Domanda doverosa dopo l’assemblea nazionale dei parchi promossa da Federparchi tenutasi a Torre del Guaceto. Nei mesi scorsi si sono tenute le assemblee nazionali dei comuni (ANCI) e delle province ( UPI). Nell’uno e nell’altro caso sono intervenuti vari ministri ed il presidente della Repubblica. D’altronde il ruolo di queste istituzioni al pari delle regioni è in discussione da tempo come lo è quello dello stato e dello stesso parlamento. Su questo sfondo sono stati già ridimensionati o abrogati soggetti istituzionali come le comunità montane e per i parchi in qualche documento ufficiale -vedi quello dell’UPI- si chiede il loro scioglimento. Ma anche dove non si arrivati a tanto come sappiamo al ministero circolano da tempo le posizioni più strampalate e non solo per le aree protette marine che hanno aperto una crisi seria e non solo finanziaria in un comparto che ha conseguito negli ultimi anni risultati nel complesso soddisfacenti. Da tempo il ministero ha gettato la spugna –vedi le vicende del santuario dei cetacei- o i ritardi di mesi ad insediare anche una cabina di regia per la biodiversità mentre l’europa su questo terreno ci incalsa tra non poche difficoltà e problemi. Intanto al senato in perfetta clandestinità si sta manomettendo la legge 394. In questa situazione alla assemblea nazionale dei parchi al pari di quella dei comuni o delle province il ministro e altre rappresentanze istituzionali impegnate in più d’un caso a rivedere in peggio i loro contesti regionali, avevano il dovere della presenza e finalmente di un impegno chiaro sul futuro dei nostri parchi. Che su queste questioni ci sia oggi molta attesa specie dopo l’esito dei referendum avrebbe dovuto capirlo anche il ministro filonucleare. Ma così non è stato. Se non andiamo errati i parchi e in particolare le aree protette marine le più malmesse si sono dovute accontentare di un funzionario ministeriale; di più il convento non ha passato. Poco davvero che conferma ancora una volta in che mani sono finiti i nostri parchi. E siccome al ministero gli sembra di comandare ancora poco sulle decisioni anche le più banali di un parco nazionale, vorrebbero farlo più comodamente estromettendo le regioni da qualsiasi competenza sul mare. E poi si dice che non hanno idee. Insomma una assemblea quella dei parchi snobbata alla grande che pone però qualche problema anche ai parchi, alla loro iniziativa, elaborazione, mobilitazione. Che al senato i parchi non siano intervenuti per fermare le macchine è inspiegabile e lo ancor di più che non ci sia un documento, una dichiarazione che denuncia questa manfrina. E’ appena uscito un libro del Gruppo di San Rossore sul ‘Rilancio dei parchi’ che attraverso una serie di contributi autorevoli di personalità impegnate nel mondo della cultura ma anche dei parchi e delle istituzioni delinea un percorso, una via d’uscita dalla crisi attuale. Una ottima occasione per riprendere una riflessione critica che finora è mancata e manca.
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