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Siamo costretti a "scendere in campo"

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : martedì, 14 ottobre 2003

Cari marcianesi e elbani tutti, nella prossima primavera, mentre saremo tutti presi dalle beghe di inizio stagione, ci verrà proposto di scegliere il nostro nuovo sindaco. Da 18 anni circa le stanze del palazzo comunale sono occupate più o meno dalle stesse persone, pur nel reciproco scambio di ruoli che ha visto qualche vicesindaco di destra diventare sindaco di sinistra e qualche sindaco di destra diventare il capo di un'opposizione assolutamente virtuale e invisibile. Il gioco degli scambi di favori ha regalato a reggenti ed oppositori posti di prestigio in enti e amministrazioni anche molto più importanti dim quella comunale. Le vere divisioni politiche (non solo a Marciana, ma su tutta l'isola!) non erano tra destra e sinistra, ma interne, e non per questioni programmatiche, ma per la spartizione delle poltrone. Oggi siamo chiamati ad uno sforzo etico totalmente nuovo; ci arriva un appello ad alzare "su la testa" e a riprenderci quello che è nostro, l'amministrazione delle nostre case e della nostra terra. Siamo costretti a "scendere in campo", e questa volta non per chiedere favori a tecnici e politici che ce li faranno cadere dall'alto, ma per scegliere la linea di sviluppo del nostro territorio per il futuro dei nostri figli. Ci dobbiamo liberare dalle frasi di circostanza del tipo "tanto sono tutti uguali" o "ognuno fa i suoi porci comodi". E' il momento di cavalcare l'ondata di pulizia che sta spazzando via tutte le certezze di'impunità e la boria di onnipotenza di chi grazie al nostro sonnecchiare ha mangiato e si è strafogato. Dobbiamo recuperare la collettività come valore e lavorare al bene di tutta la comunità con progetti comuni e di larghe vedute, pianificare uno sviluppo sostenibile e proiettato lontano nel tempo, pensare a che cosa è meglio per noi e capire che non è certo ottenendo un favore dagli amministratori che si risolvono i nostri problemi. Un'isola migliore, pensata e realizzata con senso etico e qualità amministrativa, dove le fognature non vadano ad inquinare il mare in cui alla fine i turisti si stancheranno di bagnarsi, dove le reti idriche garantiscano ovunque il diritto primario all'acqua, dove le strade non siano piene di buche e senza spazio per chi volesse circolare a piedi o in bici, dove i piccoli possano costruirsi la loro prima casa pagata col sacrificio di mutui decennali e i grandi gruppi non possano colare selvaggiamente cemento sui nostri boschi e sulle nostre spiagge. Per questo diventa così importante esserci in questo momento e fare sentire la propria voce in maniera decisa. Per questo dobbiamo tutti uscire dal silenzio e partecipare. Per questo è inutile ora stare a dire che è facile parlare ora e perché non lo hanno fatto prima. Personalmente, non ho mai smesso di fare l'ingenuo e credere che fosse possibile cambiare, ma sempre con la certezza che per cambiare un sistema bisogna entrarci dentro. Per questo, personalmente, ho sempre cercato un dialogo politico coi nostri rappresentanti, e non mi sono vergognato ad espormi in prima persona, o a bere un caffè al bar con Vagaggini o con Logi per discutere e ottenere che le cose andassero verso il bene comune. Perchè ho sempre creduto che il mio vero vantaggio avrei potuto averlo solo dal vivere in una terra amministrata saggiamente e non ottenendo un piccolo e viscido favore clientelare. Ho fatto tanti errori, ma credo che le persone degne di stima non siano quelle che non sbagliano mai, piuttosto quelle che sbagliando riconoscono i propri errori e cercano di non perseverare. Che gran delusione scoprire sotto la facciata nobile e rispettabile di un amico come Gabriele Mazzarri la mano sporca che metteva in un cassetto i nostri soldi. Che gran delusione vedere Vagaggini scomparire letteralmente dalla scena offeso per una sconfitta elettorale. Che grandissima delusione aver lavorato al programma della lista Logi e vederlo puntualmente smentito dalla riapertura di cave e cantieri contro ogni logica e buon senso. E allora? Sono queste cause sufficienti per sprofondare nell'omertà e nel qualunquismo? Dovrei arrendermi e lasciare quest'isola che amo e sento mia nelle mani di un nutrito gruppo di "affaristi"? No! Su la testa! E sabato 18 tutti al Porto a dimostrare la nostra voglia di riscatto. Ad Alessandro Mazzei e a tutti i politici che si ostinano a difendere la loro parte a scapito dell'evidenza, vorrei solo chiedere di avere il buon senso di capire quando una battaglia è persa, e se la coscienza glielo permette, salire sul carro dei vincitori non è sempre solo un segno d'incoerenza. D'altronde, se tutti fossero coerenti e fedeli a una linea il mondo non cambierebbe mai.


marciana casa panorama

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