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La scuola elbana: nella rassegnazione generale

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : mercoledì, 13 aprile 2011

Qui, in un pezzetto di Belpaese bellissimo, arcinoto ma ben poco importante, l'Isola d'Elba, assistiamo ogni giorno di più ai danni che può fare la rassegnazione dei cittadini quando i suoi legittimi rappresentanti non son più al loro servizio ma al servizio della Casta e di presunte economie di bilancio. Sono un'insegnante statale, scuola primaria, posto di ruolo. Vedo ciò che accade alla scuola in questa bellissima periferia, dimenticata 10 mesi all'anno. E mi arrabbio, vorrei lottare e vorrei vedere mamme, babbi, sindaci e colleghi lottare con me per la scuola dei nostri bambini. Invece... al di là di due parole di indignazione non si riesce mai a andare. “Tanto con quelli non ce la si può fare”. E' notizia di questi giorni, provenienti dall'ex Provveditorato agli Studi di Livorno che il prossimo anno i bambini elbani perderanno 7 maestre (sulle 14 previste per tutta la provincia di Livorno). Ci sono sì un pochino meno iscritti, ma non così tanti di meno... ...infatti il prossimo anno sull'isola ci sarà una prima elementare di 24 bambini: tutto normale, se non fosse che uno di loro è molto bisognoso di cure e attenzioni personalizzate, ha un deficit tale da aver bisogno di interagire in piccoli gruppi! ...infatti anche il prossimo anno le famiglie che hanno chiesto di avere una scuola primaria di 30 ore settimanali ne avranno una di 27. …infatti il prossimo anno grazie a queste riduzioni le scuole elbane riceveranno meno fondi dallo Stato per il loro funzionamento. Anche questa volta ci fermiamo alle fatidiche due parole di indignazione? Anche questa volta le mamme, i babbi, i nostri sindaci si rassegnano? Cari elbani, di nascita e di adozione, dovete sapere che là dove le famiglie hanno dato battaglia, organizzato proteste, sit-in, raccolte di firme, petizioni popolari, presìdi, là dove i sindaci e le amministrazioni comunali si son dati da fare e si sono esposti in prima persona per garantire un diritto sacrosanto, qualcosa si è riuscito a ottenere: tempi pieni, maestre di sostegno, classi meno numerose ecc. Certo, lottare costa fatica, tempo, sacrificio ma come possiamo insegnare ai nostri bimbi a costruire un mondo migliore se noi per primi non gli mostriamo che per noi una scuola decente, funzionante, è fondamentale? Non sono i buoni propositi dei grandi che restano nel cuore dei bambini, sono i fatti: perdere le proprie maestre, perdere ore di scuola e vedere che tutto ciò accade nella rassegnazione e nell'indifferenza generale cosa insegna ai nostri figli?


scuola aula classe banchi

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