Gentile redazione di Elbareport, il CNC approfitta volentieri dell’opportunità che gli viene data di replicare all’articolo comparso il 17 aprile 2011 dal titolo “Quello che non va nella gestione del Circolo Nautico Cavese”. È facilmente intuibile a tutti che quanto in esso riportato altro non è che il rancoroso sproloquio di un ex socio, espulso dalla compagine sociale per la assoluta incapacità – ripetutamente dimostrata – di stare alle regole di una civile convivenza. Nulla di quanto scritto corrisponde al vero. Il Circolo Nautico Cavo non è affatto monopolista di nulla: esso è titolare, da quasi trent’anni, di una concessione demaniale di utilizzo di specchio acqueo, e vi sta insieme ad un altro gestore (una società pubblica comunale) e ai residenti cavesi possessori di imbarcazione. L’assegnazione del posto barca ai soci (e a tutti i transiti che lo chiedano, nei limiti della disponibilità) non è frutto di “camarille” come malignamente si adombra, ma obbedisce a regole precise che in tanti anni non hanno mai dato adito a contestazioni di sorta e che hanno finora garantito una serena vacanza marinaia a tutti. Così come la vita democratica del Circolo, al di là delle fisiologiche dialettiche che sempre ci sono tra persone che vivono assieme un’esperienza associativa, si è sempre svolta in pace; falso è che l’assegnazione dei posti barca, che avviene in epoca anteriore all’assemblea, dipenda da come un socio vota in essa; l’ex socio Donati non cita nemmeno un esempio (e nemmeno potrebbe, dato che non ne esistono) di soci che sono stati in qualche modo sfavoriti dalle opinioni espresse o dai voti resi in assemblea. Egli stesso, che pure ha tenuto per lungo tempo un contegno spesso critico e talvolta offensivo nei riguardi degli organi associativi, ha pacificamente goduto del suo posto barca fino all’ultimo, ossia fino a quando il suo operato, oltrepassando ogni limite di tollerabilità, ci ha costretto ad espellerlo. Lo statuto del Circolo, che ne ha retto la vita associativa per molti anni, non merita le critiche che gli sono rivolte: il procedimento disciplinare, che scatta quando un socio tiene un comportamento lesivo delle comuni regole di convivenza civile o attenti alla reputazione del Circolo (di entrambe le cose si è reso responsabile il Donati), è affidato al giudizio finale dei probi viri che decidono in via definitiva, la sanzione, così come avviene praticamente dappertutto nel rispetto del principio dell’autonomia degli ordinamenti. E non è questione di vecchio o nuovo statuto, dato che l’ex socio si è posto contro entrambi, e dapprima ha riportato la sospensione di dieci mesi e subito dopo, essendosi mostrato cocciutamente recidivo, l’espulsione. Il nuovo statuto tra l’altro è tanto poco democratico o tanto poco correttamente deliberato da essere stato approvato dalla FIV nonostante non siano mancati tentativi poco trasparenti e sleali di bloccarlo. Lo stesso Donati è un cattivo esempio delle sue tesi. Ha ampiamente avuto modo di esporre a tutti (in assemblea e con lettere aperte) le sue posizioni e nessuno, dico nessuno, gli ha dato un minimo di retta. Avrà un minimo di significato tutto questo? Inoltre, quando ha chiesto l’autorizzazione ad adire le vie legali, l’ha subito ottenuta senza che la sua qualità di socio ne risentisse. Solo che, incomprensibilmente, ha evitato di adire il giudice togato per far valere le sue ragioni. Ed ancora oggi, che da ex socio potrebbe agire indisturbato, vaneggia di tutele che non gli sarebbero garantite, ma resta inerte sul piano legale: se veramente crede nella bontà delle sue motivazioni (che per noi altro non sono che ripetute calunnie) abbia il coraggio di adire le sedi giudiziarie; il Circolo è sereno sulla sua correttezza e trasparenza anche di fronte al giudizio dei tribunali. La verità è una. Il Circolo Nautico Cavo non è un condominio ma una libera associazione di persone perbene. Non si è soci di un’associazione per obbligo di legge o perché in altro modo costretti, ma lo si è per un libero moto di volontà; cosicché quando non si condivide più lo spirito dell’associazione o si è critici sul suo operato è onesto e corretto uscire dall’associazione. Non si può pretendere di restarci attentando con pesanti insinuazioni al buon nome del Circolo e all’onorabilità delle persone che con spirito di sacrificio si dedicano alla sua amministrazione. Quanto al merito, credo che la migliore risposta sia questa: l’assemblea dei soci riunitasi il 25 aprile u.s. ha approvato un ordine del giorno con cui si è dato mandato al presidente ed al consiglio direttivo di agire immediatamente per la tutela dell’onorabilità del Circolo Nautico Cavo in merito al contenuto dell’articolo scritto dall’ex socio Donati. E il nuovo consiglio direttivo, appena insediato, ha deciso di sporgere querela. Abbiamo sbagliato ad essere tanto tolleranti con il nostro ex Socio sopportandone le intemperanze. Se veramente è il giudizio di un giudice che occorre per dimostrare la falsità delle accuse del signor Donati, sarà lo stesso Circolo Nautico a farsi carico dell’azione.
cavo porticciolo