Purtroppo la situazione della sanità all’Elba è ormai cosa tristemente nota, ma quando, oltre alle emergenze strutturali, si inizia a smarrire il senso dell’umanità e il rispetto dei malati e della loro dignità di persone, non si può più tacere. Per questo voglio raccontare quanto è accaduto a me e alla mia famiglia, conscia forse di non rappresentare un caso isolato. Era il 21 febbraio quando ci siamo rivolti all’ufficio dell’Asl di Portoferraio diretto dal dottor Casalini per richiedere una carrozzina e un letto antidecubito per mia madre le cui condizioni si erano improvvisamente aggravate. Avevamo la richiesta del medico curante e avevamo sottolineato come ormai questa donna non riuscisse più a muoversi, arrivando in pochi giorni a non abbandonare più il proprio letto. La nostra richiesta è stata accettata ma i giorni e le settimane sono passate senza che niente accadesse. Abbiamo sollecitato, ci ha assicurato che sarebbe stato consegnato entro la prima settimana di marzo; abbiamo telefonato, ci ha assicurato che la consegna sarebbe avvenuta sicuramente entro la settimana successiva. Per tre volte siamo andati di persona a chiedere di quel letto. “Un letto non è mai urgente”, ci ha risposto il dottor Casalini. E ancora: “Ho da lavorare io!”. Quello non era forse il suo lavoro? Quella non era forse un’urgenza? Eppure la nostra domanda è rimasta lì, nei cassetti. Mentre i giorni passavano e la situazione precipitava. La telefonata dell’azienda sanitaria ci è arrivata il 25 marzo. “Abbiamo il letto per voi”. Abbiamo risposto che ormai era tardi, mia madre se n’era andata il giorno prima. Ecco, certa gente dovrebbe sapere che nel caso degli anziani, la cosa è sempre “urgente”. Loro non possono permettersi il lusso di aspettare mesi, forse hanno a disposizione solo giorni, e sarebbe semplicemente dignitoso che li potessero trascorrere nel miglior modo possibile, senza piaghe sul corpo. E senza dover attendere che i loro cari facciano battaglie vane per un letto. Questa non vuol essere una denuncia indiscriminata. Alla gentilezza e alla disponibilità di molti operatori che in silenzio fanno il loro lavoro, che è lavoro di dignità e di umanità, ce n’è però qualcuno che quell’umanità l’ha forse persa e con questa ha finito anche per perdere di vista il senso più vero della vita.
letto anti decubito