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Parco: Acqua nascosta? Acqua negata? Un buco nell'acqua!

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : giovedì, 18 agosto 2011

Il Consigliere del Parco Nazionale, Umberto Mazzantini, al quale è stata delegata la funzione di portavoce dal presidente Mario Tozzi che è all’estero, ha dichiarato in merito alle affermazioni di Florio Pacini, responsabile dell’Italia dei Valori all’Elba, che denuncia la mancata concessione di centinaia di permessi di trivellazione di pozzi all’interno dell’Area Protetta: «Bisognerebbe stare più attenti, soprattutto quando si sparano cifre come quelle di centinaia di permessi negati per la trivellazione di pozzi per l’acqua e poi si scopre che sono stati 5 in due anni! Un esponente di un importante partito di governo come l’Italia dei Valori, invece di andare dietro alle leggende paesane e alle chiacchiere estive da bar, avrebbe fatto meglio a consultare la legge che fissa le regole ed il quadro ai quali deve attenersi il Piano del Parco, che è stato approvato dai Comuni dell’Arcipelago Toscano, dalla Regione Toscana e dalle province di Livorno e Grosseto, governate anche dall’Idv. Chi amministra il Parco Nazionale, se non vuole violare la legge e commettere un reato, deve attuare le leggi emanate dal Parlamento e il Piano approvato dagli Enti pubblici che governano l’Arcipelago Toscano. Altrettanto devono fare la Direzione e i funzionari del Parco che esaminano le richieste e forniscono i pareri tecnici. Dispiace che un esponente di un partito che ha fatto meritoriamente della legalità una bandiera sia incorso in un tale errore che speriamo verrà corretto. Restiamo a disposizione di Florio Pacini per ulteriori spiegazioni e per fornire tutta la documentazione sulle richieste di perforazione di pozzi dentro l’area protetta, tenendo conto che il Parco Nazionale ha tre doveri: la trasparenza degli atti, il rispetto della legge e delle norme e la difesa dell’ambiente, e quindi dell’acqua, come bene comune e non privatizzabile, così come sancito da due recenti referendum al successo dei quali l’Italia dei Valori ha dato un contributo essenziale». Ecco le spiegazioni tecniche del direttore del Parco, Franca Zanichelli. Nel 2010 sono state negate 3 autorizzazioni e nel 2011, fino ad oggi, sono state negate 2 autorizzazioni. In tutto 5, come le dita di una mano. Presso il nostro Ente non sono sopraggiunte centinaia di domande: colpa della posta? Stanno per arrivare? Cerco di illustrare la questione pozzi, limitandomi esclusivamente agli aspetti normativi vigenti per non perdere l’acqua … in un fiume di parole! Il Piano del Parco Nazionale in vigore dal 2010 pone cautele sull’uso della risorsa idrica che è un bene pubblico e di interesse pubblico. In accordo con le leggi nazionali sulla gestione delle acque (n.183/89; n.36/94 e successive …) e con gli indirizzi delle Autorità di Bacino competenti si attuano indicazioni di pianificazione conformi alla scala territoriale rappresentata nell’ambito di competenza. Nel caso del Parco Nazionale, per ciò che attiene all’Elba e alle isole minori, la materia è trattata dall’Autorità di Bacino Toscana Costa che include la Val Cecina e la Val Cornia. Tale organo è dotato di una Conferenza dove sono rappresentati tutti i Sindaci dei Comuni e da un Segretariato e da un Comitato tecnico che assumono atti pubblici. I Piani di Bacino sono sovraordinati ai Piani dei parchi. Ovunque in tutte le Regioni italiane, per la loro importante ricaduta a vasta scala, superano i Piani provinciali e locali. Il Piano del Parco, avviato dal Presidente Tanelli, portato avanti dal Commissario Barbetti e finalmente adottato dall’attuale Direttivo, è stato approvato dopo un lungo esame tecnico e ha superato la verifica giuridica volta ad accertare la coerenza con la normativa sovraordinata vigente per applicarne gli effetti sul territorio senza incorrere in procedimenti di impugnazione. Nell’art. 24 delle Norme Tecniche del Piano del Parco, pubblicate all’Albo Pretorio on line sul sito dell’Ente Parco www.islepark.it o reperibili direttamente al seguente link: http://www.islepark.it/index.php?option=com_cmsdoc&view=cmsdoc&id=78&lang=it&Itemid=51 sono contenuti i passaggi essenziali che riguardano i temi rilevati dal Sig. Pacini. Al punto 24.1 si esplicano le finalità della salvaguardia delle risorse idriche, al punto 24.3 e 24.4 si precisano le modalità per attuare sia la ricognizione sullo stato delle falde sia gli indirizzi per la preservazione della risorsa. Al punto 24.4, all’alinea a) si evidenzia che dev'essere impedita la perforazione di nuovi pozzi … mentre al punto d) riguardante aree a minore vulnerabilità idrogeologica si precisa che la perforazione di nuovi pozzi è limitata alle utenze pubbliche e per esse è obbligatoria la protezione dinamica. Il divieto di aprire nuovi pozzi quindi non è dunque una prerogativa di diniego applicata esclusivamente dell’essere entro il Parco ma rispetta un obiettivo di tutela delle falde, altrove esercitato da altri Enti competenti. A seconda del tipo di captazione o di derivazione sono previste procedure in capo agli assessorati ambiente di Regione e Provincia. La materia è molto complessa e riguarda diversi aspetti del prelievo idrico dal suolo e sottosuolo. L’acqua è un bene prezioso, non può essere ne’ disperso, ne’ contaminato, ne’ sperperato. Gestire il territorio del Parco significa assicurare questi obiettivi”.


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