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Il Miracolo Italiano

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : domenica, 17 luglio 2011

Una pagina nera è stata scritta nel nostro Parlamento. La manovra economica viene approvata in quattro e quattr’otto sotto gli auspici del Presidente della Repubblica che ha definito «un miracolo» l'accordo tra maggioranza e opposizione. Certo, l'accordo non è sul merito della finanziaria, che il Pd critica, ma sulle tempistiche della approvazione, in fretta e furia per rassicurare i mercati. Purtroppo si tratta di una differenza di facciata. Anche il Pdl voleva cambiare la manovra, ma sia loro che il Pd (ed il resto delle forze parlamentari) hanno deciso di ritirare gli emendamenti, nei fatti svuotando il Parlamento delle sue prerogative in nome di un presunto bene superiore, la salvezza del Paese. Un miracolo? Vediamo meglio. Ci sono due ordini di considerazioni da fare, su democrazia ed economia. Le modalità di approvazione di questa manovra ci portano a parlare di emergenza democratica, sulla falsariga di quello che è successo in Grecia. Certo, la manovra italiana è stata ideata da Tremanti e non dall'Unione Europea o dal Fondo Monetario Internazionale, ma il procedimento di approvazione è esattamente lo stesso ad Atene e a Roma dove i Parlamenti diventano semplicemente passa carte che si limitano ad approvare le leggi senza discuterle. Dove è finita la democrazia? Ha ancora un senso questa parola? In democrazia i cittadini eleggono il Parlamento che decide le priorità del Paese e vota di conseguenza le leggi. Il Parlamento si occupa certamente di tante cose (il nostro, purtroppo, ben poco), ma la legge finanziaria, e con essa soprattutto l'utilizzo delle nostre tasse che è il fondamento di ogni contratto sociale, è la legge per eccellenza. Ora invece la legge finanziaria è appaltata ad altri, a Tremonti, e non è dunque il Parlamento, il Paese, a decidere, ma un singolo, il trionfo della tecnocrazia. D'altronde, la cosa ha una certa logica. La finanziaria non viene più fatta ascoltando le richieste e le esigenze dell'elettorato, del popolo, ma quelle dei mercati. Ma quale è la legittimazione democratica dei mercati? Votano, questi mercati la cui voce deve essere sempre ed immancabilmente ascoltata? Hanno conquistato la maggioranza nel Parlamento Italiano alle ultime elezioni? Certamente no, e dunque ecco che il Parlamento diventa un orpello inutile. Questo miracolo, quello di un Parlamento che perde la sua funzione decisionale a favore di un ministro, quello di uno Stato che perde la sua sovranità perchè deve compiacere organismi extra territoriali addirittura immateriali come i mercati, ecco, questo miracolo puzza di disastro, puzza di golpe "democratico", in quanto lo stesso Parlamento decide che la democrazia può essere momentaneamente sospesa come in guerra, siamo in stato di emergenza, pieni poteri a Tremonti. Ma in guerra si combatte il nemico, che in questo caso do¬vrebbe essere la speculazione internazionale. La finanziaria, invece, viene fatta per compia¬cere il nemico, mentre sotto attacco c'è il popolo italiano. Ed è questa l'altra considera¬zione, di pura sostanza econo¬mica, che non possiamo esi¬merci dal fare. Bene, Parla¬mento esautorato in nome di un bene più grande, la salvez¬za della nostra economia e dell'Euro. Ma se così non fos¬se? Questa finanziaria ha la stessa logica perversa che ha portato la Grecia direttamente verso il baratro, accumula tagli su tagli, introduce nuove tasse che vanno a colpire i ceti me¬dio-bassi con un inevitabile ef¬fetto depressivo sull'econo¬mia. Si pensa di uscire cosi dalla crisi, uccidendo l'econo¬mia reale? E quando i mercati si accorgeranno che tutti que¬sti tagli non hanno effetti sul¬la dinamica del debito perchè in un paese che non cresce la dinamica del debito è sempre esplosiva, come reagiranno? Attaccheranno di nuovo, co¬me han fatto in Grecia, come fanno in Portogallo ed in Ir¬landa. Ed allora, altri tagli, altre tasse, altri sacrifici, in un circolo vizioso che ci porta di¬ritti verso la catastrofe, mentre il capitale internazionale si porterà a casa i nostri gioielli di famiglia, privatizzati per un tozzo di pane. L'unica cosa importante da fare in questo momento sarebbe rilanciare la crescita che è l'unica maniera per mettere l'Italia al riparo non solo dalle speculazioni di oggi ma anche da quelle di do¬mani. E questa è l'unica cosa che non si è fatta. Proprio un bel miracolo. P.R.C. Circolo “Uberto Lupi” Isola d’Elba


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