E’ trascorso un anno da quando Giorgio non è più tra noi. Un tempo lungo che non ha attenuato il ricordo e il dolore della sua scomparsa. Giorgio è stato un caro amico, un uomo di grande spessore culturale ed umano, che aveva un’incommensurabile passione per la nostra isola, conosciuta sul finire degli anni ’50 e diventata una seconda patria. Era nato a Bologna nel 1921, a 25 anni era entrato nel Comando Unico Militare dell’Emilia Romagna (COMER) per liberare l’Italia dai nazi-fascisti. Si era laureato in filosofia, ma la sua vera vocazione era il giornalismo, iniziato proprio in clandestinità nella redazione di Tempi Nuovi e poi nel Progresso d’ Italia. Ci sono tanti episodi nella sua vita che potrebbero essere ricordati. Un episodio curioso, significativo ed espressivo della personalità di Giorgio Fanti fu la prima Mostra nazionale dell’Arte, nel lontano 1948 a Bologna. Girogio fu uno dei promotori della rassegna, cui parteciparono artisti di varie tendenze, i vari Basaldella, Turcato, Vedova, Treccani, Birolli ed altri ancora. Una iniziativa attesa con grande interesse, ma destinata a passare alla storia soprattutto per una durissima stroncatura di Palmiro Togliatti. Per il Migliore fu solo un’ esposizione di scarabocchi ed orrori, che ratificava la spaccatura fra figurativi e astrattisti. Questa vicenda veniva così chiosata da Giorgio nel 2006: “Cercammo di porre rimedio a quelle parole insensate promuovendo ogni settimana dei dibattiti che furono accesissimi. Vennero pittori e scultori da tutta Italia, ma la frattura fra astrattismo e figurazione fu inevitabile ed è ancora oggi avvertibile, passato più di mezzo secolo”. Giorgio si affermò come giornalista (andò a lavorare a l’Unità), ma fece anche politica attiva, frequentò assiduamente Riccardo Lombardi, diventò segretario del Movimento per la Pace ed in quel ruolo fece approvare un documento di condanna dell’intervento armato dell’Urss in Ungheria. Fu responsabile degli Esteri a Paese Sera, corrispondente da Londa e da Parigi, quindi corrispondente da Parigi per la Rai fino al 1990; sono molte le collaborazioni a giornali e periodici, da Il Mondo a Rinascita, Repubblica, Storia Contemporanea, Le Matin, Nouvel Observateur, Herald Tribune, New Left Review. Curò numeri speciali sull’Inghilterra (il Contemporaneo, l’Ulisse). All’Elba ha trascorso molta parte della sua vita. Abitava a Procchio, nella casetta dei Marmi, nel Comune di Marciana dove era residente, divenuta un cenacolo di amici e di intellettuali. Cittadino onorario di Portoferraio, ha lasciato alla Biblioteca Foresiana una ricca documentazione della vita storico-culturale europea contenuta nel periodico inglese Spectator. E’ comunque impossibile ricordare in una paginetta la vasta attività di un uomo di cultura, di lotta, di resistenza, di politica, di giornalismo militante come era lui. Il partigiano “Gracco” ci mancherà molto, soprattutto in questi tempi difficili, dove i segretari di partito non stroncano più le mostre e forse non lasciano neanche più molta traccia altrove e dove la cultura è ridotta in stracci, perché come dice il vate Tremonti con essa non si mangia. Ci mancherà con lui il profumo di valori lontani, di principi etici smarriti, di forti contrapposizioni e di travolgenti passioni, che nell’era imbellettata dell’immagine televisiva si sono persi, ma che dovremo necessariamente recuperare se vorremo dare un futuro a quest’Italia. Anche in nome dei tuoi tanti amici elbani e non, con infinito affetto
giorgio fanti giornalista partigiano