Recenti le contestazioni sull'accumulo di alghe in alcune spiagge elbane che hanno fatto discutere e c'è chi ha espresso contrarietà alle metodiche imposte. Ma spunta ora una novità segnalata dal biologo marino portoferraiese Nicola Nurra. "Si sta valutando la possibilità del riciclo in mare delle masse di Posidonia". Un problema annoso quello delle alghe che si presenta in molte parti d'Italia; una lotta tra natura e i bisogni socioeconomici dell'uomo, il tutto circoscritto anche da aspetti normativi. "Sono considerati rifiuti tali materiali e ci sono varie chance a disposizione degli Amministratori per gestire la situazione, -fa notare Alessandro Bini,geologo responsabile del settore per la Provincia- La Posidonia o altro tipo, anche banali piante marine, ad esempio, possono essere accumulate sullo stesso lido, facendo attenzione a non prelevare grandi quantità, nell'operazione meccanica di trasporto, di sabbia e altro materiale naturale dalla spiaggia. A fine stagione tali masse devono essere ridistribuite nel lido. Poi c'è la possibilità di interramento sul litorale stesso, oltre il trasporto in discarica". L'interramento è stabilito dal D. Lgs 3.12.2010, n. 205 e ne sa di certo Nicola Nurra, biologo ricercatore presso l'università di Torino. “La Posidonia accumulata naturalmente sulle spiagge diventa una barriera naturale, chiamata “banquettes”, che contrasta il fenomeno erosivo del mare. Non solo, è anche una fonte di minerali per organismi poco conosciuti che popolano i fondali - prosegue lo studioso - Ai fini turistici diverse spiagge vengono liberate e il metodo migliore, attualmente, credo sia l'interramento; in tal modo ogni sostanza non va dispersa e la manovra andrebbe fatta possibilmente prima dell'inizio della stagione balneare. Certo per tale metodo o per il trasporto in discarica ci sono costi più elevati per la comunità. Non solo, soprattutto per lo smaltimento, è difficile riuscire a tutelare la spiaggia in quanto con le alghe asportate se ne vanno anche sabbia, ciottoli o altro materiale naturale e si accresce così il fenomeno erosivo. Il semplice accumulo su un lato del lido rimane la soluzione meno dispendiosa”. All'isola la prateria di Posidonia è di circa 3.680 ettari e si trovano nei pressi dei golfi maggiori ma un po' ovunque. Le foglie di Posidonia spiaggiata non sono pericolose per la salute umana né fonte diretta di pericolo. "Ora si sta tentando di sperimentare di riportare in mare tali ammassi di Posidonia - conclude Nurra- potrebbe essere una novità interessante a garanzia di un ciclo biologico, favorendo una catena trofica che dà equilibrio. Di certo non possiamo arrestare i fenomeni naturali, meglio imparare a conviverci. Bisogna avere a cuore la massima tutela ambientale, per l'Elba ogni centimetro di spiaggia vale oro".
alghe alla Padulella posidonia