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La riscoperta di un paese elbano perduto

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : martedì, 05 aprile 2011

Sulla vetta spianata del Monte di Santa Lucia ci siamo venuti molte volte: in gruppo nella notte dei "Fuochi di San Giovanni", partecipando ad un rito primaverile pagano che la storia furba della Chiesa ha trasformato in atto di devozione, in più ristretta compagnia per il piacere di cogliere uno dei più affascinanti panorami che l'Elba riesca a proporre: Portoferraio ed il suo golfo "a volo di uccello". Ma in questa domenica sulla frequentata "terrazza" oltre due immancabili escursionisti stranieri ci abbiamo trovano tre visitatori non proprio "Ferajesi" l'Architetto Silvestre Ferruzzi (puginco cioè proveniente dalla frazione marcianese di Poggio) l'assessore campese Fausto Carpinacci e Gian Mario Gentini della Protezione Civile da San Piero. Nell'occasione ci viene annunciata la soluzione di un enigna proposto dalle fonti storiche fino ad oggi note e relative all'Elba pisana, e all'assetto delle comunità che vi alloggiavano nel Medio Evo: la ubicazione di Montemarciale o Monte Marciale a cui facevano cenno i primi storici "moderni" riconosciuti, il Coresi del Bruno e successivamente il Ninci. Collocate con certezza Laterana (le Trane) il Veltraio (o Volterraio) la riese Grassula o Grassera, Pedemonte, Marciana, Campo e Capoliveri le ipotesi su dove fosse Montemarciale (che una fonte documentale del 1345, una supplica, definiva come, in origine dotato di una cinta muraria ed abitato da dodici famiglie di cui ben 5 occupate nella manutenzione delle fortificazioni erano diverse, ma il "paese scomparso" lo si cercava nell'Elba centro-occidentale storici anche valenti pensavano di averne "fiutato" l'esistenza a Spartaia, Colle Pecorino o ancora sul Massiccio del Capanne. Sollevò scetticismo la soluzione proposta da Santino Valli, calzolaio di professione ed appassionato cultore di antichità per diletto, che una decina di anni fa disse la sua: "Montemarciale" altri non era che la collina di Santa Lucia: la zona palustre che lo circondava (e che era origine della cattiva aria di cui alla supplica del 1345) erano i piani non bonificati delle Foci e di San Giovanni. E invece il Valli aveva ragione e la riprova era da parecchio alla portata di chi avesse, come ha fatto Silvestre Ferruzzi guardato con un po' più attenzione alle fonti archivistiche senza prendere per buono quanto su Santa Lucia (e sull'etimo di Luceri) dichiarato dagli storici riconosciuti: giaceva pressso l'archivio arcivescovile pisano ed era un documento relativo al tributo annuo in falconi da caccia dovuti dalle comunità isolane alla "madre patria" pisana, una carta del 1260 perfettamente conservata e leggibile nella quale si individuava tra i tributari "Anzellottus de Ferraria de Montemarsiale de Ylba", Montemarciale si affacciava allora come oggi su Portoferraio. Le osservazioni sul campo del gruppo del Ferruzzi, sui resti della cinta muraria e della torretta i cui ruderi si alzano ancora presso uno dei due edifici (la Chiesa e il Romitorio) ancora presenti sulla spianata, la stessa visione aerea della sommità di Santa Lucia con le tracce di una fortificazione imponente coeva e dirimpettaia del castello del Volterraio completano il quadro: l'uovo di Colombo proposto dal calzolaio aveva ragione di stare in piedi.


Santa Lucia Aerea satellite

Santa Lucia Aerea satellite

ferrurri carpinacci gentini a santa lucia

ferrurri carpinacci gentini a santa lucia

golfo di portoferraio da santa lucia

golfo di portoferraio da santa lucia