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Referendum, un'occasione storica

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : sabato, 04 giugno 2011

Domenica 12 e lunedì 13 giugno l’Italia potrà riproporsi sulla scena mondiale come modello culturale e di pensiero così come lo è stata nei secoli scorsi, attraverso un ribadire ( lo aveva già fatto a fine anni 80 ) la propria posizione profetica sul nucleare. E’ bene quindi avere una visione complessiva della posta in gioco e dei possibili scenari incontrovertibili che si apriranno da lunedì pomeriggio in avanti, per noi e le generazioni future. Dati alla mano e supportati da rilevanze scientifiche e di buon senso è corretto affermare che: il nucleare è una tecnologia estremamente pericolosa e non esiste garanzia che possa escludere il rischio di gravi incidenti, inoltre un impianto nucleare emette radioattività anche senza incidenti; i bambini che vivono vicino alle centrali corrono maggiori rischi di contrarre leucemie e comunque ci sono negative ricadute su agricoltura e turismo. Per lo smalti mento delle scorie ( che dovranno essere gestire per 30.000/60.000 anni ! ) non esiste ancora al mondo un deposito definitivo per smaltirle in sicurezza per un periodo così lungo. Tutto questo ed altro di più rendono il nucleare una fonte energetica molto costosa ( costruzione della centrale – 15 anni -, dismissione della medesima – dopo circa 40 anni - e gestione delle scorie – per più di 30.000 anni ) assolutamente più delle altre fonti di energia, costi che in maniera diretta o indiretta verranno scaricati nella bolletta dei cittadini. Poi, è da considerare che il nucleare non ridurrebbe le importazioni energetiche, visto che esso produrrebbe solo elettricità ( pari al 25% dei consumi energetici dell’Italia ) e non potrebbe essere utilizzato per i trasporti e la produzione di calore per industria e abitazioni; esempio tra tanti la Francia, noto paese nuclearista, dove il consumo pro-capite di petrolio è più alto che in Italia. Anche sul versante posti di lavoro la prospettiva è del tutto negativa in quanto una centrale nucleare in fase di costruzione necessita di 3000 lavoratori che si riducono a meno di 300 in fase di esercizio; la Germania, che ha recentissimamente confermato l’uscita totale dal nucleare dal 2022, può vantare oltre 350.000 addetti nel settore delle fonti rinnovabili, facendola diventare leader mondiale nella costruzione di pannelli fotovoltaici. Se poi volessimo aprire la questione dell’esaurimento delle fonti energetiche non rinnovabili, ai primi posti dovremmo inserire l’uranio ( tra l’altro per noi da doversi importare ) che l’Agenzia EURATOM prevede esaurito non oltre il 2070. Infine è bene ricordare che la Legge approvata dal governo nel 2009 prevede l’uso dell’esercito per imporre ai territori la costruzione delle centrali, con inevitabili conflitti istituzionali, sociali e politici. Per tutti questi motivi, nel mondo, sono più le centrali in dismissione rispetto a quelle in realizzazione ( solo in pochi paesi, quali la Corea, l’India, la Cina ) ragion per cui molti paesi europei hanno dato inizio a piani di riconversione verso le energie rinnovabili che porteranno taluni di essi a raggiungere nel 2040 la piena autonomia energetica. Infine è da ricordare che più lontano si vive da una centrale, minore è il rischio di essere colpiti direttamente dalle radiazioni in caso di incidente. Se c’è una fuga radioattiva le evacuazioni avvengono entro 30/40 km dalla centrale e comunque i maggiori valori di Cesio sono registrabili non oltre i 100 km ( vedi eventi Cernobyl e Fukushima ); questo dovrebbe porre fine alla teoria del rischio dalla inevitabile presenza di centrali in Francia. In definitiva una piccola riflessione inerente i costi per la realizzazione di una singola centrale che secondo l’ENEL ammontano a € 3,75 miliardi, dato molto incoerente rispetto ai costi del EPR in Finlandia che è stato valutato in € 6,2 miliardi, ma sospeso dal 2007 in quanto troppo oneroso. Termino dichiarandomi altresì contrario al nucleare anche in ragione dei criteri costruttivi delle opere pubbliche che sono presenti in Italia, e questo per ragioni corruttive, ricordando sommessamente il nuovo l’ospedale antisismico dell’Aquila venuto già il 6 aprile 2009 come neve al sole…..quindi pannelli fotovoltaici, aerogeneratori, biogas, geotermia, idroelettricità, biomasse, e risparmio energetico sono e sempre più saranno da auspicare per lasciare ai nostri figli e nipoti quanto abbiamo ricevuto dai nostri padri e nonni ed andando a votare SI il 12 e 13 giugno potremmo incidere positivamente in questa evoluzione; rimanendo a casa ci assumeremmo in coscienza una responsabilità che andrà oltre il nostro tempo.


Referendum nucleare vota SI

Referendum nucleare vota SI