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Controcopertina: Interrogazione parlamentare sui tagli alle scuole delle Isole Minori

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : martedì, 02 agosto 2011

Questa è l’interrogazione Parlamentare presentata dal Senatore Francesco Ferrante a difesa delle scuole dei piccoli comuni in tutta Italia, visto la nuova finanziaria approvata in luglio dal governo prevede dei tagli orizzontali che eliminerebbero le segreterie e presidenza delle scuole sotto i 500 alunni. Smembrando piccole grandi realtà d’Italia come quelle insulari, pregiudicando il futuro dei nostri figli e dell’identità degli stessi luoghi. L’intervento è stato possibile grazie alla segnalazione da parte dei circoli Legambiente Isole Egadi e del responsabile Isole minori di Legambiente, Umberto Mazzantini. INTERROGAZIONE Ai Ministri dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca e dell'Economia e delle Finanze Per sapere, premesso che: - i provvedimenti legislativi degli ultimi anni hanno messo in difficoltà un sistema di istruzione di qualità per i cittadini delle aree montane ed isolane del nostro Paese. Su questo è stata di recente organizzata una conferenza stampa da Anci Umbria, Uncem Umbria, Comune di Montegabbione, Comune di Terni e Provincia di Terni e Legambiente in cui è stato presentato il documento scaturito dal seminario “Le scuole montane come presidi educativi di eccellenza. Quali condizioni amministrative, didattiche ed organizzative per una nuova governance dell’istruzione nei territori montani: buone pratiche a confronto”, organizzato il 7 maggio scorso nell'ambito di Voler bene all'Italia, la campagna di Legambiente dedicata ai piccoli comuni; - questo appello per salvare le scuole di montagna e la richiesta per l'istituzione in sede di Conferenza Unificata di un tavolo che affronti in maniera specifica la situazione e i bisogni dei presidi scolastici montani e delle piccole isole è stato lanciato nel piccolo comune umbro di Montegabbione; - è del tutto evidente che intorno alla riorganizzazione della rete scolastica territoriale occorra intervenire con una metodologia che tenga conto non solo degli aspetti finanziari, ma soprattutto di una strategia di tutela e valorizzazione della permanenza delle popolazioni su territori definiti geograficamente marginali, ma di grande importanza in merito alla gestione delle risorse naturali, alla qualità territoriale e alla coesione sociale; - la maggior parte dei comuni italiani è classificata montana, il 52% degli 8.101 comuni; tra questi, 655 sono parzialmente montani e i rimanenti 3.546 totalmente montani. Se poi si considera la conformazione geografica risulta che l'Italia è costituita da montagna e collina per il 74% del territorio nazionale (fonte: Censimento ISTAT 2001). E la montagna italiana, oltre ad offrire scenari e paesaggi di meravigliosa bellezza, costituisce una preziosa riserva di energia e risorse insostituibili, nonché un patrimonio unico di storia, cultura e tradizioni, ma è anche uno dei contesti geografici più fragili: rischio spopolamento, nonché dello sfruttamento indiscriminato delle risorse e della distruzione di un risorsa naturale, plasmata e conservata, con risultati alterni, per millenni dall'opera dell'uomo, oggi sempre più esposta alle continue catastrofi e al dissesto idrogeologico; - con il decreto legge 98/11 - ultima manovra finanziaria approvata - si sono apportati ulteriori pesanti tagli per l'istruzione e le risorse degli Enti Locali che colpiscono proprio le scuole situate nelle piccole isole e nei comuni montani, anche in spregio delle competenze regionali. È come se chi ha formulato queste norme non conoscesse il funzionamento reale della scuola e di non avere a cuore la promozione e conservazione di presidi scolastici di qualità anche nelle aree montane, così strategiche per uno sviluppo sostenibile ed equilibrato del Paese; - la montagna necessita di leggi specifiche e non di deroghe a cominciare dalle politiche per la scuola e dal diritto ad un'istruzione di qualità per chi vive in zone fragili. Infatti la scuola di montagna non può essere pensata come semplice trasposizione del modello impoverito delle scuole di città.; - le scuole di montagna possano essere dei presidi educativi di eccellenza – secondo l'Assessore alla Pubblica Istruzione della Provincia di Terni – ma per far questo occorre prima di tutto investire nella formazione degli insegnanti, soprattutto di quelli che lavorano nelle pluriclassi, garantire la continuità dell'insegnamento e sostenere progetti innovativi volti a superare le “sofferenze” di organico; - la stessa situazione, è importante sottolineare, vale anche per le piccole isole che vivono anche loro una condizione di marginalità che dipende in larga misura dall’isolamento geografico cui vanno incontro durante i mesi invernali. La fragilità di questi territori, che la legge 111 del 15 luglio 2011 insieme ai rapidissimi cambiamenti culturali e sociali rischia di travolgere, porta in primo piano il ruolo dell’istruzione. Le scuole delle piccole isole si connotano in modo specifico rispetto ad altre realtà scolastiche della terraferma, perché la distanza dal territorio di riferimento e da altre isole dello stesso arcipelago, in alcuni periodi dell’anno costituisce un problema reale. - il pendolarismo e il turnover delle insegnanti (ad esempio nel caso delle Isole Egadi superiore al 98%) hanno forti ripercussioni sulla continuità didattica. Pertanto l’estrema precarietà del gruppo docente determina un vistoso calo nelle iscrizioni. Molte famiglie, infatti, abbandonano le nostre isole alla ricerca di situazioni scolastiche che offrano maggiori garanzie di continuità e qualità. Ciò determina un complessivo impoverimento del tessuto sociale della collettività e una perdita della fascia più giovane della popolazione isolana, perché a rimanere sono i più anziani, i meno scolarizzati, quindi, la parte meno dinamica della popolazione; - si evidenzia che spesso questi territori sono Aree Marine Protette o Parchi. Questo rappresenta un fatto non secondario per le prospettive di crescita locali perché può diventare strumento economico, culturale e sociale per la valorizzazione del territorio, la tutela della biodiversità, l’incentivazione ad un turismo eco-sostenibile ed opportunità di lavoro per nuove figure professionali a diversi livelli. - per tutto questo è oramai indifferibile istituire in sede di Conferenza Unificata un tavolo che affronti in maniera specifica la situazione e i bisogni dei presidi scolastici montani e delle piccole isole”; - è importante ricordare che lo scrivente ha già presentato una interrogazione, 4-03625, nella quale si chiedeva di conoscere se: "il Governo ancora creda nella scuola come punto fondamentale di crescita dell'individuo e se, considerando il diritto allo studio un diritto fondamentale della persona, perno di sviluppo e presidio culturale ma soprattutto per rilanciare e continuare a far vivere i piccoli comuni montani, intenda immediatamente convocare un tavolo istituzionale, con la partecipazione dei Ministeri competenti, della Conferenza Stato-Regioni, degli enti regionali e locali insieme a tutti gli altri soggetti interessati, in modo da affrontare le problematiche in modo organico, e dare delle risposte definitive alle istanze sollevate da ANCI Umbria e Comuni montani umbri, oltre che ad intervenire con risorse, anche aggiuntive, nelle situazioni più critiche a tutela delle scuole, con particolare riferimento a quelle ricadenti nei comuni montani"; - a cui il Ministro dell'Istruzione aveva risposto, pubblicata nel fascicolo n. 102 del 22/11/2010, tra le altre cose che: "…Da quanto detto sopra emerge una grande attenzione dell'Ufficio scolastico competente riservata alle scuole situate nei comuni montani, alle specifiche situazioni locali e alle condizioni di disagio proprie di tali territori, prevedendo il funzionamento di classi anche con un esiguo numero di alunni, senza sopprimere alcun plesso, pur nel rispetto del contingente di posti assegnato alla regione e con riguardo alla puntuale e compiuta realizzazione degli obiettivi fissati dal citato art. 64 del decreto-legge n. 112 del 2008". Di fatto aveva assicurato, anche se solo per l'Umbria non ci sarebbero stati ulteriori tagli o accorpamenti, ma questo non solo non è avvenuto ma i tagli e gli accorpamenti hanno colpito in questi anni indiscriminatamente tutto il nostro Paese. Alla luce di quanto sopra esposto si chiede ai Ministri dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca e dell'Economia e delle Finanze di conoscere: se non intendano immediatamente istituire, oltre che ad un tavolo nazionale che comprenda la Conferenza Stato-Regioni, gli enti regionali e locali insieme a tutti gli altri soggetti interessati, in ogni Regione un gruppo di lavoro interistituzionale per elaborare finalmente e concretamente una strategia che tenga conto e valorizzi le scuole dei piccoli comuni e, in particolare quelli delle piccole isole e quelli di montagna, che individui i bisogni formativi di quelle comunità utile strumento per la programmazione educativa sul territorio oltre che ad intervenire con risorse, anche aggiuntive, nelle situazioni più critiche a tutela delle suddette realtà FERRANTE


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