Caro Federico Il nostro PD è stato molto coraggioso e coerente ad astenersi su una proposta di legge incompleta e difforme dal nostro programma che ha sempre parlato di riduzione e non di soppressione delle province; noi che siamo il partito del fare ( e fare bene), non possiamo votare una proposta che se approvata lasci nel caos gli interessati, in quanto non stabilisce il dopo provincia. Basta citare l’art 9 di suddetta proposta ossia le cosiddette Norme di attuazione: “ Entro un anno dalla data di entrata in vigore della presente legge costituzionale, si provvede, con legge dello Stato, a regolare il passaggio delle funzioni delle province alle regioni o ai comuni, nonché quello dei beni di proprietà e del personale dipendente delle province medesime ai citati enti.” Per riassumere si cancella una parola, e si firma una bella delega bianca al governo per operare il riassetto delle istituzioni, e un partito che si definisca tale deleghe su scelte che ricadono sui cittadini non ne firma a nessuno, dice la sua perché quello è il compito che i cittadini gli delegano. Votare non solo non è atto di coraggio, ma è atto di irresponsabilità, certo avrebbe cavalcato l’onda emotiva su un tema caldo, ma non avrebbe apportato un valore aggiuntivo alla comunità. Siamo fieri che il nostro PD, forte di una proposta chiara e consultabile da tutti, si sia astenuto su un testo di modifica costituzionale blindato dall'IDV che non solo non si è confrontata con nessun'altra forza di opposizione ma ha rifiutato ogni contributo migliorativo al testo proposto dal nostro gruppo parlamentare sia in Commissione che in Aula. Ben comprendiamo la provocazione nei confronti del governo, che in campagna elettorale aveva promesso l’abolizione delle province ai suoi elettori ed invece le ha aumentate, ma il PD ai suoi elettori ha sempre proposto una cosa diversa: il riordino e la riduzione basandosi sull’individuazione certa delle funzioni. Se il PD avesse votato la cancellazione della parola “province” avrebbe tradito le aspettative dei tanti come noi che hanno scelto il PD anche perché propone percorsi politici che abbiano una meta (in primis il miglioramento della condizione degli italiani) e non slogan che vogliono dire tutto e tutto il loro contrario. Per ridurre i costi della politica e della pubblica amministrazione non serve a niente ripetere all’infinito, quasi si trattasse di un’omelia, che questo o quell’ente costa troppo, che i parlamentari sono troppi e troppo pagati, bisogna creare un progetto alternativo che riordini le istituzioni, e per farlo bisogna avere in testa non solo chi o cosa costa e quanto, ma anche come e a che prezzo mantenere e migliorare i servizi alla comunità, altrimenti si rischia di fare il grossolano errore di risparmiare cento dalla tasca davanti e spenderne centoventi da quella di dietro, “comprando” magari qualcosa in meno. Camilla Benini (segretario PD Capoliveri) Dario Ballini (segretario PD Rio Marina e Cavo)
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