Domenica 7 Agosto, alla presenza del nuovo vescovo della diocesi di Massa Marittima e Piombino, Monsignor Carlo Ciattini, una via di Capoliveri – la ex via della Soprana – sarà intitolata a Don Vincenzo Bernardini. Ex parroco del paese, Don Bernardini fu una personalità di spicco della comunità locale. In molti capoliveresi resta viva la sua memoria. Segue una breve nota biografica curata da Roy Cardelli. Era la fine del gennaio del 1991 e don Vincenzo Bernardini moriva a Massa Marittima, stroncato da una grave malattia. Non aveva ancora compiuto settantanni. Per una vita era stato sacerdote. Una vita apostolica passata all’Elba. Per ben 40 anni parroco di Capoliveri. Era stato consacrato il 29 giugno del 1943 e svolse i suoi primi anni di apostolato nelle campagne massetane: Montioni, Cura Nova. Poi era arrivato all’Elba. Sono passati 19 anni dalla morte ma il suo ricordo è ancora vivo.Era arrivato all’Elba nel 1945. Fu inviato provvisoriamente a Marina di Campo dove svolse un apostolato forte e dove anche lì il suo ricordo è ancora vivo. Poi il 26 novembre del 1950 fu destinato a Capoliveri. Vi resto fino al 1991, anno della sua morte. Un giovane prete alla guida di una parrocchia non facile: un impegno reso ancor più difficile dal fatto che sostituiva don Michele Albertolli, parroco di un paese dove era nato. Don Vincenzo scardinò subito i luoghi comuni: una spinta giovanile, un modo di agire che, all’inizio, aveva fatto storcere il naso ai parrocchiani più radicali. Si spostava alla guida di una fiammante motocicletta, una Guzzi, sulla quale scorrazzava per le campagne fino a Lacona dove ogni domenica celebrava la messa. In seguito, con una vecchia Seicento attrezzata di altoparlanti, andava a ridosso delle spiagge, dei primi luoghi di villeggiatura a parlare del Vangelo. Celebrava la messa anche nel piccolo campo sportivo di Lacona. Aveva un linguaggio deciso, a volte anche aspro. Ma dietro la scorza di quel rude maremmano si nascondevano doti umane notevolissime che lo hanno fatto amare da tutta la comunità di Capoliveri: cattolica e laica. Ha fatto molto per la comunità parrocchiale e per il paese: realizzò la casa canonica per le attività parrocchiali, sistemò il santuario della Madonna delle Grazie coinvolgendo un mecenate tedesco, ristrutturò il campanile della chiesa danneggiato dai bombardamenti, riaprì al culto la chiesa di San Gaetano. Don Emanuele Cavallo, oggi parroco di Capoliveri aveva conosciuto don Vincenzo a Valpiana. Dice: «Facevamo parte dello stesso presbiterio. Essendo stato parroco di Valpiana prima di me veniva a trovare alcuni valpianesi e si fermava a salutarmi. Quarantanni non sono facili da sintetizzare. Nel gennaio del 1991, proprio in questi giorni, andavo a trovarlo all’ospedale di Massa Marittima. Mi domandava cosa facevo e gli accennai che andavo, come lui, a trovare le persone e a portare la benedizione nella ricorrenza di Sant’Antonio Abate lasciando come ricordo alle famiglie anche l’immagine della Madonna del Buonconsiglio. Ne chiese una. La baciò devotamente e la pose sotto il cuscino e intravidi un’altra immagine: era quella della Madonna Delle Grazie». Ora don Vincenzo è sepolto nel cimitero di Follonica, suo paese natale. A Capoliveri, alla comunità parrocchiale ha donato tutti i suoi beni. La sua abitazione di via Roma a Capoliveri è diventata “Casa Nazaret”. É adibita per la catechesi dei giovani capoliveresi, l’altra abitazione di Follonica è stata donata alla parrocchia e seminario. Una testimonianza di amore per un paese che amava e lo ha amato.Per tutti questi motivi, a nome mio personale, ed a nome del Partito che rappresento, chiedo all’Amministrazione comunale di Capoliveri che, in occasione del ventennale della sua morte (gennaio 2011) venga a Lui dedicata una strada nel nostro Comune a perenne ricordo di un uomo che tanto ha fatto per Capoliveri e per la sua comunità.
Capoliveri aerea nuova