In giro a fare shopping per i negozi dell’Isola d’Elba, in particolare Portoferraio, Capoliveri, Porto Azzurro e Campo nell’Elba … ma senza pagare gli acquisti fatti. Forse un gioco da ragazzi portato all’esasperazione, ma di certo i tre minorenni e l’ appena maggiorenne, tutti liguri, rintracciati dai carabinieri dell’isola con una quantità di merce rubata davvero notevole, dovranno rispondere, per davvero e non per gioco, ai rispettivi Giudici competenti (sarà, infatti, il Tribunale per i Minorenni Firenze ad occuparsi dei tre più giovani ), di concorso in furto pluriaggravato e continuato. Una 17enne si avvicina alla commessa del negozio chiedendo informazioni su alcuni capi di abbigliamento, il fidanzatino coetaneo controlla che non vi siano altre commesse che possano prestare attenzione ai loro movimenti ed i restanti due complici, un 18enne ed un16enne arraffano tutto ciò che più gli piace e velocemente li nascondono in un trolley che portano con loro. Alla fine basta un cenno per allontanarsi con assoluta calma dal negozio, senza destare dubbi o sospetti. Una tecnica, purtroppo, prima collaudata e poi ripetuta in diversi negozi, ben quattordici, che espongono prodotti di grandi firme della moda ma anche di souvenir presenti su tutto il territorio elbano. Solo una commessa di un negozio di Portoferraio intuisce che, all’uscita dei 4 giovani dal negozio, manca qualcosa e si rivolge ai Carabinieri di Portoferraio per segnalare l’accaduto. I militari del Nucleo Operativo dell’Arma locale, solo sulla base di una minuziosa descrizione fisica dei taccheggiatori, sviluppano delle accurate e tempestive indagini che permettono, in appena un paio di giorni, dopo alcuni servizi di ricerca e nonostante le numerosissime presenze di ragazzi in questo periodo sull’Elba, di individuare il “covo” dei quattro: una casa nel capoliverese. E’ lì che i Carabinieri, intervenuti al momento ritenuto più opportuno, recuperano circa 70 pezzi, tra capi d’abbigliamento, ricordini, accessori, alcuni dei quali ancora completi del talloncino di vendita. Scarpe, giacche, felpe, t-shirt, camicie, pantaloni lunghi e corti, costumi da bagno, portafogli, marsupi e cravatte, tutti articoli di marche conosciute e soprattutto costosi, ma anche statuette di personaggi illustri e piccoli oggetti, rubati, forse, per ricordarsi dell’Elba …. o forse per un altro motivo, una specie di gioco, appunto, ma di quelli dannosi e a questo punto non solo per i negozianti (che in molti casi hanno visto restituirsi dei beni del cui ammanco non si erano neanche accorti). Già, perché l’idea che sfidare la regola forte, come quella penale, possa rappresentare qualcosa di esaltante, divertente, eccitante e quel vortice che si crea quando i risultati delle malefatte si susseguono uno dietro l’altro a favore del reo, non è una cosa originale che hanno inventato i quattro turisti liguri, è cosa vista e rivista e non rende né più grandi né più forti. Originale e forte è, invece, capire, soprattutto da ragazzi, che corse come questa verso il rischio, vanno, prima o poi a finire contro il muro della legge e che il ricordo che resta di quell’esperienza non è quello dolce dell’esaltazione in cui riesce l’impresa, ma quello amarissimo di un processo e magari di una condanna che possono rovinare le aspirazioni di una vita.
trolley carabinieri