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Riflessioni su un libro

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : lunedì, 16 maggio 2011

Il Tirreno ha recensito il libro di Luca Nannipieri ‘Salvatore Settis La bellezza ingabbiata dallo stato’ Edizioni ETS. Già il titolo del libriccino -volume è parola grossa- così personalizzato contro Settis suscita qualche perplessità tanto è evidente l’intento di fare notizia data l’autorevolezza e il prestigio meritati dell’autore preso di mira tanto spavaldamente. Ma quello che rasenta l’infortunio se non la gaffe è il seguito del titolo ‘La bellezza ingabbiata dello Stato’. All’indomani della dichiarazione del nostro premier sulla necessità e urgenza di fermare le ruspe impegnate a demolire le costruzioni abusive a Napoli si fa qualche fatica – ne converrà anche Nannipieri – ad attribuire allo Stato con quel che segue e di cui parla Settis nei suoi ultimi libri, la colpa di avere spento e ingabbiato la bellezza. Lo stato inteso dall’autore come ‘soprastruttura’ –una gabbia appunto- avrebbe infatti sostanzanzialmente annullato, cancellato, abolito, fatto sparire la persona vera protagonista della tutela delle nostre bellezze. Stato, Sopraintendenze, Università e tutte le altre istituzioni sono infatti –sempre secondo il Nannipieri- realtà fantasma, spente, autoreferenziali. E noi minchioni che pensavamo e pensiamo che invece devono fare e bene il loro mestiere come è scritto nella Costituzione e come non piace invece ai Berlusca di turno. Davvero quelle comunità che l’autore incensa possono tutelare le loro bellezze locali senza questa invisa soprastruttura? Chissà se il giovane Nanniperi perso nel suo ‘io’ conosce o ricorda come 30 anni fa è nato a Pisa il parco di Migliarino, San Rossore, Massaciuccoli. Dovrebbe sapere che a Migliarino –in quella dimensione micro che tanto gli piace- ci fu una mobilitazione popolare, che raccolse firme, organizzò assemblee e dibattiti, che fece notizia anche sulla stampa nazionale per impedire che una vera ‘bellezza’ come la pineta dei Salviati fosse distrutta e cementificata. Ci riuscì grazie al ruolo che allora -30 anni fa- seppero giocare le istituzioni, i comuni, le province, la regione ed anche il mondo delle Università, i Settis di allora come Cederna che insieme riuscirono a dare sbocco, forza ed efficacia alle richieste e proteste di quelle comunità. Comunità che non solo non finirono ingabbiate ma portarono a casa un parco regionale importantissimo per preservare e mettere a frutto le nostre bellezze e ricchezze di cui oggi possiamo ancora usufruire.


portoferraio canile occupazione Tirreno

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