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Pianificazione regionale; un dibattito faticoso

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : giovedì, 05 maggio 2011

Il dibattito regionale sulle politiche territoriali presenta in più d’un caso due profili che faticano a incontrarsi. Ce n’è uno chiaramente più politico che anima e agita in particolare il PD specialmente su Peretola e dintorni e uno più istituzionale che riguarda leggi e normative bisognose di revisione e adeguamento che interessa e coinvolge – o dovrebbe- i rapporti tra la regione e gli altri soggetti istituzionali non solo elettivi. Si tratta di questioni che per più d’un verso abbiamo ereditato e ci portiamo dietro da tempo senza essere finora riusciti a risolvere al meglio. Qualche giorno fa Vannino Chiti intervenendo sulla vicenda di Peretola li ha toccati entrambi tirando le orecchi ai sindaci della Piana e anche gli amministratori di Prato che non possono ignorare le esigenze regionali e di partito perché bisogna guardare ad una Toscana che non può ridursi a terra per passeggiate e pensionati. Quanto ai rapporti di partito sarà ovviamente il partito a vedersela. Quanto invece al tipo di Toscana che non può fare a meno di un rilancio economico e quindi non pensare solo al suo passato che piace tanto anche all’estero forse non è male soffermarsi un momento. Già qualche anno fa un autorevole assessore regionale liquidò talune esigenze di tipo ambientale con la battuta che la Toscana non poteva certo affidarsi per il suo rilancio al lardo di Colonnata. Bisognava insomma ‘fare’ e mettere fine alle chiacchere nostalgiche e da fighetti. Il tutto fu preceduto e seguito da decisioni anche normative che oggi pesano negativamente sulla gestione delle politiche territoriali e alle quali bisogna rimediare dal PIT alla legge del 2005. Intanto sulla base di dati forniti dall’IRPET e non solo e sulla base del piano regionale di sviluppo regionale si sta cercando la ‘quadra’ che non può riguardare però solo la pianificazione comunale e intercomunale che è solo una tessera di un più complesso mosaico che stenta da emergere e a prendere forma. Qualche bischerata nel passato ce la siamo permessa disinvoltamente con il piano casa e il paesaggio per quanto riguarda i pareri dopo il nuovo codice dei beni culturali e del paesaggio. Colpisce in questo dibattito che la giusta attenzione posta, ad esempio, alle infrastrutture fonte di controversie spesso antiche; l’autostrada etc siano quasi assenti aspetti fonte di disastri dai costi altissimi talvolta anche umani che ci ricordano quanto costi di più curare piuttosto che prevenire. Mi riferisco come è chiaro all’assetto idrogeologico che a differenza del lardo di Colonnata richiede progettazioni e investimenti qualificati e non i cantieri Fanfani di vecchia memoria. Questi interventi al pari di quelli di tutela della costa, dei boschi, delle energie rinnovabili ci ricordano il ruolo finora inadeguato delle autorità di bacino o in caduta libera come quello dei parchi, livelli istituzionali non elettivi ma fondamentali e tuttavia ignorati o persino ‘estromessi’ da leggi volute dai cantori del fare dimentichi che chi dice bischerate fa poi bischerate. Ecco è questa la dimensione, l’ambito entro il quale il discorso avviato in sede regionale deve svilupparsi. Finora ci sono troppo omissis a cui è bene rimediare. Trovo peraltro singolare che anche voci che si erano fatte sentire come quei comitati che all’inizio della legislatura regionale avevano incontrato l’assessore Marson siano di fatto spariti. Se la partecipazione non vuole resta mera chiacchera o oggetti di qualche ‘sperimentazione’ anche normativa destinata a non lasciar segno sarà bene riprendere il largo.


Toscana Mappa piccola

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