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Legge elettorale e diritto di cittadinanza per stranieri, si raccolgono le firme

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : lunedì, 27 giugno 2011

Poiché il Parlamento non si decide a modificare l'attuale legge elettorale (definita "Porcellum"), è in corso la raccolta di firme per quattro referendum finalizzati a cambiarla. Sappiamo che i referendum hanno prima di tutto un obiettivo: premere sui parlamentari affinché ascoltino le istanze dei cittadini e pongano correzioni alle leggi in questione. L'attuale fase sembra favorevole per il raggiungimento del fatidico quorum, soprattutto se i cittadini si rendono conto di poter contare di più. E questo, per la legge elettorale, vuol dire soprattutto eliminare le liste bloccate dando agli elettori la possibilità di esprimere la preferenza fra candidati di una lista. Saranno i partiti, alcuni, costretti a rincorrere la situazione, come è avvenuto in occasione delle consultazioni su nucleare, acqua e legittimo impedimento? I quesiti su cui si stanno raccogliendo le firme chiedono la cancellazione delle liste bloccate, l'eliminazione del premio di maggioranza, l'introduzione della soglia di sbarramento unica al 4 per cento e il divieto di indicare il candidato premier sulla scheda elettorale. Francamente non condivido tutte le proposte, però credo che l'ipotesi di un referendum abbia una funzione di stimolo al Parlamento, dove peraltro sono depositate proposte di legge (per esempio di Andrea Rigoni del pd). Ma le Camere saranno in grado di produrre, e in tempo, una legge elettorale capace di superare le storture di quella attuale? Alla luce dello scenario attuale la risposta è incerta. Sicuramente un ruolo propulsivo dovrebbe essere svolto dalle forze politiche che maggiormente sono convinte di lavorare in questa direzione. Cosa più facile là dove esse governano, per esempio in Toscana, dove si potrebbe procedere alla modifica dell'attuale legge elettorale che presenta elementi di criticità, come le liste bloccate (assenza, quindi, della preferenza), ma anche, a parer mio, l'ancora elevato numero di consiglieri regionali. L'azione nazionale sarebbe sicuramente più credibile con alle spalle coerenti scelte su base regionale. Ma accanto alla legge elettorale, vorrei segnalare un'altra campagna di mobilitazione e di raccolta firme denominata "L'Italia sono anch'io". Le firme servono per presentare due leggi di iniziativa popolare che chiedono: la cittadinanza per chi nasce in Italia da genitori stranieri o per chi giunto in Italia da piccolo frequenta le scuole del nostro Paese; il dimezzamento del tempo necessario per avanzare la richiesta di cittadinanza, nel caso di adulti; il diritto di voto alle elezioni amministrative per gli stranieri stabilmente residenti (proposta in passato dall'Associazione dei Comuni italiani). I promotori (tante associazioni, coordinamenti e comitati di diverse ispirazioni culturali, religiose e non) ritengono tutto questo un atto di giustizia nei confronti dei minori, una grande opportunità per la nostra Italia che "invecchia", un gesto di ragionevolezza politica che favorisce l'integrazione contro la separazione e, quindi, promuove sicurezza e convivenza ordinata e pacifica. Insomma, le realtà sociali si mobilitano: la politica dei partiti e delle istituzioni non si senta scavalcata ma colga questa occasione. Come ha scritto giorni fa Ilvo Diamanti (dopo il risultato della consultazione referendaria che, secondo lui, avrebbe visto all'opera "il popolo dei disobbedienti: giovani, web e anziani"), siamo in presenza di "segni di una democrazia di persone, luoghi, sentimenti, passioni" che ha bisogno di sentirsi parlare al cuore (elemento che esiste, oltre alla pancia e la testa).


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