Le dichiarazioni della Dott.ssa Calamai in merito all’incontro con la Conferenza dei Sindaci elbani sembrano tirare in causa il Comitato Elba Sanità nel momento in cui afferma quanto sia priva di fondamento qualsiasi insinuazione di una prossima chiusura dell’ospedale di Portoferraio tanto più in considerazione del fatto che si è speso per esso oltre 10 milioni di euro. Questa poco attenta riflessione non dà merito alla nostra intelligenza in quanto sarebbe assurdo solo ventilare una ipotesi del genere. Abbiamo sempre affermato, invece, che le risorse spese per il nosocomio elbano, indirizzate ad un rafforzamento delle strutture portanti dell’ospedale nel rispetto dei criteri antisismici per sostenere adeguatamente anche la nuova piattaforma dell’elisoccorso, orientate per altri versi ad una ristrutturazione e razionalizzazione dei vari reparti, in parte anche condivisibili, in realtà sono state rivolte anche ad ottenere un progressivo depotenziamento di tutte le prestazioni; ne è testimonianza, infatti, la riduzione sistematica del personale destinato ai vari servizi ambulatoriali ed ospedalieri. Esempio palese il reparto di medicina, fondamentale per un ospedale di qualsiasi dimensione, declassato a semplice sezione di quello di Piombino con uno staff composto da sette medici che, già di per sé insufficiente, è stato ancora più ridotto con il trasferimento di uno di essi al pronto soccorso e con la nomina di un altro a Responsabile, con il risultato che i medici attivi che devono coprire turni di 24 ore sui sette giorni lavorativi ora sono solo cinque più uno facente funzione anche di coordinamento e direzione. Su di loro dunque pesano carichi di lavoro davvero insopportabili con evidente rischio anche per i pazienti ricoverati; i posti letto disponibili sono in numero insufficiente e costringono spesso a convivenze e promiscuità inaccettabili. Da parte della Direzione aziendale si è detto più volte che per avere servizi sanitari efficienti e professionalità elevate sia necessario che il numero degli interventi sia tale da consentire una adeguata continuità e una consolidata esperienza. La nostra isola per numero di abitanti e percentuali di assistenza non sarebbe dunque in grado di sostenere tale necessità. Il Comitato Elba Sanità, pur concordando sul fatto che la quantità e la qualità degli interventi dia misura alla efficienza dei servizi, ritiene viceversa che oltre a ciò sia doveroso considerare soprattutto l’entità e qualità del fabbisogno sanitario che può variare significativamente da territorio a territorio. Sull’Elba il fabbisogno sanitario da soddisfare in loco è senza dubbio più elevato rispetto ad un altro territorio del continente corrispondente per estensione e per numero di abitanti, proprio per le sue caratteristiche peculiari e di questo bisogna tener conto nell’organizzare efficacemente le risposte sanitarie sia ospedaliere che territoriali. Noi crediamo che le erogazioni di denaro per ottenere tali efficienze non siano da considerare solo costi , ma anche investimenti per il futuro e produttrici di minori spese. Ne può essere una dimostrazione il fatto che se si dotassero le ambulanze per il trasporto in strutture del continente di pazienti gravi, ma non in pericolo di vita, di un numero sufficiente di medici accompagnatori, si potrebbe risparmiare denaro pubblico diminuendo gli interventi dell’elisoccorso; se si rendesse più efficiente l’ospedale e il servizio ambulatoriale, si verificherebbero meno fughe di pazienti a beneficio del bilancio aziendale; se si iniziassero quanto meno a predisporre da subito tutti servizi territoriali promessi, si eviterebbero i ricoveri impropri. La questione che si pone è, in fine, quale definizione si da all’efficienza e alla sua qualità. Le dichiarazioni di intenti i tal senso sono state tante, ma ancora per nulla realizzate, anzi quanto fatto fino ad ora sembra andare per alcuni aspetti in direzione opposta. Non ci rassicurino più con le parole, ma con i fatti. Il nostro, dunque, non ci pare un allarmismo fine a se stesso, ma la denuncia di una realtà che tutti gli elbani devono conoscere e non solo coloro che ne abbiano avuto purtroppo esperienza diretta, consapevoli che, nonostante le carenze, in molte occasioni solo la professionalità e la dedizione di tutto il personale di stanza all’ospedale di Portoferraio e i volontari del Terzo settore hanno potuto risolvere situazioni davvero drammatiche. Tutto questo ed altro ancora sarà oggetto della nostra Assemblea-Manifestazione del 19 maggio p.v. alle ore 16,00 presso la sala della Provincia a Portoferraio che auspichiamo possa essere vera testimonianza di una grande partecipazione di tanti nostri cittadini.
ospedale insegna striscia