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I risparmi della Gelmini

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : venerdì, 01 luglio 2011

In effetti non era così facile, ma il Ministero delle (pubblica) Istruzione ha centrato brillantemente l'obiettivo: dimezzare i servizi e raddoppiare i costi. Non so se in economia esiste già una teoria così raffinata: noi la chiameremo Finanza della Distruzione (pubblica). Le cose sono andate così: il Sud è stato colpito più di tutti dai tagli alla scuola, perciò la ministra Gelmini ha pensato giustamente di dare un'opportunità a quegli insegnanti rimasti disoccupati di potersi inserire, in coda, nelle graduatorie del Nord. Quella fauna umana, già pesantemente segnata dalla vita (in quanto insegnanti e meridionali di un Paese incivile) ha potuto beneficiare delle nomine nelle varie scuole, ma anche delle possibilità offerte dalla legge di potersi astenere dal lavoro per vari motivi: malattia, gravidanza, congedo parentale etc. Risultato sul sostegno: la scuola ha nominato due o più insegnanti su un solo alunno! Oppure una classe si è ritrovata con tre insegnanti di matematica, uno supplente dell'altro! In soldoni: un alunno disabile del Nord ha avuto due insegnanti nominati e pagati, un alunno disabile del Sud ha visto allontanarsi a turno anche i componenti della famiglia che sono ancora sui tetti a protestare! Le scuole sono al collasso, al limite della bancarotta per il pagamento di supplenti. Strette in una morsa assurda: da una parte onorare gli impegni pagando gli stipendi, dall'altra rischiando l'accertamento della Guardia di Finanza per aver sforato il tetto di spesa. Per chi non è dell'ambiente è difficile avere un'idea precisa dei meccanismi diabolici permessi dalla legge: il titolare della cattedra, in congedo per vari motivi, presentandosi l'ultimo giorno dell'anno a scuola mantiene tutti i suoi diritti. Sono venute fuori mostruosità del tipo: riprendendo effettivo servizio il giorno prima delle vacanze di Natale, l'insegnante titolare è in regola, mentre il supplente (quello che ha lavorato davvero sull'alunno disabile) viene licenziato e (casomai) riassunto il primo giorno di scuola di gennaio, non avendo così le vacanze pagate che invece spettano all'altro. Oppure: agli scrutini di fine anno partecipa il titolare che è chiamato anche ad esprimere un voto vincolante su alunni che non ha mai visto. Va comunque detto che, come sempre, non è giusto generalizzare. Alcuni validissimi insegnanti che avevano perso il posto al Sud hanno arricchito le scuole del Nord con la loro professionalità e carica umana, ma si tratta di persone molto giovani o che non hanno particolari legami familiari, che hanno potuto trasferirsi, libri e bagagli, nei posti più sperduti e nelle isole più irraggiungibili. Alla luce di ciò non è necessario essere maghi della Finanza (o peggio che mai leghisti) per porsi un quesito semplice: allora, non era meglio se ognuno rimaneva a lavorare vicino a casa in modo che con due stipendi si potevano, per esempio, seguire due ragazzi disabili invece che uno?


gelmini corta

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