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Pronto Soccorso Ingolfato

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : sabato, 20 agosto 2011

È noto: i pronto soccorso di Livorno e provincia d’estate letteralmente scoppiano. Va da sé che (fortunatamente), oltre alla produttività industriale, sul nostro territorio si affianca un buon numero di presenze turistiche, Quante? Secondo i dati della provincia nove milioni sono i visitatori della costa degli etruschi, mentre due milioni e mezzo quelli che popolano l’Elba. Cifre impressionanti. Che si vanno ad aggiungere ai 360.000 residenti. Come fare per ovviare alla, ovvia, richiesta di servizi da parte dei turisti per quelli che sono i problemi spesso banali, a volte seri, per cui accedono al pronto soccorso? Sono ormai mesi che lo diciamo: implementare i servizi sul territorio. A parte l’assenza, ormai critica, di servizi h24 per i pazienti anziani, cui rimandiamo la riflessione in altra sede, diamo uno sguardo a quel che accade ad una ASL limitrofa alla nostra: quella grossetana. Al Pronto Soccorso di Orbetello (ospedale di primo livello come quello di Cecina, Piombino e Portoferraio) durante i mesi estivi i codici azzurri e bianchi vengono assegnati ai medici della guardia medica, con apposito ambulatorio, all’interno dello stesso Pronto Soccorso. E questi medici hanno anche accesso al sistema software del PS, in maniera tale da far rimanere i pazienti in carico allo stesso PS. Si ottengono due risultati: in primo luogo l’utente non ha l’impressione di essere allontanato dalla struttura sanitaria. In secondo luogo la riscossione dei ticket per questi codici è certa, perché gli utenti sono avvertiti che il servizio sarà a pagamento e gli operatori sono forniti di adeguato ricevutario con immediata riscossione del ticket al termine della prestazione. Risultato: il pronto soccorso è decongestionato dai codici minori e il costo del servizio è pari a zero perché in pratica si autofinanzia. Da non sottovalutare anche il fatto che i questi medici possono direttamente accedere alle consulenze di radiologia, di laboratorio e specialistiche. Ormai siamo in fondo a questa estate. Ci rivolgiamo alla dottoressa Calamai con spirito costruttivo. Siamo di nuovo stati profeti di quel che accade. Abbiamo idee note e già comunicate pubblicamente. Forse è il caso di cominciare a ragionare a future strategie per migliorare (a costo zero) l’erogazione dei servizi sanitari, partendo proprio dal territorio. Il pronto soccorso è un imbuto, ma la sua base non può essere sempre più larga.


Ambulanza pronto soccorso p.a. porto azzurro

Ambulanza pronto soccorso p.a. porto azzurro