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Controcopertina: I quattro dubbi dei Cittadini Attivi

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : lunedì, 13 ottobre 2003

Gentili Giovani Cittadini, scusate se torniamo ancora una volta sulla questione del Regolamento Urbanistico di Portoferraio, avverso il quale proprio in questi giorni abbiamo consegnato il ricorso, ma vorremmo fare delle precisazioni e contribuire così ad una corretta informazione in merito. Le certezze che ci vengono attribuite non sono le nostre ma sono quelle dei nostri amministratori che, con presunzione ed arroganza, con gli atti da loro approvati sono passati indifferenti sopra le osservazioni dei cittadini, dritti e risoluti verso la loro meta, che non corrispondeva però all’interesse dell’intera collettività. Noi abbiamo cercato solo di promuovere il colloquio, il confronto e la collaborazione con le istituzioni, che dovrebbero prestare più attenzione alle vere problematiche della popolazione. Riuscire a creare un soggetto referente tra i cittadini, di una determinata zona o quartiere, al di là delle polemiche, crediamo che sia una fatto concreto e positivo sul quale ogni amministratore dovrebbe contare. Perché non vi organizzate anche voi in tal senso? In seguito alla vostra risposta vorremmo anche dare qualche chiarimento, seguendo i punti da voi indicati e usando toni un po’ più pacati rispetto ai vostri, che alcune volte ci sono apparsi anche troppo duri ed autoritari. Primo dubbio. Molte delle persone che hanno sottoscritto il ricorso sono persone come voi, sprovviste di prima casa e spesso obbligate a pagare onerosi affitti, persone che hanno aderito al comitato di cui condividono gli obiettivi. Speriamo davvero che vi conosciate personalmente quanto prima, semmai in un prossimo incontro, così saranno loro stessi a presentarsi e a spiegarvi la situazione in cui si trovano, che non corrisponde affatto alle illazioni che fate. Per quanto riguarda la “barzelletta degli affitti regolati” noi non ne abbiamo fatta menzione, siete voi a tirarla in ballo, anche se concordiamo con voi che sarebbe necessaria una legge nazionale ad hoc che regoli definitivamente tale materia nell’interesse di entrambe le parti, anche se allo stato attuale può sembrare fantascienza. In riferimento alla “protesta spontanea dei tanti cittadini che…etc….onesti” a chi alludete? Non siamo forse noi dei cittadini onesti che spontaneamente e in maniera trasparente e democratica stanno facendo valere i propri diritti? Secondo dubbio. Vi volevamo ricordare anche che il R.U. era già pronto circa un anno e mezzo fa (redatto da Lotti e Manetti), ma il sindaco Ageno, arrogandosi la facoltà di non adottarlo in Consiglio Comunale e di cestinarlo senza il parere dei cittadini (che comunque lo hanno pagato), conferì poi l’incarico all’architetto Maltinti per la redazione di un nuovo Regolamento Urbanistico, senza considerare il vecchio P.R.G. praticamente pronto, che sempre Ageno ha revocato una volta insediato. Vi ricordiamo, inoltre, che questa amministrazione ha fatto perdere un importante finanziamento regionale che sarebbe andato a favore di famiglie con redditi particolari, che avrebbero così potuto percepire un cospicuo contributo al fine di poter edificare la prima casa in un PEEP all’Albereto. L’Amministrazione perse l’occasione che invece non si sono fatti sfuggire altri comuni come Rio nell’Elba e Capoliveri, che hanno permesso così ai loro cittadini di poter soddisfare questo diritto. Capite bene, quindi, che spesso i ritardi più pesanti non dipendono dai cittadini ma dalle scelte degli stessi amministratori, per cui forse è meglio che certe domande le poniate direttamente a loro. Teniamo anche a mettere a conoscenza voi e tutti gli eventuali interessati che l’edilizia popolare a cui fate riferimento, può essere prevista e realizzata anche in assenza di un Regolamento Urbanistico, in quanto è una possibilità offerta dalla legge vigente attraverso la realizzazione di una variante per le zone PEEP. Tali varianti sono previste dalla legge regionale sull’urbanistica. Perché ne è stata fatta una tanto urgente per le aree portuali e non si è pensato ad una per soddisfare le reali esigenze abitative dei cittadini? Ancora una volta tutto è dipeso dalle scelte operate da questa Amministrazione e non da questo Comitato o da altri cittadini. Per quanto riguarda la “piena legittimità”, questa non è data da chicchessia ma dal rispetto e dall’osservanza delle leggi vigenti. Terzo dubbio. Portoferraio conta poco meno di 12.000 residenti, e quindi circa 4.000 famiglie. Pensiamo che tutti questi abbiano lo stesso diritto alla casa, considerato anche che tutti e 12.000 contribuiscono alle casse comunali attraverso ICI, Tarsu, etc… Considerato poi il costo che questo R.U. ha avuto tra quello dovuto a Lotti-Manetti, per un R.U. cestinato, quello dovuto all’architetto Maltinti per il nuovo R.U., i premi elargiti per averlo eseguito entro un termine preciso, le varie consulenze, etc…, tutto pagato dai 12.000 residenti, ci sembra un po’ poco “accontentare” cento famiglie, anche a prezzo di illegittimità, “clientelismi” e a spese di altri cittadini. Non potremmo condividere mai scelte amministrative e strumenti di pianificazione costruiti su tali presupposti. La nostra posizione è quella di chi sceglie la legge, senza se e senza ma, e pensiamo anche che una qualsiasi amministrazione sia a servizio di un’intera comunità, non di pochi eletti. Vorremmo anche precisare che noi mai ci siamo opposti alla realizzazione del PEEP, ma abbiamo solo suggerito una tipologia di insediamento più consona alla realtà elbana, con la speranza di evitare la realizzazione in campagna di devastanti costruzioni, che niente hanno a che vedere con l’isola ed il suo paesaggio, ma che sarebbero più idonee alla periferia di una città industriale. Abbiamo perciò semplicemente proposto di “spalmare” tale volumetria anche su altre aree limitrofe e non, semmai prevedendo costruzioni più vivibili e in scala col territorio come villette plurifamiliari di due piani fuori terra. Quarto dubbio. Vorremmo solo precisare che non è vero che la Regione non ha avuto niente da ridire su questo piano, avendo presentato, a suo tempo, pesantissime osservazioni e avendo promosso varie iniziative come il riallineamento dei Piani Strutturali, mentre il Regolamento Urbanistico di Portoferraio è stato più volte materia di dibattito in Consiglio Regionale e oggetto di pesantissime mozioni da parte di più consiglieri regionali. Bisogna tener presente inoltre che non è un fatto frequente che la Provincia (che comunque è più interessata della Regione alla verifica della conformità dei Piani comunali, poiché questi devono uniformarsi al PTC che è appunto uno strumento provinciale) faccia un ricorso al Tar. E non è una posizione politica come qualcuno vuol farvi credere. Interessatevi alla faccenda, leggetevi le norme che regolano la materia e constaterete l’ambito di operatività e competenza di Provincia e Comuni. Guardate gli atti, leggetevi quali sono gli obblighi istituzionali della Provincia e vi renderete conto perché questo ente ha fatto ricorso al Tar sul Regolamento Urbanistico di Portoferraio. Teniamo anche a precisare che questo Comitato non ha esitato, quando ritenuto opportuno, ad esprimere chiaramente e pubblicamente critiche e perplessità all’Amministrazione provinciale, con la quale è riuscito comunque ad instaurare un confronto costruttivo. Vi rigiriamo comunque la domanda, che potrebbe anche essere così formulata: se la Provincia, singoli cittadini, un comitato di 500 cittadini (e non solo..) ricorrono al TAR e, fatto non secondario, l’intero R.U. è sotto sequestro ed è oggetto di indagini, non è che in questo R.U. c’è qualcosa che non va? Il ricorso al TAR, infine, è l’unico mezzo che la Legge ci mette ora a disposizione per difendere i nostri diritti e quella legittimità, della quale parlate come di un optional. La proposta che voi fate è anacronistica, considerato che andava fatta molti mesi fa. Noi ci abbiamo provato concretamente e con mezzi democratici e civili (osservazioni, incontri, commissioni urbanistiche, sopralluoghi, richieste, etc.) e per cinque mesi interrottamente. Ma niente di quello che abbiamo presentato è stato accolto. Cosa dovevamo fare? Parlate di “costringere”… e con quali mezzi? Con la forza fisica forse? Ci dispiace ma non condividiamo affatto questo tipo di argomentazioni, che spesso sembrano frutto di una non corretta e non esaustiva informazione sulla materia, e che alludono a quei metodi che noi invece andiamo combattendo. Il Comitato Cittadini Attivi agisce diversamente e si muove sui binari della democrazia partecipativa, della responsabilità civica, della giustizia sociale, della legittimità e della legalità. Rimaniamo comunque disponibili per un incontro, per il quale vi manderemo un invito nei prossimi giorni, se qualcuno di voi ci farà pervenire (anche in forma riservata) un nominativo e un indirizzo. Cordiali saluti.


portoferraio dal volterraio panorama

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