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Controcopertina: Un utile "tavolo" sulla bioarchitettura all'Elba

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : lunedì, 13 giugno 2011

Un piacevole pomeriggio quello di venerdi 10 giugno alla Caserma de Laugier. L'incontro di architetti e geometri, elbani e non, accomunati dall'interesse per il restauro degli edifici verteva sul tema del corretto uso dei materiali ma mi aveva attratto la frase con cui si apriva il manifesto del convegno: “I monumenti architettonici...devono piuttosto venire consolidati che riparati, piuttosto riparati che restaurati, evitando in essi con ogni studio le aggiunte e le rinnovazioni ” Frase tratta dalla Carta del restauro del 1883 redatta da Camillo Boito , perfettamente in sintonia con il tema del questionario che la sera prima, insieme ai coniugi Pacchiarini, ottimi compagni di lavoro ed amanti dell'Elba, avevamo preparato. Approfittando dell'occasione che riuniva un buon numero di esperti, molti dei quali operanti nel territorio elbano, abbiamo cercato il modo di chiedere il loro parere sulla questione che ci assilla, questa orrenda New Gattaia in costruzione. Era per il neonato comitato ( nogattaiacomitato@libero.it) la prima occasione di uscita e ne è valsa la pena. Distribuiti 60 volantini, in cui si chiedeva di pronunciarsi o a favore della nuova costruzione o piuttosto per il ripristino per le mura, ne sono stati rimessi nell'urna 37, di cui tre bianchi, uno favorevole alla nuova gattaia e trentatre ( di cui sei firmati) a favore del ripristino delle mura. Molti hanno annunciato che ci invieranno un responso più articolato di una crocetta sulla scheda e, da come si sono espressi, è molto probabile che riceveremo presto qualche autorevole parere. Visto che ero lì posso dire qualcosa del convegno, fatta eccezione per i discorsi di apertura che mi sono perso, perché ero fuori dalla sala a consegnare i nostri questionari agli ultimi ritardatari Tra le relazioni ascoltate per il pubblico elbano era senz'altro interessante quella, fatta di concetti semplici ma molto partecipata, del giovane architetto Massimiliano Pardi che ha illustrato i concetti della Bio Architettura a proposito di materiali. Interessante anche la relazione, purtroppo forzatamente ridotta per limiti di tempo, dell'Architetto Pastorelli sulle malte di età romana nei ritrovamenti archeologici dell'Isola ( le Grotte, Capo Castello, la villa romana sottostante alla Linguella). Indubbiamente interessante per gli esperti ( io, da sciovinista, ero più interessato al coté isolano) anche la comunicazione riguardante un importante e complesso recupero di un castello in Liguria.. Due interventi hanno poi veramente conquistato l'uditorio: l'Architetto Lazzeri ha illustrato in modo magistrale cosa sia il paesaggio, fatto di natura e segni dell'uomo nel tempo, mostrando come il segno dell'uomo possa aggiungersi all'opera di secoli come un nuovo tratto di un disegno armonioso oppure come uno sgorbio, uno sfregio, uno scempio. Ultimo e applauditissimo è stato l'archeometra, come ama definirsi, Mastro Gilberto Quarneti, il cui aspetto (un uomo anziano, di corporatura esile, una lunga barba da profeta) contrasta con la potenza della voce e la battagliera vigoria delle argomentazioni. Un oratore affascinante e appassionato, profeta davvero di un nuovo utilizzo di materiali, come la calce e la pozzolana, che hanno superato test bimillenari e che ora possiamo colle moderne tecnologie produrre con caratteristiche migliori. Chissà cosa direbbe, a proposito di restauro filologico, lui tanto avverso al cemento e al suo rapido decadimento( “un materiale moderno che non arriverà mai a diventare antico”)se vedesse cosa hanno fatto all'interno di Porta a Terra, la galleria scavata nella roccia che tanto aveva impressionato Napoleone. Sembra che sia stata schizzata di cemento “a manate” da un gorilla imbufalito. Non ci credete? Andate a vedere.


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