Caro direttore, è da parecchio che questa cosa mi sta sullo stomaco e che non mi risolvo a buttarla fuori ma giorno per giorno l'affare s'ingrossa e non lo reggo più. Di cosa sto parlando? Della Gattaia, promossa dai progettisti dell'abominio in corso di costruzione a “Bastione delle Fascine”, come è scritto sul cartello del cantiere, bastione che per quanto ne so non è mai esistito. Un bastione infatti era una difesa capace di reggere alle cannonate, alle spalle avrebbe dovuto esserci un terrapieno e qui non c'era niente del genere. Alla fine del '500, quando ai piedi delle mura non c'era la strada come adesso ma direttamente il mare, c'era un muro ad altezza d'uomo per servire da protezione ai tiratori armati di moschetto, una “moschetteria”. Faceva parte delle difese verso la Porta a Terra, in una situazione in cui le mura erano libere da impacci e di certo non c'erano alberi nelle vicinanze. Ve ne sono ora di così alti che ne coprono la visuale. Nell '800, quando si cominciò ad aprire finestre sulle mura e tutta la Calata passò da un uso militare ad uno civile, quel muro di moschetteria fu rialzato e lo spazio delimitato fu coperto da un tetto, per divenire deposito della Tonnara dell' Enfola. Negli anni della prima guerra mondiale il deposito fu rimaneggiato da Pierluigi Nervi per installarvi una stazione di pompaggio dei combustibili per il naviglio militare che arrivavano tramite una condotta sotterranea dai grandi depositi situati sotto il Forte Falcone. Di questa installazione non resta nulla e delle precedenti non è facile distinguere le stratificazioni. Quella che si distingue bene è la sfacciata sopraelevazione a mattoni che è stata tirata su in questi giorni. Ora come ora si può ancora riuscire a vedere, spiando dietro i teli verdi dell'impresa costruttrice , lo sprone delle mura . Bisognerebbe approfittarne per portare le scolaresche a vedere quello che ancora non è stato inscatolato, perché possano ricordarlo com'era e fotografarlo coi loro telefonini: un'immagine da poter conservare, da catturare prima dell'eclissi.. Ma che razza di paese è quello dove per vedere i propri monumenti bisogna andare a spiare dietro i teli come dei guardoni?Una settimana fa su tutti i giornali era riportata con indignazione la notizia che in Campania erano stati ritrovati resti monumentali ricoperti da una montagna di spazzatura che qualcuno, nottetempo, aveva scaricato di nascosto. Qui abbiamo fior di operai che lavorano in pieno giorno pagati con pubblico denaro per coprire con un monolite di cessi pubblici il tratto più scenografico delle mura e nessuno dice niente. Una città che aspira a vivere di turismo è come una bella donna che voglia far carriera nel mondo dello spettacolo : tutti capiscono che debba far tesoro della propria immagine, che voglia farsi vedere. Di attrici belle e cretine pare che ce ne siano state (qualche diva ha anche giocato a fare la”svampita”) , tutte hanno mostrato più o meno generosamente le loro grazie, qualcuna magari ha ecceduto ma nessuna è stata così profondamente cretina da cucirsi addosso, per far vedere meglio quanto è bella, un saio da da monaca o, peggio, da coprirsi con un burqa. Magari con su scritto “La mia immagine è promossa dall'Agenzia X” La nostra città invece farà proprio così. Avremo il più bel tratto delle mura, proprio all'inizio della Calata, cementato a puntino. Un bel cubo grigio di cemento, sopraelevato rispetto alla già orrida Gattaia (intanto che ci siamo,non stiamo lì a guardare il centimetro!)con tanto di vetrata centrale da cui,fra intelaiature, riflessi, scale e quant'altro si potrà forse intravedere un simpatico effetto di vecchia muratura all'interno degli Uffici. Uffici di che? Ma di Promozione Turistica, naturalmente, ed oltre alla promozione turistica ci saranno tanti bei WC. Che pensata geniale! Da brevettare al più presto! Che fortuna che sia capitato proprio a noi di inaugurare questo nuovo sistema di “valorizzazione”! Perché ce lo copieranno sicuramente in tutto il mondo. Pensate a come sarà valorizzata la Tour Eiffel quando avrà il suo bello scatolone di cemento tutto pieno di cessi tutti pieni di francesi che fanno tutti la pipì e in cima , al cinquantesimo piano, Monsieur l' Assesseur che dal suo ufficio guarda giù e anche lui fa la pipì , nel suo privé, à Paris! Che meraviglia! Da farci una canzone. Verranno da tutto il mondo per farla lì. Per il Colosseo noi italiani purtroppo dovremo aspettare, per costruire un anellone di cemento che lo copra di vespasiani almeno fino a metà altezza ci vogliono troppi soldi e, anche se sarebbe bellissimo, nemmeno con Della Valle ce la possiamo fare. Pare invece che il nuovo governo egiziano voglia investire nella faraonica impresa di cessificare ( pardon , valorizzare) la piramide di Cheope. Il gigantesco monolite cubico che la seppellirà potrà contenere tanti di quei WC che, secondo una stima attendibile , metà della popolazione del Cairo potrebbe evacuare in contemporanea. Da Guinness dei primati! Ho detto prima che di fronte a questo misfatto nessuno dice niente,ma a dire il vero qualche voce s'era levata contro lo scempio annunciato, voci nobili e ben informate come quella di Giuseppe Battaglini, il massimo esperto delle Fortezze Medicee su cui ha scritto un'opera definitiva, e quella di Gianfranco Vanagolli, lo storico elbano per eccellenza, ma il Sindaco si era trincerato dietro un parere della Sovrintendenza che non avrebbe permesso altro che questo. Ma siamo proprio sicuri? Quando,compiuta l' (infame) opera, al posto delle Mura di Cosimo i viaggiatori potranno ammirare i Cessi del Perìa, sarà da considerare davvero sua la paternità dell' intervento o c'è qualcuno in Sovrintendenza che vuol farsi avanti a rivendicarla? A chi i cessi? Se è proprio vero quello che Sindaco e Giunta hanno sostenuto, che si tratta cioè della volontà della Sovrintendenza, possiamo sapere se questa bella idea è un parto dell'Architetto Ferretti o è figlia della Dottoressa Martinelli? O, forse, cercando la paternità di questo scomodo “criaturo”, bisogna andare più lontano?. Secondo voci, indubbiamente da verificare ma raccolte fra gli addetti ai lavori, la genesi del pasticciaccio sarebbe questa: l' Azienda di Promozione Turistica, trovandosi collocata in una posizione poco visibile e inadatta alla sua funzione, chiede alla Provincia di provvedere ad una nuova e più consona sede. Un funzionario di quell'ente, saggio come amministratore ma forse non accorto dal punto di vista storico ed estetico, nota che il Ministero della Marina Militare ha finalmente reso disponibile un tratto di Fortezze dove è possibile recuperare dei locali e che ci sono fondi disponibili per restaurarli. Senza accorgersi che l'intervento che sta offrendo deturperà la Calata presenta così al Comune, per così dire, il piatto già pronto. Può un Comune, in tempo di vacche magrissime, rifiutare un bell' investimento subito disponibile con cui fare un'opera di pubblico interesse e ben visibile dai cittadini?Dovrebbe aver coraggio e lucidità per avanzare proposte ben diverse ma il brillìo del sostanzioso finanziamento mette in ombra la considerazione che, dal punto di vista di far più bella la città,questo é un intervento suicida. Si ripete la storia di quando il Commissario Luigi Medici, con altrettanto buonsenso, fece abbattere ai reduci e ai disoccupati le mura di Porta a Terra e coprire il fossato. “Si bara, si leva e il lavoro si crìa!” era lo slogan progressista, che vedeva in un assetto più “pulito” e in quei quattro soldi dati ai disperati senza lavoro un immediato beneficio. Il pensiero che si stava distruggendo un patrimonio irrecuperabile per un futuro turistico dell'isola (tralasciando le considerazioni storiche) non sfiorò quel fiero amministratore cui pure Mario Foresi, purtroppo inascoltato, non mancò di far conoscere la sua contrarietà. Se alla Provincia e soprattutto al Comune,che prima di tutti dovrebbe essere interessato a rendere ben visibili i suoi monumenti, sta bene di inscatolarne uno dentro una teca di cemento la Sovrintendenza, che deve curarne soprattutto la conservazione, può anche dichiararsi d'accordo. Ed ecco fatta la calderolata, con un risultato paradossale. Per trovare casa a chi deve darsi da fare per mostrare a tutti quanto è bella Portoferraio con la sue Fortezze costruiamo un brutto scatolone proprio addosso alle Fortezze,così non le vedrà più nessuno. In questa specie di commedia degli errori ci rimettiamo tutti. Noi cittadini , soprattutto quelli che dal turismo, in modo diretto o indiretto, sperano di ricavare di che vivere, ma anche quelli come me che quando vedranno questo cubo grigio , sapendo cosa c'è dietro, ne saranno quotidianamente urtati. I turisti, che visitando la città la troveranno imbruttita ( e lo faranno sapere ) .Ci rimetteranno anche i Bravi Amministratori che l'hanno voluta, perché si tratta di un'operazione nefanda a cui i loro nomi resteranno legati. In ogni caso la consapevolezza che sia un'azione davvero e semplicemente brutta, che la città stia spendendo soldi per farsi del male, cresce col crescere dei muri della super -Gattaia. Avere il coraggio di fermarsi, avere abbastanza carattere per sottoporre ad autocritica un progetto nato per sbaglio e nato male, essere capaci di riconoscere il proprio errore e saper tornare sui propri passi, sono doti che auspicherei di trovare negli uomini che ho votato e che per altri aspetti rivoterei. Per l'etica cattolica l'insistere nell'errore è diabolico, per quella d'un laico può essere stupido o autolesionista, o entrambi. Nel frattempo la Regione ha abolito come inutile l'ente che ha causato tutto questo putiferio. L'Azienda di Promozione turistica non esiste più, quindi perché continuare? Solo per fare pipì?
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