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Verso la soppressione dell'istruzione superiore nel Carcere di Porto Azzurro

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : martedì, 31 maggio 2011

La dirigente scolastica dell’Isis “Foresi” di Portoferraio ha dichiarato, nel corso di un incontro pubblico, che, da parte dell’Ufficio Scolastico Provinciale di Livorno, è emersa l’intenzione di cancellare, nel prossimo anno scolastico, la classe prima della sezione carceraria del Liceo Scientifico presso la Casa di Reclusione di Porto Azzurro. Si tratta di una volontà molto grave, che mira progressivamente a disattivare un percorso di formazione e di reinserimento che ha coinvolto, da molti anni a questa parte, centinaia di detenuti. Il taglio all’istruzione in carcere si inserisce in un quadro di ulteriori riduzioni degli investimenti pubblici sull’istruzione che, anche nel prossimo anno scolastico, come già nei due precedenti, farà fuori migliaia di posti di lavoro tra insegnanti e personale Ata, aumentando il numero di alunni per classe, riducendo il numero di ore di lezione e rendendo ancor più ingestibili gli istituti. Si tratta di misure che, chiunque colpiscano, renderanno sempre più carente la qualità della scuola. La scelta dell’Ufficio Scolastico Provinciale di Livorno di colpire pesantemente l’istruzione per gli adulti e, in particolare, gli studenti “invisibili” del carcere di Porto Azzurro ci sembra che metta fine in maniera drastica ad uno strumento che, nato dal volontariato di alcuni docenti del Liceo “Foresi”, si è poi trasformato in scuola vera e propria ed ha costituito per tanti detenuti un’occasione di crescita culturale e di riscatto personale. Tale intenzione appare poi incomprensibile a fronte della richiesta di una trentina di persone di iscriversi alla sezione carceraria nel prossimo anno scolastico. Pensiamo che contro un atto così grave debba mobilitarsi non solo la scuola ma tutta la società nel suo complesso, a partire dalle Amministrazioni locali. Privare un carcere di un’opportunità che tanti reclusi non hanno avuto da giovani, in quanto provenienti da settori sociali a rischio, vuol dire far venir meno un obiettivo fondamentale che la Costituzione attribuisce alle case di detenzione, che non devono essere soltanto istituti in cui si sconta una pena ma soprattutto luoghi dove si favorisce il reinserimento sociale. Dare ai carcerati la possibilità di studiare e di lavorare riduce infatti il rischio che essi, tornati in libertà, tornino a delinquere, non avendo appreso in prigione nulla di diverso da ciò che facesse parte della propria vita prima della reclusione. I Cobas Scuola e l’Unicobas dell’Isis “Foresi” di Portoferraio si batteranno perché i tagli alla sezione carceraria di Porto Azzurro vengano scongiurati ed un’esperienza così significativa continui ad andare avanti.


carcere porto azzurro

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