano in troppi punti da una rete che a volte sembra un colabrodo e della manutenzione e sorveglianza costante delle condotte di scarico sottomarine, in attesa che si realizzi una vera rete di depuratori a norma che tratti tutti i reflui urbani. Amministrazioni locali, Asa ed Ato dovrebbero lavorare finalmente insieme ad un progetto comune dell'intero ciclo dell’acqua per l’Elba (adeguando e aggiornando quello attuato solo in minima parte), uscendo dal campanilismo inefficace per affrontare in modo unitario e comprensoriale questa tematica essenziale per l’ambiente e l’economia turistica. Ma questa nell'Elba dei tanti comuni e dei 100 Consiglieri comunali è fantascienza, gli amministratori elbani ci sembrano in tutt’altro affaccendati, magari a scrivere sui blog soortto falso nome, ad attaccare il Parco e ad aspettare che scoppi l’ennesimo tubo o che escano liquami da qualche troppo-pieno.
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