Tra li ferajesi è arcinota la battuta "Sarebbe anche un bel giocatorino peccato che la su' nonna era zoppa" a stigmatizzare ragionamenti senza conseguenzialità o sempre per dirla nella lingua del volgo "senza capo né culo". Orbene non molto dissimile ci è apparso il pronunciamento di un maggiorente che, nell'ambito della battaglia per un possibile dopo-Tozzi iniziata da qualche mese (e si preannuncia sanguinosa), interpretando in maniera libera e creativa la legge, sia nella lettera che nello spirito, ha affermato che non serve affatto un curriculum scientifico per dirigere un Parco Nazionale. Cucinata in altra salsa l'uscita potrebbe essere servita ancora una volta come la novellina del primato della politica (ovverosia di lorsignori i politici per grazia di Dio e volontà della Nazione) su tutto. Ora, a parte che il quadro delle classi dirigenti elbane è così deprimente che talvolta dai tavoli di concertazione si farebbe fatica ad estrarre un "tavolo bono" di tressette e briscola, ma ci verrebbe da commentare romanescamente "ndovabbitano?" o "ci so' venuti o ce l'hanno mandati?" Mettere a dirigere un parco chi non ha competenze scientifiche equivarrebbe a farci difendere in tribunale da un esperto di origami o farci asportare l'appendice da un capotreno, ma pretendere che ci arrivino pure lorsignori è forse chiedere troppo. Ah! riprendiamo il mantra: chiudiamo questi otto pollai, chiudiamo questi otto pollai, chiudiamo questi otto pollai, chiudiamo questi otto pollai, chiudiamo questi otto pollai, chiudiamo questi otto pollai, chiudiamo questi otto pollai, chiudiamo questi otto pollai... (ad libitum)
carte da gioco toscana