Devo a Sammuri una risposta dopo la sua intervista a Barsotti su Greereport, in cui dice che non capisce da cosa derivino le mie critiche dal momento che Federparchi non ha ancora espresso una posizione che emergerà chiaramente dopo la consultazione con iscritti e associati. Ecco, la mia critica riguarda proprio questo fatto ossia il silenzio fino a quella data. Prima però devo dire che non ha più senso continuare a dire che la divisione oggi riguarda ancora chi è per rimettere mano alla legge 394 e chi vi si oppone per timore di peggiorarla. La legge 394 è stata già profondamente cambiate 10 anni fa da quando si è rimasti orfani di una qualsiasi cabina di regia nazionale a cui il ministero dell’ambiente doveva provvedere e non l’ha fatto, poi in tempi più vicini si è di nuovo messo le mani sulla legge in un punto cruciale togliendo al piano del parco il paesaggio, piu recentemente ancora con il ‘milleproroghe’ sono stato abrogati alla chetichella i consorzi di gestione dei parchi regionali il che ha messo in difficoltà regioni come la Lombardia e l’Emilia-Romagna che devono trovare ora una quadra non semplice. E’ di ieri infine l’articolo del presidente del Parco dell’Arcipelago che dice che i presidenti dei parchi nazionali non sono neppure pagati per una cervellotica decisione del ragioniere dello stato che evidentemente non ha bisogno di nuove leggi per fare cavolate. Non aggiungo che da più parti senza aspettare né il Senato né Federparchi si continua a chiedere lo scioglimento dei parchi leghisti in testa. Di questi problemi Legautonomie si è occupata all’ulitmo parco libri, poi nel febbraio del 2010 al Convegno a Cosenza sui cento anni dei parchi nazionali e in Italia e già prima allo stesso Congresso di Federparchi dove fu eletto Sammuri quando il testo stava per cominciava a circolare prendendo le mosse dalla ‘punizione’ delle regioni nella gestione delle aree protette marine fino all’ultima perla e cioè un Comitato di programmazione nazionale dei parchi, dove regioni ed enti locali non sono presenti. Federparchi finora su questo non ha detto una parola. Dobbiamo aspettare settembre per saperne di più dopo il percorso partecipato e approccio propositivo di cui ha parlato Sammuri. Se regioni, province e comuni con le loro rappresentanze avessero fatto altrettanto con i loro tempi a quest’ora avevano chiuso i battenti anche se non ci sono purtroppo lontane. Possibile che in tutto questo tempo non si sia avvertito la necessità e l’urgenza di farsi sentire e valere?. Chi ha voglia di consultare sul sito www.parks.it la collezione di Parchi, la rivista prima del coordinamento e poi di Federparchi potrà vedere come l’associazione tallonò prima, durante e dopo il legislatore e il governo che stavano lavorando alla legge quadro di cui oggi ricorre il ventennale. Se avesse seguito i tempi e le modalità attuali sarebbe arrivata a babbo morto. Ecco le ragioni della mia critica ed anche naturalmente la speranza e l’augurio che a settembre tempo di vendemmia non si perda l’occasione per dire con chiarezza cosa non va di una legge che aggraverebbe una situazione già pesante.
Bosco Tambone