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Cronaca di micini e di inciviltà ferragostane

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : mercoledì, 17 agosto 2011

Scendo la mattina a portare da mangiare a Micina, estate e inverno, con la pioggia e con il sole. E Micina che ha scelto di vivere in quel paradiso e non in una stupida casa umana mi viene incontro, sul pontile di Patresi. Conosco quel posto come le mie tasche soprattutto grazie a questa strana gatta che non mangia pesce. E certe volte mi commuovo, da quella vecchietta antica che sono, davanti a qualcosa di bellissimo che cambia sempre, mai una giornata uguale all’altra, colori dissimili, mare che più vario non si può. Persino i gabbiani mi sembra che cambiano il verso delle piume o la tonalità del giallo del becco. Insomma è inutile che vi descrivo qualcosa che amo profondamente e che voi sicuramente conoscete e sebbene faccio caterve di fotografie nulla vale la gioia di girare l’ultima curva, scendere per la stradina che più erta non si può, cercare la gatta e salutare la mia Patresi. E vengo sempre ricambiata. E stamane ho avuto il dispiacere di vedere il pontile insozzato di vomito, cicche, bicchieri e bottiglie, 3 fuochi accesi contro gli scogli, una tenda con 3 ragazze addormentate e poco salde sulle gambe una volta uscite dalla tenda, la centralina elettrica con la porta divelta. Non ho provato stizza ma una profonda malinconia per chi ha violato un posto così bello.


Patresi faro punta polveraia

Patresi faro punta polveraia