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A Sciambere: L’intemerata sul Parco di Carabellese nel buscionaio ardente

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : martedì, 26 luglio 2011

Vediamo che il consigliere provinciale della Lega Nord Pietro Carabellese, dopo essere stato “buonino” nel confronto faccia a faccia con il presidente del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano Mario Tozzi (perché glielo avrebbe chiesto un esponente del Partito Democratico, proprio un fior di opposizione quella leghista…) ora coraggiosamente e da lontano dice di volersi “togliere qualche sassolino dalle scarpe”, peccato che ci sembra lo abbia fatto entrando scalzo in un roveto, o meglio in un buscionaio, come diciamo all’Elba. Che la Lega Nord avesse uno strano concetto del mondo ed addirittura della geografia era abbastanza noto, visto che ha cooptato per battesimo politico l’Arcipelago Toscano nella Padania come territorio di oltremare, ma pensavamo che nessuno avrebbe superato le fantastiche stranezze della precedente leadership leghista (canale navigabile Schiopparello-Mola, aeroporto internazionale a Pianosa, abolizione dei Piani Regolatori e liberi tutti per costruire dove si vuole…), poi espulsa e finita in un altro folkloristico movimento alleato della Lega Nord: quello della destra baciapile anti-gay di Giovanardi. Sbagliavamo, il Signor Carabellese è riuscito a superare Bensa. Naturalmente, se lo riterranno opportuno, al consigliere de-sassolinato della Provincia di Livorno risponderanno, per le accuse che sono loro rivolte, il presidente e la direttrice del Parco. Noi ci limitiamo a far rilevare al Carabellese le minchiate più grosse che ha scritto e che rischiano di fargli trovare le scarpe piene di “scalzapreti”. 1) E’ vero che sul Parco non c’era consenso, anche perché i leghisti e gli antiparco dicevano che non si sarebbe potuto più fare il bagno, pescare, fare i funghi, coltivare l’orto, mettere un mattone, che si sarebbe pagato il biglietto per entrare all’Elba e che ci sarebbe stato il numero chiuso per il turismo e un forestale alla porta che intimava a tutti cosa dovevano e non potevano fare... Quel parco, quella “riserva indiana”, era una clamorosa bufala e una disgustosa panzana politica che ha fatto solo l’effimera fortuna di qualche arruffapopolo.. 2) Non è vero che tutti i sindaci fossero contrari al parco, noi ne ricordiamo almeno 3 favorevoli; Ruggero Barbetti, Luigi Vagaggini ed Alberto De Fusco, gli altri giocavano a fare il gatto fra le botti, duri alle manifestazioni e morbidi a Livorno, Firenze e Roma, salvo tre: i sindaci estremisti di Capraia e del Giglio e l'allora sindaco di Portoferraio, al quale va riconosciuta coerenza nella sua avversità al Parco. 3) Carabellese ha una ben strana concezione della democrazia se ritiene che il cosiddetto “referendum popolare vinto dagli anti-parco” fosse una cosa seria. Furono trascinati a votare anche i minorenni, il voto fu prolungato perché nemmeno così si riusciva ad ottenere l’ipotetico “quorum” del 51%, la propaganda elettorale a senso unico si svolse per le strade e con le auto munite di altoparlanti anche nei giorni della consultazione, i “seggi” erano presidiati, dentro e fuori, da antiparco e cacciatori… Robe del genere succedono in Corea del Nord e in Bielorussia, un referendum con modalità di questo tipo si potrebbe tenere solo in Myanmar, in Libia o nello Zimbabwe. Il che dimostra che è vero che i leghisti non sono razzisti, almeno per quelli elbani di adozione il modello di riferimento è quello dei Paesi del Terzo Mondo: consultazioni "democratiche" così le organizzano Kim Jong II, Muhammar Gheddafi o Robert Mugabe. 3) E’ vero che Sindaci elbani firmarono un documento unitario con il quale rifiutarono la proposta di perimetrazione ministeriale, ma è anche vero che poi gli stessi sindaci accettarono l’Allegato 1 che fa parte integrante del Dpr istitutivo del Parco Nazionale (che fissa ad oltre il 50% del territorio dell’Elba a Parco) e che l’attuale perimetrazione a macchia di leopardo del Parco è frutto della matita di diversi sindaci che la tracciarono, ognuno per il suo Comune, nella famosa (ma dimenticata, anzi rimossa) riunione finale con l’allora ministro dell’Ambiente Edo Ronchi. 3) E’ l’ora di farla finita con questa bufala del referendum sul Parco che la Lega ci ammannisce da anni (per poi non fare nulla a Roma): una legge nazionale non può essere sottoposta a referendum locale. Sarebbe anche carino sapere quali furono le associazioni ambientaliste a dire di no al Parco, per quanto riguarda partiti, categorie, sindacati che “si espressero per un deciso e motivato no”, poi tutti hanno visto la loro corsa e il loro sgomitare per entrare nel direttivo e nella giunta del Parco. 4) Che un leghista chiami “talebano” il Parco la dice lunga sul cortocircuito mentale di chi non ha altri argomenti (e ce ne sarebbero anche di più seri) per criticare il Parco. Gli unici talebani che abbiamo visto in giro per le isole del Parco sono gli Onorevoli Leghisti che sono venuti ad annunciare/minacciare in ordine: la imminente chiusura del Parco, la fine della legge 394/91, le certe dimissioni del ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo, l'abolizione dei ministeri dell'ambiente nell'Ue… Sono tutti ancora in piedi, vedrete che queste "promesse" le ri-tireranno fuori alle prossime elezioni, hanno scoperto che sono ottime esche per gli elettori più ghiozzi. 5) Prima il leghista padano-etrusco-elbano dice che Tanelli (ma c’è una frecciata anche a Barbetti) ha fatto male ad acquistare il Volterraio, poi dà la colpa a Tozzi se non trova i soldi (che dovrebbe dargli il governo di cui fa parte il partito di Carabellese) per sistemarlo. Si metta d’accordo con sé stesso… 6) Il consigliere leghista dice di non conoscere le regole del “turismo sostenibile”, magari una lettura delle dichiarazioni della World Tourism Organization dell’Onu (UNWTO) e di un paio delle centinaia di libri e ricerche ed esperienze concrete che spiegano cosa è, o un incontro con gli albergatori di Legambiente Turismo, potrebbero aiutarlo a risolvere questo insondabile mistero. In quanto al “famoso piano di sviluppo socio-economico, che attendiamo con ansia da anni”, intanto si chiama “Piano pluriennale di sviluppo economico e sociale” e non deve farlo Mario Tozzi ma la Comunità del Parco, di cui fanno parte i Comuni (8 dei quali sono amministrati dalla Lega Nord e/o dai suoi alleati del Pdl e Udc), la Regione Toscana e le province di Grosseto e Livorno, ci pare che Carabellese si consigliere della Provincia di Livorno, forse farebbe bene a rivolgersi a Kutufà o ai sindaci elbani, del Giglio e di Capria per capire perché da 10 anni non riescono a scrivere ed approvare quel Piano. 7) Vediamo che i leghisti, dopo aver terrorizzato la gente dicendo che il Parco avrebbe gestito tutto e si sarebbe interessato di tutto, scavalcando i Comuni, ora chiedono che si occupi anche di promozione turistica e della privatizzazione della Toremar… da non crederci!. Ma la migliore è che Tozzi avrebbe dovuto chiedere alla Regione “che, nel bando per il rinnovo del naviglio, fossero prese in considerazione solo navi di ultima generazione per inquinare di meno”. Carabellese non sa che l’Unione europea ha appena approvato una direttiva in tal senso. Almeno una lettura dei giornali, non solo de “La Padania”, aiuterebbe. 8) Per quanto riguarda i cinghiali è evidente che il leghista di scoglio difende i cacciatori per curare la sua bacinella elettorale, prendiamo atto che Carabellese non vuole eradicare i cinghiali dall’Elba. Bellissima, quasi da barzelletta, quella degli amorevoli cacciatori che costruiscono abbeveratoi per dissetare gli uccellini esausti e che il Parco cattivo avrebbe distrutto. Ma sforzandosi per un attimo di essere seri, è chiarissimo (e gravissimo) che per quanto riguarda la gestione della fauna il Carabellese non ha letto il Piano del Parco (che pure la Provincia ha approvato), le delibere dell’Ente e i progetti Life finanziati dall’Ue, perché saprebbe che per le specie legate ai campi coltivati c’è grande attenzione e preoccupazione e si avrebbe così anche evitato di scrivere altre minchiate sull’avifauna come quelle su Pianosa, o di inoltrarsi in perigliose descrizioni botaniche che hanno fatto diventare l’ailanto specie autoctona. Pensi, Carabellese, che applicando questa sua “naturalizzazione” agli umani, anche i cinesi di Prato o gli aborriti tunisini/marocchini/neri diventerebbero italiani autoctoni con il solo sbarco in Italia. 8) Per quanto riguarda “il dato di 22mila seconde case” non è un’invenzione di Tozzi, ma si tratta dei dati del censimento Istat 2001, temiamo che con il censimento di quest’anno saranno molte di più. Un così importante Consigliere provinciale dovrebbe sapere che non è vero “che tutto quello che è stato costruito deriva dai “piani” regolarmente approvati dai Comuni, comprese le case dei PEEP costruite anche per accontentare gli amici provenienti dal continente, con il benestare della Provincia e della Regione ideologicamente molto più vicini a lei che a me( d’inverno sono spesso chiuse e l’estate affittate ai turisti)”. A parte la confusione furbesca di criticare Mario Tozzi e anche chi ha fatto costruire (cioè anche le amministrazioni appoggiate dalla Lega Nord), Carabellese sbaglia ancora una volta: all’Elba purtroppo non si è costruito solo in base ai Piani regolatori, è il territorio della Toscana con più abusi edilizi per abitante, con il Comune di Capoliveri in testa alla classifica; secondo la commissione regionale Bussolotti (2004/2005) all’Elba c’erano state più sanatorie che licenze regolari; l’Elba è il territorio toscano che, in proporzione, ha più case “fantasma”, con Capoliveri probabilmente ancora in testa alla classifica pro-capite. 9) Dopo questa sfilza di errori da segno rosso, Carabellese veste i panni del maestrino e pensa bene di dare il voto a Tozzi e gli assegna, dall’alto di una cattedra basata su tanta scienza e conoscenza, un “non classificato”, se un qualsiasi insegnante dovesse dare un voto al suo temino anti-tozziano probabilmente ci sarebbe l’espulsione da tutte le scuole della Repubblica Italiana e l’esilio in Padania per un corso di reecupero. Ora capiamo perché Carabellese ha taciuto all’esame dell’Enfola… 10) I consiglieri che in assenza di Tozzi si sarebbero “nascosti dietro la Sua figura usandola come arma impropria nel dileggio degli indigeni cementificatori ed evasori fiscali”, in realtà nel Direttiovo del Parco sono in maggioranza amministratori locali dell’Arcipelago e tra questi uno appartiene direttamente al Partito di Carabellese e 4 ai partiti alleati di Carabellese. Inoltre, il vicepresidente del Parco è del centro-destra, nella giunta del Parco 3 su 5 sono di centro-destra, la Comunità del Parco ha un presidente di centro-destra e una maggioranza di centro-destra. Di cosa sta parlando Carabellese? Per quanto riguarda le accuse disinformate fino al ridicolo su Pianosa, ha già più volte risposto la direzione del Parco, vediamo se avrà la pazienza di farlo nuovamente con chi è tardo a capire. Una sola cosa le boe “intorno” a Pianosa progettate dalla gestione Barbetti” sono in realtà boe per le immersioni subacquee e forse, dopo aver superato le forche caudine di tutti gli altri Enti, compreso quello di cui fa parte Carabellese, il Parco riuscirà a metterle. La cosa bella dell’intemerata di Carabellese inoltratosi in un roveto ardente del quale non capisce niente, è che tutte le colpe del Parco vengono scaricate sui 5 anni di gestione di Mario Tozzi, gli altri, i suoi sodali di coalizione, di quegli stessi partiti che a Roma assassinano e dissanguano i Parchi come nessun altro governo ha fatto in Europa, sono innocenti vergini che avrebbero gestito benissimo questo territorio annesso alla Padania Felix, se non ci fossero gli ambientalisti a rompere le scatole.


ciuco sganasciato

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