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Le sinistre in consiglio provinciale su Corsinovi "il Brunetta de noantri"

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : venerdì, 17 giugno 2011

In considerazione della rilevanza che la polemica del consigliere Corsinovi ha suscitato con la denuncia mediatica sulle presenze negli Uffici della Amm. Prov.le, ma anche per il fatto che ricopre la carica di Vice Presidente del Consiglio e quindi disporrebbe di tutti gli strumenti per intervenire in modo funzionale e non strumentale come invece sembrerebbe, non possiamo esimerci da una chiara presa di posizione. Lo facciamo in qualità di consiglieri e capogruppi di Rifondazione Comunista, PdC e SEL ma in particolare come lavoratori, cioè come soggetti di classe che come tali si sentono offesi e colpiti nella dignità nella stessa misura dei lavoratori alle dipendenze della Amm.ne Provinciale. La prima considerazione che salta subito alla pancia è riferita allo stile e al taglio culturale con cui è stato affrontato il problema della capacità produttiva all’interno dell’Ente, emerge un metodo, per capirsi il metodo Brunetta, su cui il PDL a livello di comunicazione ha speculato per anni, metodo che per fortuna è stato perfettamente decodificato dagli italiano e che adesso ha cessato di funzionare, almeno sulla capacità di produrre consensi acritici. Una tecnica comunicativa che generalizzando colpe e responsabilità, spesso neanche dimostrabili, tende a mettere gli uni contro gli atri e poi tutti contro tutti. Si promette a tutti, poi in concreto non si da nulla a nessuno in una visione virtuale di una politica del fare, capace soltanto di fomentare guerre tra poveri e tensioni sui luoghi di lavoro. Caro Corsinovi, cari colleghi della destra, ve lo diciamo con il cuore, cambiate musica, questo è un disco vecchio nessuno lo ascolta più. L’altra considerazione, tanto per entrare nel merito delle accuse formulate, attiene al profilo giuridico del pubblico dipendente, il quale ha un solo padrone il cittadino ed è riferito a funzioni e responsabilità individuali in termini di sevizio a cui è comandato, questo per premettere che non è ne al servizio, tanto meno servo, di quel dirigente, caposervizio, assessore o consigliere, la sua responsabilità giuridica gli deriva esclusivamente dall’obbligo della funzionalità dell’Ufficio e delle prestazioni necessarie, pertanto solo su questo è possibile materializzare una verifica di quantità e capacità produttiva. Risulta quindi grossolana la pretesa di Corsinovi di attivare controlli di produttività basandole su metodi polizieschi sulle presenze alla scrivania, per di più se il tutto nasce da un presunto accadimento di natura personale per non aver ottenuto soddisfazione immediata di una necessità di carattere particolare. Chi lavora e vive di salario sa perfettamente che non è mortificando il lavoratore che si ottiene il massimo rendimento e maggior produttività, ma, come qualunque lavoratore dipendente potrebbe raccontarci l’esatto contrario e di questo esiste una vasta letteratura su cui sarebbe bene rispolverare la memoria storica. Ci limitiamo soltanto a ricordare che ancora, vivaDio, non siamo in uno stato di polizia e comunque rispetto alla richiesta di installare telecamere mirate e controporte (di cui non se ne comprende neanche il significato) bolliamo da subito questi provvedimenti come punitivi, assurdi ma soprattutto inutili , forse ci siamo dimenticati i famosi torelli (o girelli) di brunettiana memoria davanti agli ingressi dei Ministeri, come è andata a finire? Certi argomenti dovrebbero suggerire maggior pacatezza e serietà ma in particolare la consapevolezza dell’obbiettivo. Silvio Lami FdS-Rifondazione Comunista Cristiano Adriani SEL Michele Mazzola FdS-Pdc


cristiano adriani testina

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