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Lambardi e la sbiadita cartolina da Marina di Campo.

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : lunedì, 16 maggio 2011

Caro Lorenzo, ha ragione da vendere nel descrivere e documentare con foto il modo in cui presentiamo ancora oggi golfo, spiaggia e porto di Marina di Campo. La stessa documentazione fotografica e lo stesso testo di denuncia avremmo potuto vederla pubblicata da destra, sinistra, di sotto e di sopra; ieri, ieri l’altro e temo anche domani e dopodomani. Giustamente Lei assolve al ruolo di consigliere di minoranza e denuncia lo stato increscioso in cui versano il lungomare e il porto ogni inizio estate… da 22 anni ormai. Dalla prima mareggiata che distrusse un pezzo di muro e lungomare nel dicembre del 1979, sulle cui rovine una mano, saggia ma anonima scrisse “campesi duri, i turisti vengono per le spiagge e no pei muri”. Io ho finito di arrabbiarmi, ormai credo sia una battaglia persa la salvaguardia di questo magnifico golfo o il ripristino del primitivo stato della spiaggia… o delle spiagge, basta guardare Cavoli per rendersi conto di analoghi problemi di erosione anche in quella fantastica baia. Ricordo bene lo stato quasi “originario” della spiaggia e il porto di Marina di Campo, per testimonianza diretta di bambino negli anni ’60 o per visione delle foto di famiglia degli anni ‘30, ciò che c’era e ciò che vi è stato costruito. Fingere indignazione politica a corrente alternata è ormai inutile, è solo un mio generico appunto, niente di personale beninteso, lo sfascio di molte cose hanno avuto inizio 40 o 50 anni fa. Errori urbanistici a cui ormai è tardi per porre rimedio. La strada litoranea, fortunosamente interrotta a metà golfo alla fine degli anni ’60 e l’ampliamento e prolungamento delle opere portuali hanno compromesso tutto. Oggi intravediamo i primi risultati di una errata visione di organizzazione del tessuto urbano e dei servizi. Le colpe purtroppo sono collettive e trasversali, sia politiche che generazionali. Gli improbabili riassetti del porto e della spiaggia, puntualmente presentati da ogni coalizione alle amministrative, cozzano contro la pochezza delle certezze riposte nelle soluzioni proposte. L’unica certezza è che l’equilibrio di uno dei golfi e delle spiagge più belle d’Italia ormai è compromessa. Quello che era o avrebbe potuto essere non c’è più e non ci sarà miglioramento possibile, ciò per una colpa collettiva e una sola verità: la pochezza dell’essere umano, di destra o sinistra ha poca importanza, nel gestire il patrimonio ambientale avuto in dono dalla Natura e che avrebbe dovuto essere trasferito alle prossime generazioni allo stato nel quale era nei primi anni ‘60. Ciò non è stato possibile e non ci sarà, architetto o ingegnere capace di rimediare al danno fatto, dato che queste figure professionali tanto hanno contribuito nel distruggere l’originaria perfezione di un golfo disegnato a omega perfetto (scusate la ripetizione voluta). Concludo con le parole di un etologo, premio Nobel per la medicina, Konrad Lorenz: “dal sindaco di un piccolo paese al ministro dell’economia di una grande nazione, nessuno pensa di fare sacrifici politici in difesa dell’ambiente”… ecco cosa è successo al porto e alla spiaggia di Marina di Campo! Il conto politico, i bilanci economici valevano più del “bilancio ambientale”.


marina di campo panorama 3 gentini

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