Egregio professore, il giorno 21-06-2011, Lei ha incontrato, all’Enfola, i membri della Ia Com. Affari istituzionali,della IIIa Com. Ambiente e territorio e della IVa Com. Economia e attività produttive della Provincia di Livorno. In quell’occasione, Lei ha sostenuto che il Parco Nazionale dell’Arcipelago è stato un atto politico conseguente ad una presa di coscienza generale della necessità di una protezione ambientale del territorio. Devo confessarle che, quella mattina, un Presidente di Commissione mi ha pregato di non surriscaldare troppo la discussione, anche perché non era stato facile avere la Sua disponibilità ad incontrare i consiglieri della Provincia di Livorno. Ora che sono libero da quel vincolo, che mi è stato consigliato, ma non imposto (e che ho accettato), mi voglio togliere qualche “ sassolino dalle scarpe”. Incominciamo dal presunto consenso generale al Parco, Lei deve sapere che questo non c’è mai stato tant’è che la sua istituzione ha scatenato, a suo tempo, le proteste degli abitanti dell’Arcipelago, capeggiate dagli stessi Sindaci. Il Comune di Campo, per citare un caso particolare, dichiarò l’indisponibilità del territorio e indisse un referendum popolare vinto dagli anti-parco al 95%. I Sindaci elbani firmarono un documento unitario con il quale rifiutarono la proposta di perimetrazione ministeriale e indicarono come percorso unico possibile per una eventuale accettazione di un parco possibile e compatibile con la specificità dei territori, l’indizione da parte della Regione di una conferenza dei servizi, che assumesse come base di partenza la proposta di perimetrazione delle Provincie di Livorno e di Grosseto. Si chiedeva altresì che, comunque, il decreto ministeriale potesse esser sottoposto a consultazione popolare. Di tutte le associazioni di categoria, sindacati, ambientalisti, almeno venti si espressero per un deciso e motivato no. Per quanto riguarda il parere della Consulta che accompagnava la bozza di perimetrazione, devo dire che si è trattato di una delle cose più ridicole che la Consulta stessa potesse fare, infatti non vi fu alcuno studio e venne copiato, parola per parola, il testo da un libro disponibile. Venne partorito un parco “a macchia di leopardo”, cosa unica al mondo, ridicola,perché non si capisce dove inizia e dove finisce. Su questo punto, se non sbaglio, Lei mi ha dato ragione ( c’è una registrazione in merito). Io sono certo ancora di più oggi, che il Parco dell’Arcipelago sia un parco “politico-talebano”, ottima formula per impedire lo sviluppo economico e la difesa ambientale. Lei sostiene che, all’inizio, la necessità di protezione non è stata gestita bene perché i vincoli erano molti e quindi era necessario un Ente per la gestione che fu identificato nel Parco Nazionale. Lei giudica la gestione Tanelli “sufficiente” e la gestione di Barbetti “penalizzata da una mancanza di fondi”. Tenga presente i soldi buttati per l’acquisto del rudere del Volterraio e indaghi per vedere come sono stati spesi gli altri. E’ incredibile, peraltro, che Lei non abbia avuto alcuna fantasia per cercare di tutelare in qualche modo, tramite sponsor ect, il castello del Volterraio, costato così tanto. Per lei, anche il turismo è un problema per cui auspica un “turismo sostenibile” di cui non conosciamo le regole che dovrebbero essere contenute nel famoso “piano di sviluppo socio-economico”, che attendiamo con ansia da anni. Ho per l’occasione avviato una ricerca di alcune Sue dichiarazioni apparse sulla stampa ed una mi ha colpito particolarmente. In quella occasione si parlava del Parco delle Cinque Terre, Lei sostenne “quando gli affari sono troppo vicini alla natura, uno dei due ci rimette e sarebbe bene che restassero slegati da questa logica, se portano profitto bene, se non lo portano ce ne faremo una ragione perché portano valori e non prezzi. Per fare i soldi ci sono i comuni,le Apt,non i Parchi. Le ricordo invece che le popolazioni locali hanno come prevalente fonte di reddito,il turismo. E per quanto i valori possono essere importanti non vengono accettati come valuta, dove si compra quello che serve per vivere. Lei, come ambientalista professionista vedi le varie esternazioni condivisibili del tipo “isole non-oil”), perché non ha colto l’occasione, in occasione della privatizzazione della Toremar, di chiedere in Regione che, nel bando per il rinnovo del naviglio, fossero prese in considerazione solo navi di ultima generazione per inquinare di meno? Il suo comportamento è in contradizione. Per quanto riguarda i cinghiali ,accusare “i Sindaci di scarsa collaborazione perché”campano sul voto dei cacciatori” è una cosa assurda perché solo un ambientalista professionista considera la caccia nociva per l’ambiente. Le ricordo che alcune specie di uccelli non avendo più i campi coltivati e abbeveratoi curati dagli stessi cacciatori, ma soltanto macchia incolta, sono spariti dal nostro territorio. Non so se il dato di 22mila seconde case, che Lei ci ha comunicato corrisponde a verità, ma tenga presente che tutto quello che è stato costruito deriva dai “piani” regolarmente approvati dai Comuni, comprese le case dei PEEP costruite anche per accontentare gli amici provenienti dal continente, con il benestare della Provincia e della Regione ideologicamente molto più vicini a lei che a me( d’inverno sono spesso chiuse e l’estate affittate ai turisti). Caro Presidente, ormai siamo arrivati agli ultimi mesi del Suo mandato essendo trascorso il tempo che Lei aveva a disposizione. E’legittimo chiedersi se il territorio ha avvertito il cambio di gestione e se questo abbia fatto finalmente digerire l’istituzione del parco che la popolazione locale non voleva. Le critiche preventive, nel giorno della Sua nomina, erano forse inopportune ma,dopo questi anni di lavoro, è possibile riflettere sulla situazione attuale. Lei è stato come uno studente mai presente alle lezioni con assenze più o meno giustificate. Lei non ha prodotto risultati ( oltre tante belle parole), l’unica valutazione che Lei si meriterebbe sarebbe, forse,un bel “non classificato”. Anche gli stessi pronunciamenti da ambientalista avrebbero potuto essere raccolti dalla popolazione se avessero provocato un miglioramento sostanziale del territorio. I suoi consiglieri, in sua assenza, si sono nascosti dietro la Sua figura usandola come arma impropria nel dileggio degli indigeni “cementificatori ed evasori fiscali”. Questo fallimento è una magra soddisfazione anche se conferma tutte le ragioni per le quali noi ci eravamo opposti al Parco che non vedevamo come uno strumento di difesa ambientale, ma come un carrozzone ad uso e consumo delle solite clientele. Ormai la commedia è finita, cosa possiamo pensare di una direzione che non riesce ad aprire la casa del Parco a Pianosa nascondendosi dietro le giustificate necessità della Sovrintendenza per l’Archeologia Pisana?. Che cosa dobbiamo pensare guardando sentieri inaccessibili, senza tabelle e una attesa di dieci anni per sistemare le boe intorno a Pianosa progettate dalla gestione Barbetti? Ora Lei si preoccupa della poseidonia ma della Nave Toremar che,ogni martedì, getta le ancore nelle acque protette di Pianosa sul più vasto campo di poseidonie arando allegramente per decine di metri, cosa dice? Come mai non Le è venuto in mente di chiedere un corpo morto e una boa? Continuate a parlare del valore naturalistico dell’isola, punto di sosta della migratoria, ma non siete stati in grado di realizzare degli abbeveratoi per gli uccelli e gli animali stanziali. La collettività vi avrebbe certamente apprezzati. Le uniche attività del PNAT a Pianosa, per quanto ne so, sono state l’osservazione dei gabbiani, la sterilizzazione dei gatti rimasti (a beneficio dei topi) e l’avvelenamento dell’alianto, che è una preoccupante pianta infestante autoctona. Signor Presidente, più scrivo e più mi convinco che della natura, della flora e della fauna locale non ve ne può “ fregar de meno”, importante sono gli stipendi, arroccati nella vostra torre “d’avorio, assediati dai cinghiali e dagli elbani sempre più arrabbiati per i danni che sono costretti a subire. Signor Presidente, se Lei fosse stato più presente, avremmo forse registrato la sua buona volontà e capacità professionale, ma anche da questo punto di vista, il giudizio non può che essere negativo. Lei ha fatto molte dichiarazioni ma all’Elba, c’è venuto poco. Viene quindi anche il dubbio che il territorio elbano, Lei lo conosca ben poco. Fare dichiarazione è facile, criticare è altrettanto facile. La gente vuole fatti, risultati. Distinti saluti da Pietro Carabellese consigliere provinciale della Lega Nord Toscana" Bah! "poseidonia" e "ailanto pianta autoctona" comunque no...
Ailanto albero