La luce del giorno dopo il collasso notturno del tetto delle case popolari della Sghinghetta serve a vederci più chiaro e se le lesioni subite dallo stabile si sono rivelate meno importanti di quanto si ipotizzava nell'immediato non tutte le notizie sono positive, a far capo dai tempi necessari perchè i nuclei familiari evacuati (che sono in totale 9 e non 6 come avevamo in precedenza scritto) rientrino nei loro appartamenti, che si allungano oltre le prime previsioni anche per le sei abitazioni poste al piano rialzato e al primo piano del palazzo. Il sabato iniziato con il sopralluogo dei tecnici di CASALP e proseguito con l'intenso lavoro della Ditta Monni che ha rimosso l'abbaino il cui peso è una delle cause certe del collasso e smontato e rimosso una buona parte della copertura avvallata è terminato con una sorta di verdetto negativo: i lavori procedono, si continuerà anche nella giornata festiva di domenica ma si dovrà ragionevolmente attendere almeno una settimana perchè gli occupanti dei primi due piani possano riprendere possesso delle loro case, tempi decisamente più lunghi per i tre nuclei familiari del terzo piano. Si complica quindi il lavoro degli amministratori portoferraiesi che contavano in una più rapida soluzione e che saranno costretti a dare ospitalità presso strutture ricettive a quanti tra i 18 "sfollati" non riusciranno a trovare una sistemazione temporanea presso congiunti o amici. La presenza dei tecnici (tenendo conto che anche nel 2007 a determinare il collasso di un'altra delle coperture delle case fu - identicamente - un abbaino), è servita anche per effettuare un sopralluogo su tutte le vicine strutture "gemelle", che anche se al momento non paiono destare preoccupazioni, è probabile che vengano tutte rimosse dagli stabili.
Sghinghetta crollo 2011 lavori 1
Sghinghetta crollo 2011 lavori 2
Sghinghetta crollo 2011 lavori 3