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"Su la testa" per guardarsi intorno

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : mercoledì, 22 ottobre 2003

La piratessa Ching, protagonista dell’ultimo film di Ermanno Olmi “Cantando dietro i paraventi”, dice pressappoco così: noi siamo ladri e rubiamo apertamente, c’è invece chi lo fa servendosi del ruolo istituzionale che riveste. “E’ una cosa che è sempre accaduta – sottolinea Olmi -, l’importante però è che i cittadini se ne accorgano e lo facciano sapere. Il resto, poi, concerne la magistratura, ma che almeno non ci facciano passare per stupidi”. Credo sia questo il senso dell’iniziativa assunta dal comitato “Su la testa”: all’Elba sono accaduti fatti incresciosi e alcuni amministratori non hanno fatto tutto il possibile per evitarli. Anzi, c’è chi addirittura è stato individuato come diretto responsabile e altri che non hanno garantito, come avrebbero dovuto, la trasparenza e il controllo necessari a prevenirli. Sarebbe non solo ingeneroso, ma anche sbagliato, criminalizzare gli amministratori pubblici come “categoria” predisposta a compiere o a coprire reati. E ciò vale per tutti, compresi i partiti e i politici, così spesso, e qualche volta a ragione, giudicati in maniera negativa. E’ anche vero, però, che ad un amministratore pubblico è chiesta, giustamente, una integrità morale che lo ponga al di sopra di ogni sospetto: ciò che è “consentito” ad un cittadino qualunque, non può essere consentito a chi svolge funzioni pubbliche, proprio perché questi ultimi si trovano nella condizione privilegiata di gestire e usare il potere che gli elettori gli hanno affidato. Quando accadono episodi come quelli che hanno travagliato l’Elba negli ultimi mesi, non basta riaffermare ciò che dovrebbe essere ovvio e scontato, e cioè l’estraneità degli amministratori dalla fanghiglia dell’affarismo criminale. Occorre andare oltre, assumere controlli più rigorosi, dare più respiro alla democrazia partecipata, coinvolgere i cittadini nelle scelte più importanti, creare le condizioni ambientali più favorevoli alla diffusione di una cultura civica capace di esaltare i valori etici della solidarietà, dell’altruismo, del volontariato, dell’essere anziché dell’avere e dell’apparire. E’ anche così che si garantisce uno sviluppo serio e ordinato della nostra economia. Il comunicato dei soliti noti di FI, AN e UDC di Rio Marina si arrocca invece in una difesa aprioristica e gratuita dei sindaci, ricalca il logoro copione del vittimismo elbano e fa appello al portafoglio di chi, secondo loro, vedrebbe in questo modo minacciata la legittima esigenza alla casa e al benessere. E’ la posizione del centrodestra elbano che si ritorce contro chi la esprime, tanto appare politicamente strumentale e per alcuni aspetti pericolosa, perché fa emergere un giustificazionismo di fondo che allenta anziché rafforzare le difesa contro la corruzione e le aggressioni affaristiche. Se gli organizzatori della manifestazione hanno ritenuto opportuno chiedere agli amministratori e ai politici di partecipare, se lo vogliono, a titolo personale in coerenza con i loro comportamenti individuali e pubblici, non credo debba essere giudicata come una critica e un rifiuto generalizzato di chi ha responsabilità istituzionali. Evidentemente i polisti di Rio Marina hanno la coda di paglia, perché molti iscritti ai partiti, e per quanto mi riguarda ai DS, erano presenti alla manifestazione di sabato scorso e, sono sicuro, lo saranno a quella di sabato prossimo. Perché il senso, come diceva Olmi, è quello di allargare sempre più la fascia dei cittadini che alzando la testa si accorgano meglio di ciò che succede e lo facciano sapere. Per non passare da stupidi, come qualcuno vorrebbe continuare a fare.


rio marina 3

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